GORTANIA 41 - GEOLOGIA PALEONTOLOGIA PALETNOLOGIA

1. VINCIGUERRA G. 2020, Alfio Nazzi: dalla passione alla missione educativa/Alfio Nazzi: from passion to educational mission, Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 41 (2019), pp. 7-12. 

 

Riassunto breve - In Alfio Nazzi la passione per l’archeologia si tradusse in una missione educativa dove tutta la sua intelligenza, le sue conoscenze e le sue formidabili abilità manuali furono al servizio della didattica della preistoria. I percorsi sperimentali di agricoltura neolitica e quelli ricostruttivi della ceramica di Sammardenchia che coinvolsero gli alunni della Scuola Primaria di Pozzuolo del Friuli furono possibili per l’apporto competente e appassionato dell’amato “nonnolitico” come i bambini chiamavano Alfio Nazzi. 

Parole chiave: Alfio Nazzi, Didattica, Pozzuolo del Friuli. 

 

Abstract - In Alfio Nazzi the passion for archeology was translated into an educational mission where all his intelligence, his knowledge and his formidable manual skills were at the service of teaching prehistory. The experimental paths of Neolithic agriculture and the reconstructive ones of the Sammardenchia ceramics that involved the pupils of the Primary School of Pozzuolo del Friuli were possible due to the competent and passionate contribution of the beloved “nonnolitico” (“lithicgrandfather”) as the children called Alfio Nazzi.

Key words: Alfio Nazzi, Didactic, Pozzuolo del Friuli.

 

2. BIZZARINI F., MADDALENI P., MUSCIO G., PONTON M., SIMONETTO L., VENTURINI S. 2020, La geologia dell’area di Pozzuolo del Friuli e gli affioramenti miocenici: storia delle ricerche e prospettive/Geology of Pozzuolo del Friuli area and the Miocenic outcrops: history of the researches and perspectives, Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 41 (2019), pp. 13-42. 

 

Riassunto breve - Fra i rilievi isolati dell’alta Pianura Friulana vi è quello di Pozzuolo del Friuli dove affiorano, nella porzione nord-occidentale, lembi di arenarie mioceniche studiati fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. La definizione dell’età è stata problematica trattandosi di un affioramento isolato ed è STEFANINI (1915a; 1916; 1919) che ne esamina in dettaglio il contenuto paleontologico e data l’affioramento al Langhiano. Fra i fossili più interessanti la nuova specie di echinoderma Scutella forumjuliensis (recte Parascutella forumjuliensis [STEFANINI, 1919]) di cui Pozzuolo è il locus typicus.

Nel presente lavoro, dopo una approfondita analisi storica delle ricerche, l’affioramento miocenico viene riesaminato e ne viene descritta la fauna fossile, compresa la prima segnalazione per le Alpi Meridionali del briozoo Reussirella haidingeri. I dati litologici e paleontologici e il relativo confronto con le successioni mioceniche delle Prealpi Veneto-Friulane consentono di datare le arenarie di Pozzuolo all’Aquitaniano.

Parole chiave: Miocene, Stratigrafia, Tettonica, Pozzuolo del Friuli, Parascutella forumjuliensis, Reussirella haidingeri.

 

Abstract - Isolated reliefs crops out in the upper Friulian Plain (Friuli Venezia Giulia Autonomous Region, NE Italy). The north-western portion of one of them, near Pozzuolo del Friuli, is made of Miocene sandstone. Geology and fossils collected in that sandstone had been studied between the end of the XIX and the beginning of the XX century, but definition of its exact age remained problematic. STEFANINI (1915a; 1916; 1919) studied the fossils and dated the outcrops to the Langhian. In 1919, STEFANINI erected a new echinoid species: Scutella forumjuliensis (recte Parascutella forumjuliensis) based on that sample.

In this paper, we reappraise the geology of the sandstone and its fossil fauna, after an overview of the history of the researches. The briozoan Reussirella haidingeri is for the first time reported in the Southern Alps. Lithological and paleontological information and comparison with the Miocene sequences of the Veneto-Friuli Prealps allow dating the Pozzuolo sandstone to the Aquitanian.

Key words: Miocene, Stratigraphy, Tectonics, Pozzuolo del Friuli, Parascutella forumjuliensis, Reussirella haidingeri.

 

3. FONTANA A., FERRARI A. 2020, Interazione tra processi tettonici, alluvionali, eolici e pedogenetici nell’area di Sammardenchia e Pozzuolo del Friuli/Interaction between tectonic, alluvial, aeolian and pedogenetic processes in the area of Sammardenchia and Pozzuolo del Friuli, Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 41 (2019), pp. 43-60. 

 

Riassunto breve - Questo lavoro si basa sulla revisione dei dati geomorfologici e stratigrafici relativi all’esteso rilievo presente tra Sammardenchia e Pozzuolo del Friuli, che si eleva di alcuni metri rispetto alla pianura circostante. L’esistenza di questo colle isolato è legata all’attività dei sovrascorrimenti alpini più esterni, che hanno agito anche nel tardo Quaternario. Quindi la superficie del terrazzo non è stata interessata dalle alluvioni dell’ultimo massimo glaciale (LGM) ed è caratterizzata da suoli molto evoluti, sviluppatisi in genere su ghiaie e conglomerati. Specialmente nel settore orientale del rilievo, sono presenti depositi limosi giallastri, potenti fino a 1,5 m, che sono probabilmente depositi eolici (loess), in parte rielaborati dai processi colluviali. Questi sedimenti hanno in parte colmato delle vallecole che caratterizzavano la superficie del terrazzo e che sono state obliterate anche dall’erosione naturale e dai processi antropogenici, ma che sono riconoscibili grazie ai dati di topografia aviotrasportata (LiDAR). 

Parole chiave: Pianura Friulana, Quaternario, Loess, Torrente Cormôr, Geoarcheologia, LiDAR 

 

Abstract - This work is a review of the geomorphological and stratigraphic data about the large low-relief terrace existing between Sammardenchia and Pozzuolo del Friuli, that is a few meters higher than the surrounding alluvial plain. The existence of this isolated hill is related to the activity of the most external Alpine thrusts, which have been active also along the late Quaternary. Thus, the surface of the terrace has been not affected by the important fluvioglacial sedimentation of the Last Glacial Maximum (LGM) and it is characterized by well-developed soils. Generally the pedogenesis evolved on gravels and conglomerates. Anyhow, especially in the north-eastern sector of the isolated terrace, near the place Cûeis of Sammardenchia, some yellowish silts are present. They have a maximum thickness of 1.5 m and are interpreted as aeolian deposits (loess), partly reworked by colluvial processes. These silty sediments partly filled the pattern of small valleys which formerly characterized the top surface of the rised terrace, that have been also deleted by the natural and anthropogenic erosive processes. The traces of these valley can be now recognized thanks to the use of high-resolution aerial topography (LiDAR).

Key words: Friulian Plain, Quaternary, Loess, Cormôr Torrent, Geoarchaeology, LiDAR

 

4. PESSINA A., FIAPPO G.C., ROTTOLI M. 2020, Il sito neolitico di Pavia di Udine: una sintesi delle ricerche/The neolithic site of Pavia di Udine: synthesis of researches, Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 41 (2019), pp. 61-91. 

 

Riassunto breve - Le ricerche di superficie e gli scavi condotti a Pavia di Udine dal 2000 al 2007 hanno portato alla luce un villaggio riferibile alle fasi iniziali del Neolitico. Sono 27 le strutture indagate, fra le quali si segnala un piccolo fossato (struttura 2-3), che in origine doveva delimitare un’area residenziale del villaggio, e una struttura di combustione (struttura 15). La ceramica si presenta in cattivo stato di conservazione, ma i pochi elementi riconoscibili trovano confronti con i materiali del non lontano insediamento neolitico di Sammardenchia (Pozzuolo del Friuli). Le industrie litiche, per la presenza di geometrici romboidali e tecnica del microbulino, presentano caratteri tipici del Primo Neolitico in area friulana e risultano realizzate con selci locali e con litotipi “alpini” d’importazione. Sono inoltre presenti pochi manufatti in quarzo ialino (dalla struttura 3) e due elementi in ossidiana (dalle raccolte di superficie). Questo insediamento - unitamente a quelli recentemente esplorati a Cargnacco (Pozzuolo del Friuli) e Nogaredo al Torre (San Vito al Torre) - rappresenta uno dei capitoli del più ampio fenomeno della neolitizzazione dell’Alta Pianura friulana, ben noto grazie al sito di Sammardenchia. Le datazioni 14C collocano la frequentazione neolitica di Pavia di Udine tra la fine del VI e i primi secoli del V millennio a.C. cal. L’abbondante documentazione paleobotanica testimonia una agricoltura multicerealicola con attività di raccolta.

Parole chiave: Neolitico, Agricoltura, Datazioni 14C, Ossidiana, Pavia di Udine, Friuli. 

 

Abstract - Surface researches and excavations conducted in Pavia di Udine from 2000 to 2007, brought to light a village referable to the early Neolithic phases. 27 structures have been investigated, including a small ditch (structure 2-3), which originally had to delimit a “residential” area of the village, and a combustion structure (structure 15). The pottery is in a poor state of conservation, but the few recognizable elements can be compared with the materials of the nearby Neolithic settlement of Sammardenchia (Pozzuolo del Friuli). The lithic industries, due to the presence of rhomboid geometrics and microburin technique, have typical characteristics of the Early Neolithic in the Friuli area. They are made with local flints and with “alpine” imported lithotypes. There are also a few hyaline quartz artefacts (from structure 3) and two obsidian elements (from surface collections). This settlement - together with those recently explored in Cargnacco (Pozzuolo del Friuli) and Nogaredo al Torre (San Vito al Torre) - represents one of the chapters of the broader phenomenon of the neolithization of the Friuli High Plain, well known thanks to the Sammardenchia site. The 14C dates places the neolithic frequentation of Pavia di Udine between the end of the 6th and the first centuries of the 5th millennium BC. cal. The rich paleobotanical documentation testifies of a multi-grain agriculture with harvesting activities.

Key words: Neolithic, Agriculture, 14C dating, Obsidian, Pavia di Udine, Friuli, NE Italy.

 

5. VISENTINI P. 2020, Aggiornamenti sul pieno sviluppo del Neolitico nel Friuli orientale da una revisione dei materiali depositati presso il Museo Friulano di Storia Naturale/Updates on the full development of the Neolithic in Eastern Friuli from a review of the materials deposited at the Friulian Museum of Natural History, Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 41 (2019), pp. 93-106. 

 

Riassunto breve - In seguito alla revisione dei materiali provenienti da scavi e da raccolte di superficie, depositati presso il Museo Friulano di Storia Naturale e il Museo Archeologico di Udine, vengono presentate alcune considerazioni sul pieno sviluppo del Neolitico del Friuli orientale. Questa fase sembra replicare le modalità già osservate nel corso del Primo Neolitico con una industria litica che per materia prima, aspetti tecnologici e tipologici rimanda ad una tradizione padana e una produzione ceramica che risente di forti influssi provenienti dall’Adriatico orientale.

Parole chiave: Neolitico medio, Friuli, Culture dell’Adriatico orientale.

 

Abstract - Following the review of materials from excavations and survey collections, whose materials are deposited at the Friulian Museum of Natural History and the Archaeological Museum of Udine, some considerations on the full development of the Neolithic period in Eastern Friuli are presented. This phase seems to replicate the methods already observed during the Early Neolithic with a lithic industry that, in terms of raw materials, technological and typological aspects, refers to a Po Valley tradition and a pottery production that was strongly influenced by the Eastern Adriatic Cultures.

Key words: Full Neolithic, Friuli, Eastern Adriatic Cultures.

 

6. VISENTINI P. 2020, La grotta di Robič e la nascita della Sezione Paletnologica ed Antropologica del Museo Friulano di Storia Naturale/The Robič cave and the origin of the Prehistorical and Anthropological Section of the Friulian Museum of Natural History in Udine, Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 41 (2019), pp. 107-116. 

 

Riassunto breve - Vengono proposti alcuni aspetti poco conosciuti o inediti della storia del Museo Friulano, nato il 13 maggio del 1866, della formale istituzione, nel dicembre 1950, del Museo Friulano di Storia Naturale e della contestuale nascita della Sezione Paletnologica e Antropologica.

Il contributo indaga anche la storia delle ricerche condotte presso la Grotta di Robič, la cui scoperta si deve a Carlo de Marchesetti, con un successivo intervento di Achille Tellini, eclettico scienziato friulano, che con i suoi studi ha contribuito alla conoscenza in Friuli di numerosi siti preistorici.

Parole chiave: Storia del Museo, Storia delle collezioni, Preistoria del Friuli.

 

Abstract - There are some little known or unpublished aspects of the history of the Friulian Museum, founded on 13th May 1866, the formal establishment of the Friulian Museum of Natural History in 1950, and the simultaneous origin of the Prehistorical and Anthropological Section.

The contribution also investigates the history of the research carried out at the Robič Cave, the discovery of which is due to Carlo de Marchesetti, with a subsequent intervention by Achille Tellini, an eclectic Friulian scientist, who with his studies contributed to the knowledge of numerous prehistoric sites in Friuli.

Key words: History of the Museum, History of Collections, Prehistory of Friuli.

 

7. TASCA G. 2020, Materiali dell’Età del Bronzo dalla grotta di Robič conservati nel Museo Friulano di Storia Naturale/Bronze Age materials from the Robič cave at the Friulian Museum of Natural History, Gortania. Geologia, Paleontologia, Paletnologia, 41 (2019), pp. 117-146.

 

Riassunto breve -Vengono presentati i reperti, in quasi assoluta prevalenza ceramici, provenienti dai recuperi effettuati nel 1897 da Achille Tellini nella Grotta Sant’Ilario di Robič (nota anche come Kovačeva jama o Turjeva jama), parzialmente editi nel 1989 da Francesca Bressan. Il materiale appare, sia per gli aspetti tecnologici che tipologici, relativamente omogeneo. Dal punto di vista cronologico è riferibile ad un arco di tempo compreso tra il tardo Bronzo medio e il Bronzo recente. Dal punto di vista culturale si rilevano il pieno inserimento in un aspetto “isontino” con strette relazioni con l’area slovena (orizzonte di Oloris-Podsmreka), l’area dei Castellieri carsico-istriani e il Bronzo recente iniziale e pieno della Pianura Friulana.

Parole chiave: Ceramica, Bronzo medio, Bronzo recente, Friuli, Slovenia, Castellieri, Robič.

 

Abstract - The finds, almost entirely ceramic, gathered in 1897 by Achille Tellini on the pavement of the Sant’Ilario Cave near Robič (also known as Kovačeva jama or Turjeva jama), partially published in 1989 by Francesca Bressan, are presented. The pottery fragments are relatively homogeneous both in terms of technology and typology. From a chronological point of view, the material is referable to a time span between the late Middle Bronze Age and the recent Bronze Age. From a cultural point of view, the remains are fully consistent with a locally documented “Isonzo” aspect, but are clearly visible close relations with the Slovenian area (horizon of Oloris-Podsmreka), the Karst-Istrian Hillforts (Castellieri) area and the recent Bronze Age of the Friuli plain.

Key words: Pottery, Middle Bronze Age, Recent Bronze Age, Friuli, Slovenia, Hillforts (Castellieri), Robič.