GORTANIA 31 - GEOLOGIA PALEONTOLOGIA PALETNOLOGIA

1. TATTERSALL I. 2010, The reluctant paleoanthropologist: Charles Darwin and human evolution/Il paleoantropologo riluttante: Charles Darwin e l’evoluzione umana, Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 31 (2009), pp. 7-14. 

 

Riassunto breve - Se da un lato l’antropologia è stata fortemente influenzata dall’evoluzionismo darwiniano, dall’altro è anche vero che Darwin stesso fu piuttosto riluttante ad impegnarsi direttamente sul tema dell’evoluzione umana. Diverse possono essere la ragioni: il desiderio di evitare (ulteriori) confronti accesi; la difficoltà di avere a disposizione reperti “sicuri” ed i dubbi espressi dal suo stesso collega ed amico, Thomas Henry Huxley, sui primi ritrovamenti dell’Uomo di Neanderthal.

Il suo stesso volume “The Descent of Man” viene considerato da molti più un’opera anti-poligenista e anti-schiavista, incentrata sulla selezione sessuale, che un trattato sulle - peraltro all’epoca piuttosto scarse - evidenze relative all’origine del genere umano.

Resta il fatto che in quest’opera Darwin sottolinea temi che ancor’oggi sono determinanti per la paleoantropologia, come la discendenza dell’uomo da una singola specie progenitrice simile alle grandi scimmie, il primato della locomozione eretta nell’evoluzione umana, la nascita degli ominidi nel continente africano e, nel bene e nel male, “la necessaria acquisizione in modo graduale di ciascun potere e capacità mentale”.

Parole chiave: Paleoantropologia, Evoluzione, Darwin.

 

Abstract - Although the whole sphere of anthropology has been greatly influenced by Darwin’s theory of evolution, it is also true to state that Darwin himself was very reluctant to commit himself directly to the theme of human evolution. There were probably several reasons: the wish to avoid (further) hotly debated arguments; the difficulty of obtaining “reliable” archaeological remains, and the doubts expressed by his colleague and friend, Thomas Henry Huxley, on the early findings of Neanderthal Man. “The Descent of Man” is viewed by many to be more a statement of Darwin’s views on anti-polygeny and anti-slavery - focusing as it does on sexual selection - than a treatise (definitely quite rare in those times) on evidence regarding the origin of the human race.

The fact remains that, in his work, Darwin emphasised topics which are still today fundamental for palaeo-anthropology, such as the descent of man from a single ancestral species similar to the great apes, the unique development of walking upright in human evolution, the rise of hominids in the African continent and, for better or for worse, the necessary and gradual acquisition of all

mental powers and capacities.

Key words: Palaeo-anthropology, Evolution, Darwin.

 

2. DALLA VECCHIA F.M. 2010, New Ichthyosaurian (Amniota, ?Diapsida) remains in the Triassic of Friuli (NE italy)/Nuovi resti di ittiosauri (Amniota, ?Diapsida) nel Triassico del Friuli (Italia nord-orientale), Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 31 (2009), pp. 15-22. 

 

Riassunto breve - Vengono descritti alcuni nuovi resti di ittiosauri rinvenuti in formazioni del Triassico medio del Friuli settentrionale (Provincia di Udine). Mixosaurus è riportato dalla Formazione di Dont (Anisico, Pelsonico) dei dintorni di Sauris, mentre una vertebra di un taxon indeterminato di dimensioni medie proviene dalle “Torbiditi d’Aupa” (Anisico, Illirico) della

Val Aupa (Moggio Udinese). L’esemplare delle “Torbiditi d’Aupa” è la prima segnalazione di ittiosauri in una unità litostratigrafica che finora ha fornito solo resti di rettili costieri (saurotterigi basali e Tanystropheus) e terrestri (arcosauri).

Parole chiave: Diapsida, Ichthyosauria, Mixosaurus, Triassico, Formazione di Dont, “Torbiditi d’Aupa”, Friuli settentrionale.

 

Abstract - This paper reports new ichthyosaurian remains found in the Middle Triassic of northern Friuli (Udine Province, Friuli Venezia Giulia, NE Italy). Mixosaurus is reported from the Dont Formation (Anisian, Pelsonian) of Chiaranda Creek near the town of Sauris. A single, isolated vertebra of a medium-sized, indeterminate taxon comes from the “torbiditi d’Aupa” (Anisian,

Illyrian) of the Aupa Valley (Moggio Udinese Municipality). The latter specimen is the first report of an ichthyosaur in the “torbiditi d’Aupa” where only coastal (basal sauropterygian and Tanystropheus) and terrestrial (archosaur) amniotes were found to date.

Key words: Diapsida, Ichthyosauria, Mixosaurus, Triassic, Formazione di Dont, “Torbiditi d’Aupa”, Northern Friuli.

 

3. CORRADINI C., CORRIGA M.G., PONDRELLI M., SERVENTI P., SIMONETTO L. 2010, Il siluriano di Monte Cocco (Alpi Carniche)/The Silurian of Monte Cocco (Carnic Alps, NE Italy). Gortania, Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 31 (2009), pp. 23-30. 

 

Riassunto breve - Il Monte Cocco è una delle aree delle Alpi Carniche dove i depositi siluriani sono più estesi e il contenuto fossilifero è più abbondante. Si tratta quasi esclusivamente di Calcari a Orthoceras, di età compresa tra il Telychiano e il Pridoli.

Le associazioni fossili sono dominate da cefalopodi nautiloidei, bivalvi e trilobiti; inoltre è significativa la presenza di gasteropodi, coralli solitari e anellidi. Le abbondanti faune a conodonti consentono una precisa datazione degli affioramenti.

Parole chiave: Biostratigrafia, Cefalopodi, Conodonti, Trilobiti, Bivalvi, Siluriano, Alpi Carniche.

 

Abstract - Among the Carnic Alps, Monte Cocco area presents some of the better outcrops of Silurian rocks, and the more abundant fossil content. These sediments are mainly represented by Orthoceras limestones of Telychian-Pridoli age. Fossil associations are dominated by nautiloid cephalopods, bivalves and trilobites, whereas gastropods, rugosae corals and annelids are also quite abundant. Abundant conodont fauna allows a precise datation of the outcrops.

Key words: Biostratigraphy, Cephalopods, Conodonts, Trilobites, Bivalves, Silurian, Carnic Alps.

 

4. VENTURINI C., DISCENZA K. 2010, Stratigrafia e paleo-idrografia del Friuli centrale (Prealpi Carniche): miocene superiore-pliocene inferiore/Stratigraphic and paleo-hydrographic evolution of central Friuli (Carnic Pre-Alps): Upper Miocene-Lower Pliocene, Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 31 (2009), pp. 31-52.

 

Riassunto breve - Questo lavoro si propone di analizzare i dati stratigrafici, sedimentologici e composizionali di un’unità prevalentemente ruditica denominata Conglomerato di Osoppo la cui età, sulla base delle evidenze paleontologiche desunte dalla recente letteratura, è riferibile al Miocene sommitale - ?Pliocene inf. Il litosoma affiora lungo il fronte prealpino friulano, a N di Udine, e ha la sua esposizione massima al Colle di Osoppo e nella estesa fascia ruditica che sovrasta il vicino abitato di Braulìns, alle pendici meridionali del M. Brancot. I due nuclei affioranti, Osoppo e Braulìns, sono oggi separati dal Fiume Tagliamento. In tempi pre-quaternari formavano un litosoma unico sedimentatosi in ambienti alluvionali. L’analisi di facies evidenzia un orizzonte deltizio-lacustre (di potenza pari o superiore a 50 m, paleo-Lago di Osoppo-Braulìns) che s’intercala (Osoppo) o precede (Braulìns) la successione fluviale. è proposta la ricostruzione del perimetro del lago e la derivazione dei suoi apporti ghiaiosi. Le misure di paleo-corrente - riferite in gran parte alle incisioni basali di canali fluviali intrecciati e all’assetto clinostratificato dei frequenti foreset deltizio-lacustri - congiuntamente alle analisi composizionali degli elementi ruditici, hanno consentito di valutare la derivazione degli apporti del Conglomerato di Osoppo suggerendo le direttrici dei drenaggi mio-pliocenici friulani. Le considerazioni conclusive riassumono le modificazioni paleo-ambientali del settore, inserite nel contesto deformativo neoalpino, proponendo, in parallelo, l’evoluzione del coevo reticolo paleo-idrografico nel suo nodo di massima importanza regionale.

Parole chiave: Friuli, Paleo-idrografia, Ambiente fluvio-deltizio-lacustre, Analisi di facies, Miocene sup., Pliocene inf.

 

Abstract - Aim of this work is to define the sedimentary evolution and the palaeo-drainage pattern of the central Friuli area during the Mio-Pliocene times. The tools are the facies analysis, the composition of the thick ruditic deposits and the lithofacies correlation concerning the Conglomerato di Osoppo (Upper Miocene-Lower Pliocene) in the stratotype area (Colle di Osoppo) and its surroundings (Braulìns). The unit is made of mainly well cemented rudites with scanty mud and sand forming a well defined thin horizon. At present the original continuity of the Conglomerato di Osoppo is interrupted by the wide gravelly river-bed of Tagliamento. The palaeo-environments correspond to fluvial to deltaic-lacustrine conditions. The facies analysis depicts a >50 m deep lake which interrupted the fluvial supremacy. Palaeo-current analyses and compositional data from the rudites (fluvial braided channels and deltaic foresets) contribute to reconstruct the Mio-Pliocene drainage pattern. The conclusive remarks take into account the main evolution steps of the study area.

Key words: Friuli, Palaeo-hydrographical pattern, Fluvial-deltaic-lacustrine environment, Facies analysis, Upper Miocene, Lower Pliocene.

 

5. BOSCHIN W., CUCCHI F., ZINI F. 2010, Contributo alla conoscenza dell’idrogeologia del gruppo del M. Verzegnis (Prealpi Carniche orientali)/Contribution to the knowledge of the hydrogeology of Mt. Verzegnis group (Western Carnic Pre-Alps), Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 31 (2009), pp. 53-68. 

 

Riassunto breve - Si riportano i risultati di uno studio sull’idrogeologia del gruppo montuoso del M. Verzegnis (Prealpi Carniche Orientali). Sono stati condotti rilevamenti geologici in superficie e nelle principali cavità carsiche al fine di definire la geometria e le caratteristiche idrogeologiche delle formazioni che costituiscono l’idrostruttura e le condizioni di circolazione dell’acqua nell’acquifero. Nell’area indagata sono state individuate 26 sorgenti, le principali delle quali negli anni 2003 e 2004 sono state monitorate con misure mensili di temperatura, conducibilità, portata, chimismo, δ18O e radon disciolto. Il δ18O è stato monitorato anche nelle precipitazioni meteoriche mediante l’installazione di tre pluvioraccoglitori. I dati raccolti hanno consentito di dare una prima caratterizzazione dei reticoli di drenaggio che alimentano le principali sorgenti afferenti all’idrostruttura.

Parole chiave: Idrogeologia, Carsismo, Prealpi Carniche, Monitoraggio di sorgenti, Idrochimica, Geochimica isotopica.

 

Abstract - The study concerns the hydrogeology of the Verzegnis group Mt. (Western Carnic Prealps). To define the hydrogeological characteristics of the lithology and the water drainage conditions, geological surveys were conduct also in caves. In the studied area 26 springs were identified. The most important of which were investigated for a two years period (2003-2004). Water temperature, water conductivity and discharge measures were monthly performed. To determine hydrochemical characteristics, δ18O and radon concentration, water samples were monthly collected. δ18O values were measured also on precipitations collected during the monitored period in three collection sites. The data obtained permitted to have a preliminary characterization of drainage networks relative to the most important springs fed by Verzegnis Mt. hydrostructure.

Key words: Hydrogeology, Karst, Carnic Pre-Alps, Spring monitoring, Hydrochemistry, Isotope geochemistry.

 

6. MAROCCO R. 2010, Prima Ricostruzione paleo-idrografica del territorio della bassa pianura friulano-isontina e della laguna di Grado nell’Olocene/First paleo-hydrographic reconstrution of Isonzo – Friuli low plain and of the Grado lagoon during the Holocene, Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 31 (2009), pp. 69-86. 

 

Riassunto breve - Vengono riportati i primi risultati conseguiti dalla ricostruzione dei percorsi pleistocenici-olocenici dei fiumi Isonzo, Natisone, Torre e Cormor nella bassa pianura friulano- isontina e nella laguna di Grado. È emerso che i paleo-fiumi che disseccavano la piana costiera sono testimoniate da evidenze geomorfologiche (dossi e alvei sepolti), sedimentologiche (depositi via, via più fini), pedologiche (suoli più o meno maturi) messe in evidenza dalla recente cartografia CGT e GeoCGT della Regione Friuli Venezia Giulia e comprovate da indagini geoarcheologiche. La complessa paleo-rete idrografica della piana costiera così ricostruita si prolunga con alcuni bracci anche in laguna e, in parte, in mare. Nella parte emersa i corsi d’acqua palesano una forte instabilità laterale manifestata da frequenti cambiamenti di percorso che hanno portato i paleo-fiumi a giustapporsi, sovrapporsi, erodere e sedimentare le alluvioni precedenti, dando luogo a corpi sedimentari di difficile riconoscimento specifico. Abbinando ai dati di geologia di superficie, quelli ricavati da sondaggi stratigrafici e quelli archeologici si sono ipotizzati alcuni scenari articolati in delta e lagune che ricostruiscono l’assetto della bassa pianura e della costa nell’Olocene.

Parole chiave: Paleo-idrografia, Pianura costiera, Laguna, Olocene, Friuli Venezia Giulia.

 

Abstract - The preliminary results by the reconstruction of the pleistocene - holocenic waterways of the Isonzo, Natisone, Torre and Cormor Rivers in the Isonzo-Friuli low plain and in the Grado lagoon are reported. The palaeo-rivers that dry up the coastal plain are identified from geomorphological (fluvial ridge and buried river bed), sedimentological (vertical gradation of deposits) and pedological (maturity of soils) evidences illustrated also in the recent CGT and GeoCGT of the Region Friuli Venezia Giulia cartography. These geological data are supported also by geoarchaeological investigations. The complex palaeo-hydrography network reconstructed in the coastal plain continues seaward in lagoon and nearly offshore where palae-channels have been recognized.

The palaeo-channel of the emerged part of the plain shows lateral instability proved by continuous adjustments causing their juxtaposition and overlap, thus producing ubiquitous aggradation and erosion processes on the older alluvial deposits. Thus the architecture resulting of the sedimentary bodies is interpreted with difficulty. By comparing the data from the surface and sub-surface geology (i.e. morphology, pedology, sedimentology and stratigraphy) from the archaeological surveys, some complex sceneries including deltaic and lagoonal environments are hypothesized in the Friuli Venezia Giulia low plain and the Grado lagoon during the Holocene.

Key words: Palaeo-hydrography, Coastal plain, Lagoon, Holocene, Friuli Venetia Giulia.

 

7. PERESANI M. 2010, Notes on the Neanderthal behaviour during the isotope stage 3 in the alpine fringe of Italy/Osservazioni sul modo di vita dei Neandertaliani durante lo stadio isotopico 3 nelle Alpi italian, Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 31 (2009), pp. 87-96. 

 

Riassunto breve - Le Alpi italiane furono una regione nota ai Neandertaliani nelle ultime due migliaia di decadi della loro esistenza.

I dati archeologici provenienti da siti in riparo sottoroccia e all’aperto provano che questi ominidi erano pienamente in grado di approvvigionarsi e sfruttare risorse minerali e animali, mettendo in atto strategie profondamente radicate nei sistemi sociali fin dai periodi più antichi. La presenza umana spazia dal margine delle terre padane ai comprensori prealpini e alpini, gravitando in una fascia caratterizzata da un’elevata e serrata variabilità geo-ambientale. Evidenze cronometriche, ecologiche, economiche e culturali, permettono di identificare forme di adattamento ai cambiamenti climatici e di siti funzionalmente diversificati, oltre ad identificare innovazioni e affinamenti nella tecnologia litica.

Parole chiave: Alpi, Homo neanderthalensis, Paleolitico medio, stadio isotopico 3, sussistenza, insediamento.

 

Abstract - The Italian Alps were familiar to the Neanderthals during the last twenty thousand years of their existence. The archaeological evidence from several sheltered and open-air sites proves these hominins were totally able to provide for themselves and exploit mineral and animal resources, elaborating strategies that had been deeply rooted in their social system since the earliest periods. Human presence spread from the borders of the Po plain to the pre-alpine and alpine areas, a territory in which the geographical and ecological contexts differ suddenly and markedly. Chronometric, ecological, economic and cultural evidences reveal how they adapted to changes in climate, how they functionally organized their camps for different purposes and also pinpoint innovations and improvements in lithic technology.

Key words: Alps, Homo neanderthalensis, Middle Palaeolithic, isotope stage 3, subsistence, settlement.

 

8. MOTTES E., PETRUCCI G., ROTTOLI M., VISENTINI P. 2010, Evolution of the square mouthed pottery culture in Trentino –Alto Adige, Veneto and Friuli: cultural, chronological, palaeoeconomic and environmental aspects/Evoluzione della cultura dei vasi a bocca quadrata tra Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli: aspetti culturali, cronologici, paleoeconoici e ambientali, Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 31 (2009), pp. 97-124. 

 

Riassunto breve - Gli autori tracciano un quadro della Cultura dei vasi a bocca quadrata dell’Italia nord-orientale alla luce dei risultati emersi dalle nuove ricerche sul campo, che hanno consentito anche una revisione dei dati storici noti per il territorio. Gli esordi di questo nuovo scenario culturale sono stati individuati al momento solo dal punto di vista tipologico nei siti di

Lugo di Grezzana (Verona), Quinzano Veronese (Verona) e Fimon - Pianezze (Vicenza). Evidenze più significative provengono dalla fase piena e finale della Cultura quella che storicamente viene identificata con lo “stile meandro-spiralico” e/o lo “stile ad incisioni ed impressioni”. Le recenti ricerche hanno infatti consentito una migliore definizione cronologica dei due aspetti, che pur esprimendo una profonda differenza culturale, sembrano aver interagito e coesistito. La Cultura dei vasi a bocca quadrata si esaurisce in quest’area del Paese in modi non ancora del tutto chiari.

Per quanto riguarda i dati paleoeconomici, la ridotta presenza di siti analizzati nell’Italia nord-orientale e la difficoltà nell’individuare delle differenze regionali, hanno reso necessario un ampliamento dell’area presa in esame. Le specie vegetali attestate a fini agricoli comprendono un discreto numero di cereali e di leguminose, il lino e il papavero, ovvero sia specie derivate dal “pacchetto neolitico iniziale” proveniente dalla Mezzaluna Fertile, che specie secondariamente acquisite.

Per quanto riguarda invece la fauna, gli aspetti precoci della Cultura sembrano proporre una certa continuità nello sfruttamento delle prede selvatiche, cui si affianca l’allevamento di domestici più o meno rilevante a seconda del sito, a dimostrazione che l’attività di gestione del bestiame domestico non è ancora del tutto affermata. Con il II stile della Cultura sembra realizzarsi un incremento delle attività di allevamento e un apparente declino delle risorse selvatiche. In particolare nella fase successiva sembra evidenziarsi un incremento progressivo della rilevanza dell’allevamento ovicaprino che si affianca a quello dei bovini e dei suini ed indica forse un cambiamento non solo nelle scelte economiche legate allo sfruttamento di altri prodotti precedentemente considerati meno importanti, ma anche nelle caratteristiche dell’ambiente e delle modalità insediative.

Parole chiave: Neolitico, Cultura dei vasi a bocca quadrata, Cronologia, Paleoeconomia, Italia nord-orientale.

 

Abstract - The authors trace a picture of the Square Mouthed Pottery (SMP) Culture in north-eastern Italy in the light of the results emerging from new excavations, which have also made it possible to review old data regarding the area.

At the moment, typological aspects related to the beginning of this new cultural setting have only been identified at the sites of Lugo di Grezzana (Verona), Quinzano Veronese (Verona) and Fimon - Pianezze (Vicenza). There is more significant evidence relating to the main and final phase of the culture, historically identified as the “meandro-spiralico” style or the “ad incisioni ed impressioni” style. Recent research has indeed allowed better chronological definition of the two aspects, which albeit representing profound cultural differences, would seem to have interacted and coexisted. The SMP culture exhausted itself in this area of the country in a manner which has yet to be fully clarified.

As far as palaeo-economic data is concerned, the limited presence of sites analysed in north-eastern Italy and the difficulties in identifying regional differences have made it necessary to extend the area taken into consideration. The plant species known to have been used for agricultural purposes include a significant number of cereals and pulses, flax and poppy, hence both species deriving from the “initial Neolithic package” coming from the Fertile Crescent, and species acquired subsequently.

As regards fauna on the other hand, the early phases of the culture would seem to suggest a certain continuity in the exploitation of wild animals, combining with the rearing of domestic animals, which was more or less important depending on the site, demonstrating that animal husbandry was not yet fully established. In the style II phase of the culture there would seem to have

been an increase in the rearing of animals and an apparent decline in the use of wild resources. In particular, in the later phase there was apparently a progressive increase in the importance of rearing sheep and goats, alongside the rearing of cattle and pigs, perhaps indicating a change not only in economic choices linked to the exploitation of other products previously considered to be

less important, but also in the characteristics of the environment and settlement patterns.

Keywords: Neolithic, Square Mouthed Pottery Culture, Chronology, Palaeoeconomy, North-Eastern Italy.

 

9. DUCHES R. 2010, Rinvenimenti preistorici di superficie a Buttrio (Udine): nuovi dati sulla frequentazione paleolitica e neolitica nell’alta pianura friulana/Prehistoric surface findings at Buttrio (Udine): new data on the Paleolithic and Neolithic occupations in the high Friulan plain, Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 31 (2009), pp. 125-140.

 

Riassunto breve - Le indagini condotte sul territorio comunale di Buttrio (Udine, Friuli Venezia Giulia) a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, hanno portato alla raccolta di numerosi manufatti in selce litica scheggiata, presenti in superficie. Il materiale, oggi in deposito presso il Museo Friulano di Storia Naturale di Udine, è stato oggetto di uno studio tecno-tipologico che ha messo in luce l’esistenza di una pluralità di frequentazioni preistoriche del sito collocabili in diverse fasi cronologiche.

Pochi manufatti, grazie ad alcuni elementi discriminanti (metodo di scheggiatura Levallois, raschiatoi di tipo Quina), sono stati attribuiti al Paleolitico medio mentre i restanti materiali sono da ascrivere ad una frequentazione dell’area durante il Neolitico antico.

La gestione economica delle materie prime vede la predominanza dei litotipi locali sulla selce alpina che, contrariamente, si va diffondendo in maniera estesa nell’area padana e friulana occidentale con l’inizio del Neolitico antico. Questo dato associato alla vicinanza del sito alle aree di reperimento della selce locale, fa propendere per un’interpretazione funzionale di Buttrio quale centro destinato all’approvvigionamento delle materie prime. I dati tecnologici suggeriscono l’utilizzo di schemi operativi semplici, privi di una fase preliminare di messa in forma e caratterizzati da uno sfruttamento progressivo del volume del nucleo, mediante l’arretramento graduale della superficie di estrazione. Per quanto riguarda la struttura tipologica dell’industria, le caratteristiche evidenziate trovano pieno riscontro negli altri complessi litici dell’alta pianura friulana, delineando un quadro sostanzialmente unitario: classi dei grattatoi e delle troncature generalmente numerose, presenza di rari trapezi e di frequenti romboidi (anche di piccole dimensioni), l’uso della tecnica del microbulino, la saltuaria presenza di Bulini di Ripabianca e la presenza di manufatti in pietra levigata. Alcuni nuclei (per lo più discoidali) e tre geometrici trapezoidali potrebbero essere attribuibili al Mesolitico recente, anche se queste tipologie compaiono sporadicamente all’interno di altri siti del primo Neolitico.

Il ritrovamento di alcuni foliati e di pochi strumenti di fattura campignana, sembra invece ricondurre a periodi più recenti, confermando il perdurare dell’occupazione di quest’area attraverso l’intero periodo del Neolitico fino all’avvento delle prime culture delle età dei metalli.

Parole chiave: Paleolitico medio, Neolitico antico, Industria litica, Friuli orientale.

 

Abstract - The surveys realized on the territory of Buttrio (Udine, NE Italy) from the Nineties, led to the collection of a rich chipped stone assemblage recovered on the surface. The material, now in storage at the Friulan Museum of Natural History, has been the object of a techno-typological study that has revealed the existence of several prehistoric occupations in different historical phases.

Few artefacts, thanks to certain discriminatory factors (Levallois method, Quina-type scrapers), were attributed to the Middle Palaeolithic while the remaining materials could be referred to the Early Neolithic.

The economic management of raw materials is characterized by the predominance of local flint to the prejudice of the “alpine” flint that, in contrast, is spreading extensively in the Po Valley and western Friulan plain with the beginning of the Early Neolithic. This data associated with the proximity of the site to the finding areas of local flint, does suggest Buttrio as a functional centre for the supply of raw materials. The technological data suggest the use of simple project, without a preliminary stage of preparation, and characterized by progressive depletion of the volume of the core through the gradual decline of the area of extraction. Regarding the typological structure, the features highlighted are fully comply to the other lithic complex of the high Friulan plain, outlining a substantially unitary framework: category of endscrapers and truncations usually numerous, presence of rare trapezoids and numerous rhomboids (also frequently small), the use of the micro-burin technique, the occasional presence of Ripabianca Burins and the presence of polished stone. Some cores (mostly discoid) and three trapezoids might be referred to the Recent Mesolithic, even though these types appear sporadically within other sites of the Early Neolithic. The discovery of some arrowhead with flat retouch and few tools of “campignanoide” technique, seems to lead to more recent periods, confirming the continued employment of this area through the entire period of the Neolithic Age until the beginning of the Copper Age.

Key words: Middle Palaeolithic, Early Neolithic, Lithic industry, Eastern Friuli.

 

10. CORAZZA S., DAL SANTO N., SCARDIA G. 2010, L’area delle risorgive nel sistema insediativo mesolitico: alcuni esempi dal pordenonese/Spring areas in the mesolithic settlement system: some cases from the Pordenone countryside (North-eastern Italy), Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 31 (2009), pp. 141-164. 

 

Riassunto breve - Sono stati considerati materiali da ricerche di superficie non sistematiche provenienti dall’area delle risorgive tra Orcenico Superiore (comune di Zoppola) e Savorgnano (comune di S. Vito al Tagliamento) e riferibili a diversi momenti di frequentazione dal Mesolitico al Bronzo antico. I rinvenimenti si collocano su un dosso ghiaioso tardoglaciale che ha costituito fino a oggi un’area stabile e al riparo dalle esondazioni del F. Tagliamento e del T. Meduna. In questo lavoro vengono presentate le industrie mesolitiche, principalmente della fase recente di tradizione castelnoviana. La tipologia litica indica lo svolgimento di attività diversificate non specializzate per quanto la natura dei rinvenimenti ostacoli ulteriori interpretazioni.

Varie catene operative sono state applicate per l’ottenimento di lamelle e di schegge. Le materie prime sono in larga misura di provenienza locale, solo alcuni pezzi sono riferibili ad affioramenti delle Prealpi Carniche, indicando una mobilità impostata lungo gli assi fluviali in direzione nord-sud, mentre pochi o nessun elemento sembra giungere dal territorio udinese, ricco di ciottoli silicei di buona qualità. Altre differenze di carattere tecnologico e tipologico mostrano come vi fosse una separazione territoriale piuttosto netta tra i due lati del Tagliamento. Confrontando i dati noti per le frequentazioni mesolitiche del Friuli nel loro contesto morfologico e ambientale emerge un sistema logistico di mobilità incentrato su siti relativamente estesi e ricchi di materiali posti al confine di aree ecologiche differenziate; a questi fanno complemento bivacchi di breve durata caratterizzati da dimensioni ridotte e meno materiali nella media montagna.

Parole chiave: Mesolitico, Castelnoviano, Pianura Friulana, Geomorfologia, Industria litica, Materia prima, Sistema insediativo.

 

Abstract - The authors present the work undertaken on the lithic material collected in the spring area between Orcenico Superiore and Savorgnano (Pordenone-Italy). The sites are located on an NE-SW elongated Lateglacial gravel ridge, which to the present day is to be considered a stable area (i.e. preserved from alluvial and erosive action of Tagliamento and Meduna rivers).

Different periods are represented in the lithic industries, spanning from the Mesolithic to the Bronze Age. This paper presents the results of the study carried out on the Mesolithic industries, mainly to be ascribed to the Castelnovian tradition. The typological composition of the assemblages shows different activities which could be associated with residential camps, without any particular specialization although this kind of interpretation could be biased by the non systematic nature of the findings. Different operational chains were in place, aiming to produce either bladelets or flakes. Raw materials are mostly of local origin, although few pieces were brought in from the Prealps, showing a North-South mobility along river routes. At the same time, there are scarce lithic materials imported from the upper part of the Udine plain, which is rich in good quality flint pebbles. Further technological and typological differences show a rather neat separation between sites on either sides of Tagliamento river. When we consider the distribution of Mesolithic sites in Friuli, a logistical settlement system seems to emerge: bigger sites are located at the edge of

ecologically differentiated areas in connection with stable water sources such as the spring area between Orcenico and S. Vito al Tagliamento and the piedmont; complementary to those, task-related short-term sites characterised by less materials and fewer lithic types are found in the Prealps at middle altitude.

Key words: Mesolithic, Castelnovian, Friulian Plain, Geomorphology, Lithic industry, Raw material, Settlement system.

 

11. TASCA G., VISENTINI P. 2010, Asce dell’età del rame in Friuli Venezia Giulia (Italia nord-orientale)/Copper age’s axes in Friuli Venezia Giulia (North-eastern Italy), Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 31 (2009), pp. 165-172.

 

Riassunto breve - Contestualmente alla presentazione di un esemplare inedito di ascia a occhio rinvenuto a San Daniele del Friuli, si propone una rassegna dei dati attualmente disponibili sulla presenza e la distribuzione delle asce in rame di età eneolitica nel territorio regionale.

Parole chiave: Asce, Eneolitico, Friuli Venezia Giulia.

 

Abstract - The evidences of copper age in the territory of Friuli Venezia Giulia are rather scarce. At the present state of the researches we are dealing above all with isolated finds, as metal axes, shaft-hole axes, and flint dagger blades, and flint package finds from the surface of the fields; the stratigraphic available evidence is about two domestic sites and one pit excavated close to a grave structure. In the examined area, the copper age axes are documented by around 10 items, which have been found isolated. In this paper a summary of the results, emerging from study of this materials, is presented, in particular as regards aspects linked exclusively to the typology to which the authors tent to attribute a generic chronological significance on the basis of the letterature. This brief account presented here should open the way - we hope - to re-examine the beginning of the metallurgy in this territory, according to the procurement of raw material, the diffusion of these items and the production tecniques.

Key words: Axes, Copper Age, Friuli Venezia Giulia.