GORTANIA 44 - BOTANICA ZOOLOGIA

1. ORZAN L., DE LUCA M., CASOLO V., ALBERTI G., BOSCUTTI F. 2022, Relazione tra struttura, composizione e gestione forestale e distribuzione di Picidi nell’area Foce dell’Isonzo – Isola della Cona/Relationship between forest structure, composition, and management and woodpeckers distribution in the area Foce dell’Isonzo – Isola della Cona, Gortania. Botanica, Zoologia, 44, pp. 5-22.

 

Riassunto - L’espansione dell’agricoltura e la frammentazione degli habitat esercitano forti pressioni ambientali e sono fra le principali minacce per la biodiversità. Negli ambienti forestali planiziali, in cui queste pressioni sono particolarmente pesanti, è importante mettere in atto misure di conservazione che possano arrestare la perdita di biodiversità e, ove possibile, ripristinarla. Di particolare importanza per tale scopo è la conservazione dei picchi, quali “costruttori di biodiversità” e specie chiave di molti ecosistemi. Le quattro specie di Picidi prese in considerazione in questo lavoro sono il picchio rosso maggiore, Dendrocopos major, il picchio rosso minore, Dryobates minor, il picchio cenerino, Picus canus, e il picchio nero, Dryocopus martius. Queste ultime due sono inserite nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE che prevede speciali misure di conservazione con particolare riguardo all’habitat. L’area di studio è situata lungo l’ultimo tratto del fiume Isonzo, all’interno del sito Natura 2000 IT3330005 Foce dell’Isonzo-Isola della Cona e della Riserva Naturale Regionale Foce dell’Isonzo. Questo lavoro si pone l’obiettivo di indagare quali siano i fattori che localmente identificano l’habitat delle specie in questione, analizzandone la distribuzione in relazione alla vegetazione e alla struttura ed età forestale. In questo modo si vogliono fornire dei dati utili per attuare una gestione ottimale delle aree boschive planiziali in funzione alla conservazione delle specie considerate. Per monitorare la presenza delle specie, sono stati svolti campionamenti primaverili con la tecnica dei punti di ascolto con utilizzo del playback. Successivamente, è stato possibile individuare ipotetici centri di gravitazione delle coppie di picchi in cui è stata analizzata la composizione struttura forestale. In ogni punto, sono state raccolte informazioni circa la composizione specifica dello strato erbaceo, arbustivo ed arboreo, la presenza di legno morto, il diametro e l’altezza degli alberi e la struttura e l’origine del popolamento. I risultati ottenuti mostrano che la composizione specifica del solo strato arboreo non influisce significativamente sulla distribuzione dei Picidi nell’area di studio. Considerando la flora complessiva è stato invece possibile osservare differenze negli habitat utilizzati, in particolar modo per quanto riguarda quello di Picus canus. Le variabili che più hanno influenzato la scelta degli habitat dei Picidi nell’area di studio sono quelle relative alla struttura forestale, in particolar modo l’età del bosco, l’area basimetrica del legno morto, il numero di piante per ettaro e la copertura legnosa del popolamento. In particolare, è stato possibile notare una maggiore predilezione da parte di Dryobates minor per boschi con elevata copertura legnosa e densità di alberi e, al contrario, una preferenza per boschi più aperti nel caso di Picus canus. È risultato che Dryocopus martius preferisce popolamenti vecchi e con grandi quantità di legno morto ed è stata confermata la grande adattabilità di Dendrocopos major, che si dimostra essere la specie meno esigente per quanto riguarda l’habitat. Gran parte di queste osservazioni possono essere spiegate dalle diverse abitudini alimentari e riproduttive delle quattro specie. Questo studio ci suggerisce che un bosco lasciato a evoluzione naturale abbinato a zone con gestione forestale sostenibile sia favorevole per una maggior diversità di picidi, in particolare per le due specie di direttiva che necessitano di maggiore necromassa e di alberi di maggiori dimensioni. 

Parole chiave - Picidae, Boschi ripariali, Ecologia forestale, Legno morto, Comunità vegetali 

 

Abstract - Expansion of agriculture and fragmentation of habitats exert strong environmental pressures and are among the main threats to biodiversity. In lowland forests, where these pressures are particularly high, it is important to implement conservation measures that can stop and reverse the loss of biodiversity. Particularly important for this purpose is the conservation of woodpeckers, “builders of biodiversity” and key species of many forest ecosystems. The four species of Picidae considered in this work are the great spotted woodpecker, Dendrocopos major, the lesser woodpecker, Dryobates minor, the grey woodpecker, Picus canus, and the black woodpecker, Dryocopus martius. These last two are included in Annex I to the Birds Directive 2009/147/EC, which provides for special conservation measures, particularly as regards habitat. The study area is located along the final stretch of the river Isonzo, within the Natura 2000 site Foce dell’Isonzo-Isola della Cona and the Regional Nature Reserve Foce dell’Isonzo. This work aims at investigating the ecological factors that locally identify the habitat of the studied species, analysing their distribution in relation to the plant community composition, structure, and age of the forest stands. We aimed to provide useful data for an optimal management of these forests, to implement a better conservation of the species considered. Spring samples were taken with the technique of listening points within reproduction sites to characterize the species distribution. Relying on these data, it was possible to identify hypothetical centres of the woodpecker home ranges, where we analysed the forest stand composition and structure. At each site, we recorded plant species composition of the herb, shrub, and tree layers, presence of dead wood, diameter and height of the trees and structure and origin of the stand. Our results showed that the specific composition of the tree layer does not significantly affect the distribution of Picids in the study area but considering the overall flora it was possible to observe differences in the habitats used, particularly for Picus canus. The most important variables determining the choice of the habitats of woodpeckers were related to the forest structure, in particular the age of the wood, the basal area of the dead wood, the number of plants per hectare and the woody cover of the stand. We evidenced a preference by Dryobates minor for woods with high woody cover and density of trees and, in contrast, a preference for more open woods in the case of Picus canus. Dryocopus martius preferred old stands with large quantities of dead wood and has been confirmed the great adaptability of Dendrocopos major, which proved to be the least demanding species in terms of habitat. Most of these observations can be explained by the different feeding and reproductive habits of the four species. This study suggests that a natural evolution combined with a sustainable forest management is favourable to all species, particularly for the two species included in Birds Directive, that need more dead wood and larger trees. 

Key words - Woodpecker, river woods, forest ecology, dead wood, plant communities


 

2. MEZZAVILLA F. 2022, Indagini sull’ecologia di Lasius niger (Linnaeus, 1758) in Cansiglio, Prealpi orientali (Hymenoptera: Formicidae) /Researches on the ecology of Lasius niger (Linnaeus, 1758) in Cansiglio, Eastern Prealps (Hymenoptera: Formicidae), Gortania. Botanica, Zoologia, 44, pp. 23-28. 

 

Riassunto - L’ecologia di una popolazione di Lasius niger presente nei prati del Cansiglio (Prealpi Orientali) è stata indagata mediante il censimento e l’analisi dei nidi rilevati in sette aree particolarmente vocate per la specie. Complessivamente sono stati trovati 574 nidi e tra questi 398 sono stati analizzati a seguito della raccolta dei dati inerenti il volume, l’esposizione, la pendenza del suolo, la vegetazione ed il tipo di gestione dell’area con particolare riguardo alla presenza di animali pascolanti. 

Parole chiave - Lasius niger (Hymenoptera: Formicidae), ecologia, Cansiglio (Prealpi Orientali)

 

Abstract - The ecology of a Lasius niger population settled in the Cansiglio meadows (Eastern Pre-Alps) has been investigated by means of census and analysis of the nests found in seven areas particularly suitable for the species. A total of 574 nests were found and among these 398 were analyzed following the collection of data on volume, exposure, soil slope, vegetation and type of area management with particular attention to the presence of grazing animals. 

Key words - Lasius niger (Hymenoptera: Formicidae), ecology, Cansiglio (NE Alps).

 

3. GLEREAN P., DEUTSCH H., MORANDINI C., MORIN L., HUEMER P. 2022, Lepidoptera of the Prealpi Giulie Natural Park (Friuli Venezia Giulia, North-east Italy) /Lepidoptera del Parco Naturale delle Prealpi Giulie (Friuli Venezia Giulia, Italia nord-orientale), Gortania. Botanica, Zoologia, 44, pp. 29-72. 

 

Abstract - The results of researches on the lepidopteran fauna of the Prealpi Giulie Natural Park (Province of Udine, Friuli Venezia Giulia) are presented. The research was mainly conducted in two types of mountain habitats of the Park, the beech woods and the meadows-pastures, as well as in other various habitats. A total of 1489 species of lepidoptera have been recorded, a number of species that may be regarded as extraordinary, with probably almost about 50% of the estimated regional fauna of Lepidoptera. The lepidopterological communities of the main environmental typologies investigated are analyzed from an ecological and faunistical point of view. From a chorological point of view, the importance of the European faunal elements is corroborated by a considerable diversity of 36 alpine endemics, which are of particular conservational value. Six species are protected by annex 2 and/or 4 of the Fauna-Flora-Habitat Directive of the EU. Leucoptera lathyrifoliella is new to the Italian fauna, while Agonopterix lidiae was recognized as new to Science. 

Key words: Lepidoptera, NE Italy, Friuli Venezia Giulia, South-Eastern Alps, New records. 

 

Riassunto - Nel presente lavoro vengono riportati i risultati di una ricerca pluriennale sulla lepidotterofauna del Parco Naturale delle Prealpi Giulie (Provincia di Udine, Friuli Venezia Giulia). La ricerca è stata condotta principalmente in due tipologie di habitat montani del Parco, le faggete e i prati-pascoli, oltre che in altri vari habitat. Sono state registrate complessivamente 1489 specie di lepidotteri, un numero straordinario che raccoglie probabilmente il 50% dell’intera lepidotterofauna del Friuli Venezia Giulia. Vengono analizzate sotto il profilo ecologico e faunistico le comunità lepidotterologiche delle principali tipologie ambientali indagate. Per ciò che riguarda l’aspetto corologico, si evidenzia una importante componente di specie europee, che includono 36 endemiti alpini, un elemento di particolare valore conservazionistico. Sei specie risultano inserite negli allegati 2 e 4 della Direttiva Habitat. Leucoptera lathyrifoliella è risultata essere nuova per la fauna italiana, mentre Agonopterix lidiae è stata riconosciuta come nuova per la Scienza

Parole chiave: Lepidoptera, Italia nord-orientale, Friuli Venezia Giulia, Prealpi Giulie, Nuove segnalazioni.

 

4. MORI E., VIVIANO A., MAZZA G., LAZZERI L. 2022, Is the grey wolf a potential predator of Eurasian beavers in central Italy? /Il lupo è un predatore del castoro europeo in Italia centrale?, Gortania. Botanica, Zoologia, 44, pp. 73-78. 

 

Riassunto breve - Il castoro eurasiatico Castor fiber si è estinto in gran parte dell’Europa tra il Medioevo e il XIX secolo. A partire dagli inizi del 1900, leggi di protezione e reintroduzioni autorizzate/non autorizzate hanno avuto luogo in gran parte degli stati europei e la popolazione di questa specie è ora diffusa tra la Spagna settentrionale e la Mongolia occidentale. In Europa, il principale predatore del castoro eurasiatico è il lupo Canis lupus. In questo lavoro preliminare, abbiamo studiato la dieta del lupo in un’area fluviale dell’Italia centrale (provincia di Arezzo), dove un nucleo di castoro europeo è presente almeno dal 2019. Abbiamo raccolto 69 escrementi tra il 2021 e il 2022. Non abbiamo trovato alcuna prova di consumo di castoro da parte del lupo: le principali prede nell’area di studio sono risultate il cinghiale Sus scrofa e la nutria Myocastor coypus, seguiti da ovini domestici Ovis aries e cervidi. 

Parole chiave: - Canis lupus; Castor fiber; alimentazione; frequenza relativa; volume relativo; ricolonizzazione dell’Italia. 

 

Abstract - The Eurasian beaver Castor fiber went extinct throughout most of Europe between Medieval times and the XIX century. Since early 1900, protection laws and authorised/unauthorised reintroductions have occurred in most countries and the population of this species is now widespread between Northern Spain and Western Mongolia. In Europe, the main predator of the Eurasian beaver is the grey wolf Canis lupus. In this preliminary work, we aimed to assess the wolf diet in an area of Central Italy where beavers occurred at least since 2019. We collected 69 scats in a riverine area in the province of Arezzo between 2021 and 2022. We did not find any evidence of beaver consumption: the main prey species in the study area were the wild boar Sus scrofa and the coypu Myocastor coypus, followed by domestic sheep Ovis aries and cervids. 

Key words - Canis lupus; Castor fiber; diet; relative frequency; relative volume; Italian recolonization.

 

5. PIOL O., ROCCA G., FACCOLI M., GALLO M., DE BATTISTI R. 2022, Parametri biometrici riproduttivi delle femmine di cinghiale, Sus scrofa (Artiodactyla, Suidae), nel Parco Regionale dei Colli Euganei (PD)/Reproductive survey on wild boar females, Sus scrofa (Artiodactyla, Suidae), in the Euganean hills Regional Park (NE Italy), Gortania. Botanica, Zoologia, 44, pp. 79-88. 

 

Riassunto breve - Le popolazioni di cinghiale del Parco Regionale dei Colli Euganei (Veneto, Provincia di Padova) sono gestite mediante catture con chiusini e abbattimenti diretti; sui capi abbattuti vengono eseguite rilevazioni biometriche mediante metodi standard di raccolta dei dati. Nel presente studio, sono stati analizzati i parametri riproduttivi femminili sulla base delle biometrie di 5669 cinghiali abbattuti nell’arco di tutto l’anno dal 2015 al 2019 e di 1005 feti estratti. La fase riproduttiva, che si manifesta sporadicamente già a 7 mesi d’età, interessa il 23,3% delle femmine di 9-12 mesi d’età e supera il 50% dopo i 12 mesi. Il raggiungimento di una massa corporea di 35-40 kg rappresenta la condizione ottimale per l’entrata in fase riproduttiva. La sopravvivenza embrionale è mediamente pari all’88,5%. L’indice di ovulazione ha un range di 4,1- 6 ovuli per femmina, con ovulazione crescente all’aumentare dell’età. La fecondità media risulta essere di 4,3 piccoli per femmina e il successo riproduttivo postnatale medio è potenzialmente di 4 piccoli per femmina. Le femmine che contribuiscono maggiormente all’incremento della popolazione hanno un’età compresa fra 12 e 24 mesi mentre le più feconde superano i 2 anni d’età. La riproduzione avviene durante tutto l’anno ma il picco delle nascite si manifesta fra marzo e maggio. 

Parole chiave: Fertilità, Fecondità, Peso, Sopravvivenza, Dinamica di popolazione 

 

Abstract - The wild boar populations of the Regional Park of the Euganean Hills (North-Eastern Italy) are managed by captures and hunting; biometric data of the killed animals are collected using standard methods. In the present study, female reproductive parameters were analyzed on 5669 wild boars killed between 2015 and 2019, and on 1005 fetuses extracted. Reproduction, which occurs sporadically as early as 7 months of age, affects 23.3% of females 9-12 months old and more than 50% of females one year old. A weight of about 35-40 kg represents the threshold for the beginning of reproduction. The ovulation index ranges between 4.1-6 eggs per female, and increasing with age. Average fecundity is 4.3 fetuses per female, while the mean postnatal reproductive success is potentially of 4 cubs per female, with an average embryonic survival of 88.5%. Females 12 and 24 months old mostly contribute to the population increase, although the 2 years old females are most fertile ones. Reproduction occurs throughout the whole year but the births peak occurs between March and May 

Key words: Fertility, Fecundity, Weight, Survival, population dynamics

 

6. LAPINI L. 2022, Teriofauna dell’Italia nord-orientale (Mammalia: regione Friuli Venezia Giulia)/Wild mammals from north-eastern Italy (Mammalia: Friuli Venezia Giulia region), Gortania. Botanica, Zoologia, 44, pp. 89-132. 

 

Riassunto breve - l’Autore definisce lineamenti e dettagli della comunità a mammiferi dell’Italia nord-orientale (Regione Friuli Venezia Giulia), con specifici riferimenti alla sua recente evoluzione qualitativa e alle più aggiornate revisioni tassonomiche e nomenclatoriali che ne hanno modificato il quadro complessivo. Negli attuali confini politico amministrativi della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia sono state in qualche modo segnalate almeno 108 specie di mammiferi, 15 delle quali alloctone. Due specie di questa comunità teriologica sembrano essersi recentemente estinte (Rhinolophus blasii e Sylvilagus floridanus), tre sono state per ora citate soltanto erroneamente (Myotis alcathoe, Myotis brandtii, Plecotus austriacus) e altre otto sono probabilmente soltanto sporadiche (Nyctereutes procyonoides, Monachus monachus, Physeter macrocephalus, Megaptera novaeangliae, Cervus nippon, Castor fiber, Ondatra zibethicus, Eutamias sibiricus). La comunità di mammiferi di questa Regione comprende dunque almeno 95 specie, che intrecciano reticoli trofici estremamente complessi sia in ambiente sub-aereo, sia marino. Una cenosi di grande rilievo sia in un ambito europeo, sia italiano, che richiede strategie di conservazione lungimiranti per favorire la convivenza con l’uomo. 

Parole chiave: Italia nord-orientale, Regione Friuli Venezia Giulia, mammiferi selvatici attuali, rinaceomorfi, Soricomorfi, Chirotteri, Carnivori, Cetartiodattili, Roditori, Lagomorfi. 

 

Abstract - the Author outlines features and details of the mammals assemblage from north-eastern Italy (Friuli Venezia Giulia Region), with particular reference to its recent qualitative specific evolution, updating its taxonomic rearrangement. In the current political-administrative borders of the Region of Friuli Venezia Giulia have been in some way cited 108 mammal species, fifteen of which are allochtonous. Two species of them seem to have recently extinct (Rhinolophus blasii and Sylvilagus floridanus), three seem so far to have been quoted only erroneously (Myotis alcathoe, Myotis brandtii, Plecotus austriacus) and eigth others are still only sporadic (Nyctereutes procyonoides, Monachus monachus, Physeter macrocephalus, Megaptera novaeangliae, Cervus nippon, Castor fiber, Ondatra zibethicus, Eutamias sibiricus). The mammalian community of this region therefore includes at least 95 species, which intertwine very complex trophic and ecological networks both in sub-aerial and marine environments. A teriocenosis of great importance both in a European and Italian context, which requires forward-looking conservation strategies to promote coexistence with a careful view to long-term conservation. 

Key words: north-eastern Italy, Friuli Venezia Giulia Region, Wild recent mammals, Erinaceomorpha, Soricomorpha, Chiroptera, Carnivora, Cetartiodactyla, Rodentia, Lagomorpha.