Riassunto breve - Vengono descritti in dettaglio il genere Nucleoceras e la specie Nucleoceras cf. obelus trovati per la prima volta al di fuori dell’area tipo, la Boemia. I caratteri interni tipici del genere, vale a dire gli anelli di connessione aperti sul lato dorsale e i depositi camerali ipo/episettali ben sviluppati e dalla conformazione caratteristica, consentono un buon riconoscimento sistematico. Il campione studiato proviene dal Siluriano del versante italiano delle Alpi Carniche ed è stato rinvenuto lungo il Costone Lambertenghi presso Passo Volaia.
Parole chiave: Nautiloidi, Siluriano, Nucleoceras, Italia, Alpi Carniche.
Abstract - The genus Nucleoceras and the species Nucleoceras cf. obelus are here described for the first time outside of Bohemia, their type-area. Critical internal features of the genus, such as the open connecting rings on dorsal side and well developed hyposeptal and episeptal cameral deposits, are well preserved in the studied material, which were collected from the Silurian of the Carnic Alps (Italian side).
Key words: Nautiloids, Silurian, Nucleoceras, Italy, Carnic Alps.
Riassunto breve - I crostacei decapodi del Triassico superiore (Norico) della Dolomia di Forni sono stati descritti da GARASSINO et al. (1996). La recente scoperta di un piccolo campione, rivenuto nella Valle del Rio Seazza e in quella del Rio Rovadia, ha permesso un aggiornamento relativo ai crostacei decapodi delle Prealpi Carniche. Gli esemplari studiati sono stati assegnati a Acanthochirana triassica n. sp. (Aegeridae Burkenroad, 1963) e Antrimpos colettoi n. sp. (Penaeidae Rafinesque, 1815). Acanthochirana triassica n. sp. estende il range stratigrafico di questo genere nel Triassico superiore, mentre Antrimpos colettoi n. sp. rappresenta la seconda specie di questo genere segnalata nel Triassico superiore d’Italia.
La scoperta di queste due nuove specie incrementa il numero delle specie di peneidi conosciuti nel Norico dell’alta Val Tagliamento (Prealpi Carniche settentrionali).
Parole chiave: Crustacea, Decapoda, Aegeridae, Penaeidae, Triassico superiore, Prealpi Carniche.
Abstract - The decapod crustaceans from the Upper Triassic (Norian) of the Dolomia di Forni Formation were reported by GARASSINO et al. (1996). The recent discovery of a small sample from this Formation between Seazza and Rovadia brooks allowed updating the decapod assemblages from the Norian of Carnic Pre-Alps. The studied specimens have been assigned to Acanthochirana triassica n. sp. (Aegeridae Burkenroad, 1963) and Antrimpos colettoi n. sp. (Penaeidae Rafinesque, 1815). Acanthochirana triassica n. sp. expands the stratigraphic range of this genus back to the Late Triassic, whereas Antrimpos colettoi n. sp. represents the second species of this genus from the Upper Triassic of Italy. The report of these new species increases the number of known penaeid species from the Norian of high Tagliamento Valley in the northern part of Carnic Pre-Alps.
Key words: Crustacea, Decapoda, Aegeridae, Penaeidae, Late Triassic, Carnic pre-Alps.
Riassunto breve - Nelle collezioni archeologiche dei Civici Musei di Udine sono conservati dei manufatti in bronzo rinvenuti in alcune tombe a cremazione venute alla luce nel 1877 a Socchieve (Alpi Carniche). Gli oggetti - elementi di cintura, spilloni, fibule, un orecchino, un’armilla e alcuni pendenti -, appartengono a corredi dell’età del ferro. Si tratta di oggetti per lo più riferibili a gruppi culturali hallstattiani dell’arco alpino orientale, in particolare a quello di Santa Lucia di Tolmino (Slovenia).
Parole chiave: Friuli, Età del ferro, Sepolture a cremazione, Bronzi.
Abstract - In the archaeological collection of the Civic Museums in Udine are present some bronze artifacts discovered in some cremation graves at Socchieve (Carnic Alps) in 1877. The objects - probably a belt clasp, pins, fibulae, an earring, a bracelet, pendants - belong to grave goods dating back to the Iron age. Most objects are related to the eastern Alpine Hallstatt cultures and in particular to the cultural complex of St. Lucia/Most na Soči.
Key words: Friuli, Iron Age, Urn graves, Bronze objects.
Riassunto breve - Dopo una breve introduzione, con indicazioni anche sulla storia delle ricerche, viene fornito un elenco bibliografico con poco meno di duemila titoli relativi alla preistoria e protostoria del Friuli Venezia Giulia.
Parole chiave: Preistoria, Protostoria, Bibliografia, Friuli Venezia Giulia.
Abstract - After a brief introduction, with indications about the history of the research, there is a list of references with a little less than two thousand titles relating to the prehistory and protohistory of the Friuli Venezia Giulia.
Key words: Prehistory, Protohistory, Bibliography, Friuli Venezia Giulia.
Riassunto breve -Viene qui presentato il risultato di ulteriori ricerche effettuate a partire dal 2000 sulla brioflora dei boschi decidui Selva di Arvonchi-Baredi e Coda di Manin, un’area di circa 314,80 ettari situati nella Bassa Pianura friulana (Muzzana del Turgnano, Udine), pochi chilometri dalla Laguna di Marano (Mare Adriatico). Viene presentato un elenco di 50 taxa di briofite, che portano così il totale dei rinvenimenti a 100 taxa. Fra questi il gruppo delle temperate raggiunge il 56%, le suboceaniche/oceaniche il 19%, le subboreali/boreali il 18% ecc. Il relativamente consistente gruppo delle suboceaniche/oceaniche viene posto in relazione con la piovosità dell’area e l’abbondanza di acque fresche di risorgiva nella Bassa Pianura friulana.
Parole chiave: Brioflora, Boschi decidui, Muzzana del Turgnano, Bassa Pianura friulana, Udine.
Abstract - The paper presents the results of further researches carried out since 2000 on the bryoflora of the deciduous woods Selva di Arvonchi-Baredi and Coda di Manin, about 314,80 hectares situated on the Friuli Lowland (Muzzana del Turgnano, Udine), a few kilometres from the Marano Lagoon (Adriatic Sea). Another list of 50 taxa is given, bringing the total number of presences to 100 taxa. Among these the temperate group reaches the 56%, the suboceanic/oceanic 19%, the subboreal/boreal 18% etc. A relatively large suboceanic/oceanic group is related with the raininess of the area and the abundance of cool resurgence waters in the Friuli Lowland.
Key words: Bryoflora, Deciduous woods, Muzzana del Turgnano, Friuli Lowland, Udine.
Riassunto breve - Viene descritta la vegetazione acquatica pleustofitica e rizofitica dal piano montano a quello alpino, con particolare riferimento al Friuli Venezia Giulia. Complessivamente sono state individuate sei associazioni e sette phytocoenon riferibili a tre classi di vegetazione. Potametea risulta essere la classe di vegetazione più articolata, essendo rappresentata da due associazioni e quattro phytocoenon, suddivisi nelle due alleanze: Potamion e Nymphaeion. La classe Littorelletea uniflorae risulta rappresentata da tre phytocoenon e una associazione nell’ambito di un’unica alleanza (Eleocarition acicularis), mentre nella classe Utricularietea intermedio-minoris si riscontrano due associazioni appartenenti all’alleanza Scorpidio-Utricularion minoris. Il contributo completa la conoscenza delle fitocenosi acquatiche nell’Italia nord-orientale, ambienti in rarefazione a seguito dei processi di modificazione ambientale e di eutrofizzazione delle acque.
Parole chiave: Italia nord-orientale, Utricularietea intermedio-minoris, Littorelletea uniflorae, Potametea, Vegetazione acquatica.
Abstract - Pleustophytic and rhizophytic aquatic vegetation from the submontane to the alpine belt coenosis are considered, with particular reference to Friuli Venezia Giulia region. A total of six associations and seven phytocoenon which belong to three classes of vegetation are recognized. Potametea is the class more structured with two associations and four phytocoenon, which can be referred to two alliances: Potamion and Nymphaeion. Littorelletea uniflorae presents three phytocoenon and one association belonging to Eleocarition acicularis alliance, while in Utricularietea intermedio-minoris there are two associations belonging to Scorpidio-Utricularion minoris alliance. This work completes the knowledge of aquatic plant communities in north-eastern Italy, whose habitats are becoming rarer as a result of the processes of environmental change and eutrophication of water bodies.
Key words: North-eastern Italy, Utricularietea intermedio-minoris, Littorelletea uniflorae, Potametea, Aquatic vegetation.
Riassunto breve - Nell’ambito del nuovo progetto per la cartografia al quadrante della flora vascolare del Friuli Venezia Giulia, si rendono noti 40 ritrovamenti di particolare interesse riferiti a specie, sottospecie e ibridi nuovi o rari per la flora regionale.
Taxa autoctoni: Aconitum lycoctonum ssp. vulparia, A. lycoctonum nssp. spetaianum, Alchemilla alpinula, A. decumbens, A. glabra, A. glomerulans, A. hirtipes, A. impexa, A. leptoclada, A. lineata, A. reniformis, A. strigosula, A. tirolensis, A. versipila, Astragalus depressus ssp. depressus, Cardamine bellidifolia ssp. alpina, Crocus biflorus ssp. biflorus, Dianthus superbus ssp. superbus, Erigeron glabratus ssp. glabratus, Gagea spathacea, Galium aristatum, Gaudinia fragilis, Festuca pulchella ssp. jurana, Ludwigia palustris, Pulmonaria vallarsae, Seseli tommasinii, Trisetum flavescens ssp. purpurascens. Taxa alloctoni: Aurinia sinuata, Brachypodium distachyon, Cephalaria transsylvanica, Cycloloma atriplicifolium, Dracunculus vulgaris, Elodea nuttallii, Eragrostis barrelieri, Galanthus elwesii, Galium murale, Muhlenbergia schreberi, Ribes uva-crispa ssp. uva-crispa, Solanum carolinense, Umbilicus horizontalis.
Parole chiave: Cartografia floristica, Friuli Venezia Giulia, Italia nord-orientale.
Abstract - New findings of 40 new or rare species, subspecies and hybrids are given as result of the new project for mapping the vascular flora of Friuli Venezia Giulia by quadrant. Autochthonous taxa: Aconitum lycoctonum ssp. vulparia, A. lycoctonum nssp. spetaianum, Alchemilla alpinula, A. decumbens, A. glabra, A. glomerulans, A. hirtipes, A. impexa, A. leptoclada, A. lineata, A. reniformis, A. strigosula, A. tirolensis, A. versipila, Astragalus depressus ssp. depressus, Cardamine bellidifolia ssp. alpina, Crocus biflorus ssp. biflorus, Dianthus superbus ssp. superbus, Erigeron glabratus ssp. glabratus, Gagea spathacea, Galium aristatum, Gaudinia fragilis, Festuca pulchella ssp. jurana, Ludwigia palustris, Pulmonaria vallarsae, Seseli tommasinii, Trisetum flavescens ssp. purpurascens. Allochthonous taxa: Aurinia sinuata, Brachypodium distachyon, Cephalaria transsylvanica, Cycloloma atriplicifolium, Dracunculus vulgaris, Elodea nuttallii, Eragrostis barrelieri, Galanthus elwesii, Galium murale, Muhlenbergia schreberi, Ribes uva-crispa ssp. uva-crispa, Solanum carolinense, Umbilicus horizontalis.
Key words: Floristic cartography, Friuli Venezia Giulia, North-eastern Italy.
Riassunto breve - Sono state studiate la dinamica di popolazione e le preferenze florali di femmine e maschi di Andrena flavipes PANZER (Hymenoptera, Apoidea, Andrenidae), insetto impollinatore piuttosto comune in Friuli Venezia Giulia (Italia nord-orientale). Negli anni 1997-2000 e 2006-2012 sono stati condotti, fra marzo e settembre, periodici campionamenti sulla presenza e sull’attività pronuba di A. flavipes in quattro siti nelle vicinanze della città di Udine. Durante i periodi di osservazione, la presenza di femmine e maschi di A. flavipes è stata costante fra marzo e agosto con due picchi a maggio e luglio; ciò è in accordo con quanto riportato in letteratura, ove la specie è indicata come bivoltina. In entrambe le generazioni le proporzioni fra maschi e femmine sono apparse variabili nei diversi mesi. Adulti di A. flavipes hanno visitato in particolare piante in fiore appartenenti alla famiglia Asteraceae sulle quali sono stati rilevati rispettivamente il 49,3% e il 67,9% delle femmine e dei maschi; inoltre, sono stati osservati su piante di altre dieci famiglie, quali Lamiaceae, Fabaceae e Apiaceae. In particolare, le piante più visitate dalle femmine sono state Galinsoga parviflora, Leucanthemum vulgare, Thymus vulgaris, Trifolium repens e Coriandrum sativum, mentre i maschi sono stati osservati più frequentemente su Taraxacum officinale, L. vulgare, Crepis vesicaria e T. vulgaris. La specie, pertanto, è ampiamente polilettica. Poiché A. flavipes è un importante e utile impollinatore di piante sia coltivate che selvatiche, la sua presenza negli agroecosistemi va salvaguardata con azioni mirate, quali il mantenimento e la realizzazione di prati polifiti, siepi e aree non coltivate, in cui la specie possa trovare siti in cui nidificare e piante adatte su cui alimentarsi, nonché la corretta gestione delle rotazioni delle colture.
Parole chiave: Apoidei selvatici, Andrenidae, Impollinatori, Piante visitate, Salvaguardia Apoidei.
Abstract - We studied the population dynamics and floral preferences of Andrena flavipes PANZER (Hymenoptera, Apoidea, Andrenidae), a common wild pollinator bee in the Friuli Venezia Giulia region (north-eastern Italy). In the periods 1997-2000 and 2006-2012, from March to September periodical field observations were carried out on the occurrence and foraging activity of A. flavipes at four sites located near the city of Udine. During the observation periods, the occurrence of females and males of A. flavipes was constant between March and August with two peaks in May and July; these data are in agreement with the literature, where the species is indicated as bivoltine. In both generations, the proportions of males and females resulted variable in the different months. Adults of A. flavipes mainly visited flowering plants belonging to the Asteraceae family on which 49.3% and 67.9% of females and males were detected, respectively; moreover, adults were observed on plants of ten other families, such as Lamiaceae, Fabaceae and Apiaceae. In particular, the plants most visited by females were Galinsoga parviflora, Leucanthemum vulgare, Thymus vulgaris, Trifolium repens and Coriandrum sativum, while males were frequently observed on Taraxacum officinale, Crepis vesicaria and T. vulgaris. This species, therefore, is broadly polylectic. Since A. flavipes is an important and useful pollinator of both cultivated and wild plants, its occurrence in agroecosystems must be preserved with planned actions, such as the maintenance and restoration of meadows, hedgerows and uncultivated areas, where the species can find suitable nest sites and plentiful food sources, as well as the correct management of crop rotations.
Key words: Wild bees, Andrenidae, Pollinators, Foraging plants, Bees conservation.
Riassunto breve - In questo lavoro vengono riportati i risultati dei monitoraggi della popolazione riproduttiva di Occhione (Burhinus oedicnemus) nella ZSC IT3320029 “Confluenza Fiumi Torre Natisone” (Friuli Venezia Giulia), effettuati nel 2013. Le indagini hanno rivelato la presenza di quattro nidi all’interno della ZSC ed uno ai margini della stessa. La distanza media tra i nidi era di 1870 metri; i nidi si trovavano ad una quota media di 45,4 metri s.l.m. e distavano mediamente 66,2 metri dalle formazioni arbustivo-arboree più prossime. Ciascun nido conteneva due uova ed era collocato in habitat di greto con vegetazione erbacea. La densità della popolazione nidificante nel 2013 era di 1,3 coppie/100 ettari. I dati raccolti forniscono un primo set di informazioni che vanno ed aggiornare le conoscenze pregresse e che consentono di raffinare il quadro conoscitivo su un importante specie d’interesse conservazionistico presente all’interno della ZSC IT3320029 “Confluenza Fiumi Torre Natisone”.
Parole chiave: Occhione, Burhinus oedicnemus, ZSC IT3320029, T. Torre, T. Natisone, Nidificazione.
Abstract - The purpose of this work is to report the results of the monitoring of the breeding population of the Stone Curlew (Burhinus oedicnemus) in the SCA IT3320029 “Confluenza Fiumi Torre Natisone” (Friuli Venezia Giulia), carried out in 2013. Investigations have revealed the presence of four nests within the SCA and one on the edge of it. The average distance between nests was 1870 metres; the nests were located at an average altitude of 45.4 metres above sea level and, on average, they were 66.2 metres away from the nearest shrubs and trees. Each nest contained two eggs and was placed in grassy-gravel riverbeds habitats. The density of the breeding population
in 2013 was 1.3 pair/100 hectares. The data collected provide a first set of information to update prior knowledge and allow to perfect the cognitive framework of an important species of conservation concern present within the SCA IT3320029 “Confluenza Fiumi Torre Natisone”.
Key words: Stone curlew, Burhinus oedicnemus, SCA IT3320029, Torre river, Natisone river, Nesting.
Riassunto breve - Gli Autori definiscono la situazione attuale e la distribuzione di 118 specie animali di Interesse Comunitario protette dalla Direttiva 93/43/CEE in Friuli Venezia Giulia (Italia nord-orientale). Esse appartengono a vari phyla e classi (Mollusca [6 specie], Annelida [1 specie], Arthropoda [27 specie], Vertebrata [84 specie]), inclusi a vari gradi di protezione negli allegati della Direttiva Habitat (All. II, IV, V). Nell’attuale situazione i principali problemi di conservazione riguardano varie specie igrofile legate alle pianure, altamente minacciate dall’agricoltura, dall’inquinamento e dalla frammentazione degli habitat. Un certo numero di specie legate alle praterie è invece minacciato dalla naturale espansione delle foreste in vari ambienti carsici e montani. La grande espansione del manto forestale sulla Catena Alpina, d’altra parte, ha sicuramente favorito varie specie forestali, come molti grandi e medi Carnivori.
Parole chiave: Direttiva Habitat 92/43/CEE, Protezione, Mollusca, Annelida, Arthropoda, Amphibia, Reptilia, Mammalia, Italia nord-orientale, Regione Friuli Venezia Giulia.
Abstract - The Authors outline the present situation and distribution maps of 118 animal species of European Community interest protected by the EU 92/43/EEC Directive in Friuli Venezia Giulia Region (North-eastern Italy). They belong to various phyla and classes (Mollusca [6 species], Annelida [1 species], Arthropoda [27 species], Vertebrata [84 species]), at various degrees of protection included in the lists of the so-called Habitat Directive (All. II, IV, V). In the present situation the main conservation problems concern various hygrophilous lowland-dwelling species, highly menaced from agriculture, pollution and habitat fragmentation. A lot of meadow-dwelling species, on the contrary, are menaced by forest expansion in various karstic and mountain environment. The great expansion of the mountain woods on the alpine mountain chain, on the other hand, has surely favoured various forest species, like a lot of big and medium Carnivores.
Key words: Habitat Directive 92/43/EEC, Protection, Mollusca, Annelida, Arthropoda, Amphibia, Reptilia, Mammalia, Northeastern Italy, Friuli Venezia Giulia Region.
Riassunto breve - Il genere Homo è nato, due secoli e mezzo fa, senza una precisa descrizione. Da allora ha continuato ad esistere in un limbo morfologico, anche quando si è reso evidente che i suoi confini si trovano ben oltre quelli della specie Homo sapiens, attualmente (cosa davvero insolita) il solo ominide vivente sul pianeta. A seguito dell’affermazione, alla metà del ventesimo secolo, del New Evolutionary Synthesis, i paleontologi estendono i confini del genere Homo aggiungendo di continuo nuove specie all’origine della sua esistenza, in una ricerca che non conosce fine del “primo” Homo. Questa ricerca si traduce nell’inclusione, nel genere Homo, di diverse forme fossili che hanno solo una tenue rivendicazione morfologica ad appartenere al genere monofiletico necessariamente definito da H. sapiens. Un notevole passo in avanti è stato fatto quando WOOD & COLLARD (1999) hanno sensatamente limitato il genere Homo alle specie H. sapiens, H. neanderthalinsis, H. heidelbergensis, H. erecuts e H. ergaster, rimuovendo i fossili classificati come H. abilis, o indicati genericamente quali “precursori del genere Homo”. Purtroppo questo saggio consiglio è stato in seguito ignorato, nel momento stesso in cui nuovi ritrovamenti o fossili ricostruiti virtualmente hanno continuato a essere inseriti nel genere, ritrasformando lo stesso in un “wastebasket” taxon. Come risultato, e per una serie di ragioni, molte autorità in materia ora riconoscono diverse discendenze all’interno del genere Homo, una datata addirittura a 2,8 milioni di anni. Di per se stessi né la più antica origine del genere, né la sua più antica diversificazione sono così improbabili. Tuttavia nessuna di queste possibilità è al momento supportata da una caratterizzazione morfologica coerente del genere; e suggerisco che una realistica concezione di quello che il genere Homo è - sia filogeneticamente che dal punto di vista adattativo - emergerà solo quando si arriverà a una soddisfacente definizione morfologica del genere.
Parole chiave: Ominidi, Ominini, Sistematica, Genere Homo, Percorsi evolutivi, Modelli evolutivi.
Abstract - The genus Homo was born, two and a half centuries ago, without precise definition. It has continued to exist in a morphological limbo ever since, even as it has become evident that its boundaries lie well beyond its living type species Homo sapiens, currently (and very unusually) the lone hominid on the planet. Following the triumph of the New Evolutionary Synthesis in the mid-twentieth century, paleontologists expanded the limits of the genus Homo by adding species at its early end, in a ceaseless quest for the “earliest Homo”. This pursuit has, however, resulted in the inclusion within Homo of several fossil forms that have only a very tenuous morphological claim to belong to a monophyletic genus necessarily defined by H. sapiens. Considerable progress was made in 1999, when WOOD & COLLARD sensibly restricted Homo to the species H. sapiens, H. neanderthalensis, H. heidelbergensis, H. erectus and H. ergaster, rejecting from it the fossils usually classified as H. habilis, H. rudolfensis, or “early Homo”. Sadly, this salutary advice has subsequently been ignored, as newly-found or virtually reconstructed fossils have continued to be received within the genus, converting it back into a wastebasket taxon. As a result, and for highly miscellaneous reasons, most authorities now recognize multiple lineages within Homo, one of them dating back as far as 2.8 Ma. In and of itself, neither an ancient origin of the genus, nor its early diversity, might be especially improbable. However, neither of these possibilities is currently supported by any coherent morphological characterization of the genus; and I suggest that a realistic notion of what Homo is - both phylogenetically and adaptively - will only emerge when a satisfactory morphological definition of the genus is arrived at.
Key words: Hominids, Hominins, Systematics, Genus Homo, Evolutionary pattern, Evolutionary models.
Riassunto breve - Viene proposta una nuova sezione geologica profonda attraverso le Prealpi e le Alpi Giulie a cavallo fra Friuli e Slovenia occidentale. Essa passa per il Pozzo Cargnacco 1 e con una traccia orientata SW-NE giunge nella Valle della Sava presso Kranjska Gora. Vengono analizzate le strutture compressive dinariche, i loro rapporti con i depositi di avanfossa, il coinvolgimento del Basamento e la geometria delle faglie trascorrenti sismogeniche del settore sloveno.
Parole chiave: Tettonica, Alpi Meridionali, Dinaridi, Friuli, Slovenia.
Abstract - The aim of this work is to propose a new deep geological section through the Julian Alps and Pre- Alps between Friuli and western Slovenia. It passes through the Pozzo Cargnacco 1 and with a track-oriented SW-NE arrives in the Sava Valley close to Kranjska Gora. Analyzes the Dinaric compressive structures, their relationships with foredeep turbidites, the involvement of the Basement and the geometry of the seismogenic strike-slip faults of Slovenian zone.
Key words: Tectonic, Southern Alps, Dinardes Friuli, Slovenia.
Riassunto breve - Vengono segnalati nel versante italiano delle Alpi Carniche, i generi Sphooceras FLOWER, 1962 e Andigenoceras GNOLI in KISELEV, 1992 (famiglia Sphooceratidae, sottolamiglie Sphooceratinae e Disjunctoceratinae) già presentati da SERVENTI (2011). Mentre sulla base di un esemplare ben conservato di Andigenoceras andigense KIESELEV, 1992 è stato possibile presentare per la prima volta la completa ridescrizione di questa specie, un altro esemplare, per il suo scarso stato di conservazione, viene lasciato a nomenclatura. Ci si sofferma sul significato paleogeografico dei due generi che risultano l’uno, Sphooceras, ampiamente distribuito in aree perigondwaniane come Perunica, Avalonia e Baltica, mentre la presenza dell’altro, Andigenoceras, permette di ipotizzare per la prima volta una connessione tra le Alpi Carniche e la lontana microzolla del Kazakhstan.
Parole chiave: Cefalopodi Nautiloidei, Paleogeografia, Tassonomia, Siluriano, Alpi Carniche, Italia nordorientale.
Abstract - The genera Sphooceras FLOWER, 1962 and Andigenoceras GNOLI in KISELEV, 1992, belonging to the family Sphooceratidae (subfamilies Sphooceratinae and Disjunctoceratinae), already discussed in SERVENTI (2011) are reported on the ltalian side of the Carnic Alps. Whereas a well preserved specimen of Andigenoceras andigense KIESELEV, 1992, has allowed for the first time the complete re-description of this species, a second specimen, owing the poor preservation, is left in open nomenclature. Furthermore, some typical features of the family Sphooceratidae, such as “truncation” and cameral deposits, are outlined and discussed. Finally, the palaeogeographic value of the two genera is pointed out. Sphooceras is a widespread taxon being reported along the peri-Gondwana area, like Perunica, Avalonia and Baltica, whereas the occurrence of Andigenoceras allow to suppose for the first time a connection between the Carnic Alps and the far microplate of Kazakhstan.
Key words: Nautiloid Cephalopods, Paleogeography, Taxonomy, Silurian, Carnic Alps, NE Italy.
Riassunto breve - Un resto fossile proveniente dal Lagerstätte cretaceo (Barremiano) del T. Cornappo (Nimis, Udine), originariamente identificato come un esemplare giovanile di chelone marino, è reinterpretato come parte della copetura di scaglie di un picnodonte (Pisces, Actinopterygii) conservata in modo inusuale.
Parole chiave: Pycnodontiformes, Lagerstätte del T. Cornappo, Cretaceo inferiore, Prealpi Giulie, Friuli.
Abstract - A fossil coming from the Cretaceous (Barremian) Lagerstätte of the Torrent Cornappo (Nimis, Udine), which was firstly identified as representing a juvenile sea turtle, is reinterpreted as a part of the scale covering of a pycnodontiform fish (Pisces, Actinopterygii) that is preserved in a quite unusual way.
Key words: Pycnodontiformes, T. Cornappo Lagerstätte, Lower Cretaceous, Julian Prealps, Friuli.
Riassunto breve - Viene proposto l’aggiornamento dei dati relativi alle segnalazioni di resti di Stephanorhinus kirchbergensis (JÄGER, 1839) in Europa e in Asia. La nota integra quanto già pubblicato (BILLIA 2011a) in precedenza.
Parole chiave: Rhinocerontidae, Pleistocene, Stephanorhinus kirchbergensis, Europa, Asia.
Abstract - An updated integration containing numerous other reports on Stephanorhinus kirchbergensis (JÄGER, 1839) remains in Europe and Asia is proposed here. The notes follow the previous paper (BILLIA 2011a).
Key words: Rhinocerontidae, Pleistocene, Stephanorhinus kirchbergensis, Europe, Asia.
Riassunto breve - In base ai materiali raccolti sulla superficie dei campi dagli appassionati scopritori dell’insediamento preistorico e a quelli emersi nel corso degli scavi, l’area di Meduno sembra essere stata frequentata quasi esclusivamente in un periodo compreso tra l’Eneolitico e il Bronzo Antico. Ciò vale non solo per le fosse e i pozzetti indagati nella parte meridionale del terrazzo fluviale, ma anche per il terrapieno difensivo che si sviluppa a nord di queste strutture per circa 115 m di lunghezza e 6-7 m di larghezza. Le datazioni al radiocarbonio disponibili per l’abitato si collocano tra IV e III millennio a.C. La particolare configurazione di questo insediamento è conosciuta in Europa occidentale e centrale con il nome di “éperon barré” o “sperone sbarrato”, con una funzione che nel caso di Meduno può essere di rifugio legato all’esistenza di una situazione generalizzata di insicurezza o piuttosto di controllo del territorio o di una via di passaggio. La produzione ceramica consente di fare alcune considerazioni dal punto di vista culturale, valutazioni che rafforzano l’ipotesi di molti autori secondo cui i repertori ceramici eneolitici della regione Friuli Venezia Giulia troverebbero poche correlazioni con i contesti delle altre regioni dell’Italia settentrionale e maggiori affinità con quelli orientali. Vengono inoltre presentati i dati paleoeconomici e paleoambientali.
Parole chiave: Eneolitico, Età del Bronzo, Sito fortificato, Italia nord-orientale.
Abstract - According to the archaeological materials recovered in the site during the survey and excavations, the prehistoric settlement of Meduno-Sach di Sotto seems to have been inhabited almost exclusively between the Copper Age and Early Bronze Age. This is valid not only for pits which were excavated in the southern part of the fluvial terrace, but also for the defensive earthwork that lies northernmost for about 115 m of length and 6-7 m of width. The available radiocarbon dates from the site and the earthwork are distributed from the 4th to the 3rd millennium BC cal. The particular typology of this archaeological site, which is known in western and central Europe with the name of “éperon barré”, has the possible role in its territory as a shelter tied to the existence of generalised situation of insecurity or rather as a control of the territory. The pottery production allows some considerations with the cultural point of view to be made, evaluations that reinforce the hypothesis of some scholars according to which the Copper Age pottery of Friuli Venezia Giulia region would find few correlations with the ones of the other region of Northern Italy and greater affinities with the eastern regions. Palaeoenvironmental and palaeoeconomic data are also presented.
Key words: Copper Age, Bronze Age, Fortified site, NE Italy.
Riassunto breve - In questo studio sono riportati i risultati dell’analisi di flora e vegetazione acquatica in 15 stazioni poste nelle risorgive del Basso Isontino (Comuni di Monfalcone, San Canzian d’Isonzo e Staranzano), area caratterizzata dalla coesistenza di ambienti di elevato valore naturalistico con siti fortemente antropizzati. I dati ottenuti hanno permesso di confermare ed incrementare la conoscenza relativa alla distribuzione di alcune comunità vegetali acquatiche nel Friuli Venezia Giulia. Rispetto, infatti, a studi precedentemente condotti nell’area in esame, sono state rilevate 12 nuove specie e 5 specie segnalate solo storicamente, di cui 2 prima del 1960 e 3 prima del 1920. È stata quindi condotta una correlazione tra parametri biotici e abiotici in ciascuna stazione al fine di verificarne la coerenza con la valutazione dello stato ecologico dei corsi d’acqua ottenuta dal calcolo del Rapporto della Qualità Ecologica relativamente all’indice biotico macrofitico “Biologique Macrophytique en Rivière” (RQE_IBMR) e dall’indice del Livello di Inquinamento dai Macrodescrittori per lo stato ecologico (LIMeco), entrambi previsti dal D.M. 260/2010.
Parole chiave: Analisi floristica, Macrofite acquatiche, Risorgive, Indice Macrofitico, Basso Isontino, Italia nord-orientale.
Abstract - This study reports the results of analysis about flora and aquatic vegetation of 15 sampling sites located in the springs area of the Isonzo lowland (municipalities of Monfalcone, San Canzian d’Isonzo and Staranzano), where high value naturalistic areas are placed close to others with a great human impact. Our data-set allow to confirm and increase the knowledge about distribution of some water plant communities in Friuli Venezia Giulia. We observed 12 new species and 5 species historically recorded contrary to previous observation in the same study area. Two species were observed before the 1960s and three before the 1920s. The correlation between biotic and abiotic parameters was investigated at each sampling site, in order to verify possible analogies with the results of the watercourses ecological state assessment. Ecological state surveys were conducted using the macrophytic index “Biologique Macrophytique en Rivière”, for which Ecological Quality Ratio was calculated (RQE_IBMR), and using the LIMeco index (Pollution Level Macro-descriptors related to the ecological state). Both indices are in line with the D.M. 260/2010.
Key words: Flora analysis, Aquatic macrophytes, Spring waters, Macrophytic index, Isonzo lowland, North-eastern Italy.
Riassunto breve - Il presente lavoro riguarda lo studio della flora e della vegetazione di due zone umide, denominate localmente “lame”, situate in Pian del Cansiglio (BL), all’interno di un’area interessata da pascolo di bestiame. Le lame sono denominate Lamaràz (torbiera) e Lama Lissandri (pozza d’alpeggio). Ai rilievi sono state associate le misure di pH e conduttività elettrica di suolo e acqua. I rilievi floristici hanno portato complessivamente all’individuazione di 103 specie di piante vascolari e 4 briofite (3 sfagni e 1 muschio). Nella Lama Lissandri sono state osservate 4 specie non precedentemente segnalate. Il rilievo della vegetazione ha permesso di suggerire che le cenosi del Lamaràz siano afferenti a due classi tipiche di torbiera (Scheuchzerio-Caricetea nigrae e cfr. Oxycocco-Sphagnetea), mentre quelle della Lama, alle classi Phragmiti-Magnocaricetea, Bidentetea tripartiti e Potametea. Le misure di pH e conduttività elettrica hanno permesso mettere in relazione le variazioni vegetazionali con quelle ecologiche. Dai risultati è emerso che il Lamaràz presenta una disposizione concentrica delle vegetazioni alla quale sono associate rilevanti differenze di tali parametri. La Lama Lissandri, invece, presenta una situazione frammentata ed eterogenea dovuta alle pressioni esercitate dall’uomo. A ciò si associa un’elevata ricchezza floristica.
Parole chiave: Parametri ecologici, Flora, Lama, Torbiera, Vegetazione, Cansiglio, Italia nordorientale.
Abstract - The present work concerns the analysis of flora and vegetation of two wetlands, locally called “lame”, located in the Cansiglio Plain (BL - Italy) in an area characterized by grazing. Moreover, pH and electrical conductance of soil and water samples have been measured. These two “lame” are so called Lamaràz (a mire) and Lama Lissandri (a pond). Floristic surveys brought to the overall identification of 103 vascular plant species and 4 Bryophyte (3 Sphagnum species and 1 moss). In the lama Lissandri were observed 4 species not recorded before. The vegetation relevé suggested to attribute to the Lamaràz two tipical mire vegetation classes (Scheuchzerio-Caricetea nigrae and cfr. Oxycocco-Sphagnetea), while the vegetation of the pool is included into the classes Phragmiti-Magnocaricetea, Bidentetea tripartiti and Potametea. By means of pH and electric conductivity measurements, it was possible to relate the variations in these two ecological parameters with the observed changes in vegetation. The results show a belt disposition of vegetation types in the Lamaràz, following the relevant ecological gradients. On the other hand, the Lama Lissandri showed a fragmented and heterogeneous pattern, due to anthropogenic pressures. To this characteristic is associated a high floristic richness.
Key words: Ecological parameters, Flora, Pond, Mire, Vegetation. Cansiglio, North-eastern Italy.
Abstract - Within the Project “Atlas of the Odonatofauna of the Friuli Venezia Giulia region”, additional remarks of the Odonata of the region (North-eastern Italy) was carried out in the years 2010-2014. The new data have allowed us to enrich the regional Checklist of Odonata with five species: Chalcolestes parvidens (ARTOBOLEVSKY, 1929) and Lindenia tetraphylla (VANDER LINDEN, 1825) that have not been observed previously in the region and Anax ephippiger (BURMEISTER, 1839), Gomphus vulgatissimus (LINNAEUS, 1758), and Sympetrum flaveolum (LINNAEUS, 1758) that have been detected in previous years. In addition, knowledge of the distribution of twelve species that are rare or of natural interest has been improved. At the present time the Checklist of Odonata of Friuli Venezia Giulia includes 62 species representing 66% of the Italian fauna. Two species, L. tetraphylla and Cordulegaster heros THEISCHINGER, 1979, are listed in the Annexes of the Habitats Directive. The list includes some species that have migratory tendencies and probably do not breed regularly in the region, such as L. tetraphylla and A. ephippiger. It is possible that in the near future other species might be found, some of which have already been reported for the region. Despite the considerable richness of species, we highlight a critical status for some species that are typical of mountain or alpine habitats, such as Coenagrion hastulatum (CHARPENTIER, 1825), C. heros, Somatochlora alpestris (SELIS 1840), S. arctica (ZETTERSTEDT, 1840), Sympetrum danae (SULZER, 1776) and Leucorrhinia dubia (VANDER LINDEN, 1825). In addition, Nehalennia speciosa (CHARPENTIER, 1840) is near extinction at the regional and national level due to the presence of just one breeding site located in a peat bog in the morainic hilly area.
Key words: Odonata, Damselflies, Dragonflies, Faunistic survey, Diversity, Conservation, North-eastern Italy.
Riassunto breve - Nell’ambito del Progetto “Atlante degli Odonati del Friuli Venezia Giulia”, negli anni 2010-2014 sono stati condotti ulteriori rilevamenti sulla fauna regionale a Odonati. Le osservazioni hanno permesso di aggiungere alla Checklist regionale degli Odonati cinque nuove specie: Chalcolestes parvidens (ARTOBOLEVSKY, 1929) e Lindenia tetraphylla (VANDER LINDEN, 1825) in precedenza non rilevate in regione, nonché Anax ephippiger (BURMEISTER, 1839), Gomphus vulgatissimus (LINNAEUS, 1758) e Sympetrum flaveolum (LINNAEUS, 1758) già osservate in anni precedenti. Inoltre, è migliorato il quadro delle conoscenze sulla distribuzione di dodici specie rare o di interesse naturalistico. Al momento attuale la Checklist degli Odonati del Friuli Venezia Giulia comprende 62 specie che rappresentano il 66% dell’odonatofauna italiana. Due specie, L. tetraphylla e Cordulegaster heros THEISCHINGER 1979, sono incluse negli allegati della Direttiva Habitat. Nell’elenco sono comprese alcune specie migranti che, probabilmente, non si riproducono regolarmente sul territorio regionale, quali L. tetraphylla e A. ephippiger. È possibile che nel prossimo futuro possano essere rinvenute altre specie, alcune delle quali già segnalate in passato per la regione. Nonostante la rilevante ricchezza di specie, si segnalano situazioni critiche relative ad alcune di esse, in particolare di ambiente montano o alpino, come Coenagrion hastulatum (CHARPENTIER, 1825), C. heros, Somatochlora alpestris (SELIS, 1840), S. arctica (ZETTERSTEDT, 1840), Sympetrum danae (SULZER, 1776) e Leucorrhinia dubia (VANDER LINDEN, 1825). Inoltre, Nehalennia speciosa (CHARPENTIER, 1840) appare prossima all’estinzione sul territorio regionale e nazionale, in quanto già da alcuni anni risulta presente in un unico sito riproduttivo localizzato in una torbiera nell’area collinare morenica.
Parole chiave: Odonata, Damigelle, Dragoni, Indagine faunistica, Biodiversità, Conservazione, Italia nord-orientale.
Riassunto - Viene presentato il catalogo delle collezioni di scolitidi e platipodidi del Museo Friulano di Storia Naturale di Udine, comprendenti reperti raccolti tra il 1887 e il 2010. Le collezioni contano complessivamente 1718 esemplari, provenienti per la maggior parte dal territorio nazionale ma anche da altri paesi europei. Di questi, 1694 appartengono alla sottofamiglia degli scolitidi, in cui sono rappresentate 78 specie delle 129 note per il territorio italiano. I platipodidi contano invece 24 esemplari appartenenti ad una sola specie delle tre presenti in Italia: Platypus cylindrus (FABRICIUS, 1792).
Parole chiave: Coleoptera, Scolytinae, Platypodinae, Catalogo, Collezioni entomologiche, Museo Friulano di Storia Naturale (Udine).
Abstract - The paper reports the catalog of the bark and ambrosia beetle collections (Coleoptera: Curculionidae; Scolytinae and Platypodinae) occurring in the Museum of Natural History of Udine (Friuli Venezia Giulia, NE Italy). The collections have a total of 1718 specimens collected between 1887 and 2010, both in Italy and in other European countries. Of these, 1694 specimens belong to 78 species of the 129 known for Italy. Only 24 specimens of Platypus cylindrus (FABRICIUS, 1792), one of the three species present in Italy, belong to the subfamily Platypodinae.
Key words: Coleoptera, Scolytinae, Platypodinae, Catalog, Collection, Museo Friulano di Storia Naturale (Udine), Bark and ambrosia beetles.
Riassunto breve - Nel presente lavoro vengono illustrati i dati relativi ai Gracillariidae appartenenti alla collezione Usvelli. Le sottofamiglie Gracillariinae, Lithocolletinae e Phyllocnistinae sono rappresentate con 62 specie in totale. Sono trattate alcune specie di particolare interesse: Parornix bifurca TRIBERTI, 1998, conosciuta solo in base ai due maschi della descrizione originale e di cui viene descritta la femmina per la prima volta, P. ornatella TRIBERTI, 1981, nuova per la fauna italiana, Phyllonorycter lapadiella (KRONE, 1909) e Caloptilia coruscans (WALSINGHAM, 1907), due specie poco conosciute. È inoltre citata Phyllonorycter hostis TRIBERTI, 2007, di cui sono presenti nella collezione alcuni paratipi.
Parole chiave: Lepidoptera, Gracillariidae, Nuove segnalazioni per l’Italia, Collezione Usvelli, Appennino settentrionale.
Abstract - In the present paper the Gracillariidae of the Usvelli’s collection are listed. The subfamilies Gracillariinae, Lithocolletiinae and Phyllocnistinae are represented with 62 species in total. Some species of particular interest are discussed: Parornix bifurca TRIBERTI, 1998 only known by the two males of the original description and the female is here described for the first time; P. ornatella TRIBERTI, 1981, new for Italian fauna; Phyllonorycter lapadiella (KRONE, 1909) and Caloptilia coruscans (WALSINGHAM, 1907), two species little known. It is also cited Phyllonorycter hostis TRIBERTI, 2007, of which paratypes are present in the collection.
Key words: Lepidoptera, Gracillariidae, New records for Italy, Usvelli’s Collection, Northern Apennines.
Riassunto breve - Si riporta un elenco di 163 specie di Lepidoptera Tortricidae rintracciati nel tempo nel “Carso Classico” (Altopiano del Carso italiano e sloveno, 122 taxa) e nei territori limitrofi in Friuli Venezia Giulia e in Slovenia. Pammene purpureana (CONSTANT, 1888) è citata per la prima volta nella fauna italiana, Cnephasia communana (Herrich-Schäffer, 1851), Lobesia bicinctana (Duponchel, 1844) e Dichrorampha sedatana (Busck, 1906) sono nuove per la Slovenia.
Parole chiave: Lepidoptera Tortricidae, Carso Classico, Friuli Venezia Giulia, Italia, Slovenia.
Abstract - A list of 163 species of Lepidoptera Tortricidae recorded mainly on the “Classic Karst” (Karst Plateuau, 122 taxa), but also in nearby territory of Italy and western Slovenia is reported. Pammene purpureana (CONSTANT, 1888) is new for Italian fauna. Cnephasia communana (Herrich-Schäffer, 1851), Lobesia bicinctana (Duponchel, 1844) and Dichrorampha sedatana (Busck, 1906) are new for Slovenia.
Key words: Lepidoptera Tortricidae, Classic Karst, Friuli Venezia Giulia, Italy, Slovenia.
Abstract - Aedes koreicus (EDWARDS, 1917) (Diptera, Culicidae) is an alien mosquito native to East Asia. In Europe, the species was first found in 2008 in Belgium and, subsequently, it was reported from Italy (regions Veneto and Lombardy and province of Trento), Switzerland, Russia and Germany. This species has similar biology and behaviour to the invasive Asian tiger mosquito Ae. albopictus (SKUSE, 1894). Ae. koreicus was detected in Friuli Venezia Giulia region in September 2015 in two sites in the Pordenone province, close to the border to Veneto where the species was reported since 2011. Unlike Ae. albopictus, which is widespread especially in the plain urban area of Friuli Venezia Giulia, Ae. koreicus seems to be better adapted at higher altitudes. Therefore, the spread in the hilly and mountain areas of Friuli Venezia Giulia is likely. The species is a supposed vector of arboviruses and filariae infecting humans and animals.
Key words: Invasive mosquito species, Alien species, Establishment, Vector-borne diseases.
Riassunto breve - La zanzara Aedes koreicus (EDWARDS, 1917) (Diptera, Culicidae), originaria dell’estremo oriente, è stata rinvenuta per la prima volta in Europa nel 2008 in Belgio e successivamente in Italia (Veneto, Lombardia e Provincia autonoma di Trento), Svizzera, Russia e Germania. Ae. koreicus presenta biologia e comportamento simili a quelli di Ae. albopictus (SKUSE, 1894), la nota zanzara tigre. Il primo rinvenimento di Ae. koreicus in Friuli Venezia Giulia è avvenuto nel settembre 2015 in due comuni della provincia di Pordenone, confinanti con le località venete nelle quali la specie risulta insediata dal 2011. A differenza di Ae. albopictus, diffusa soprattutto nelle aree urbane di pianura del Friuli Venezia Giulia, Ae. koreicus sembra adattarsi meglio a quote maggiori. Pertanto, potrebbe diffondersi aggiungendosi alla molesta zanzara tigre in pianura, ma soprattutto sostituirsi ad essa nelle aree pedemontane e montane della regione. È una specie sospettata vettore di arbovirus e filarie all’uomo e agli animali.
Parole chiave: Zanzara invasiva, Specie alloctona, Insediamento, Vettore di agenti patogeni.
Riassunto breve - L’Autore presenta i risultati di undici anni di monitoraggi (2002-2012) del Gufo reale nella provincia di Pordenone (Friuli Venezia Giulia, Italia nord-orientale). In questo periodo sono stati seguiti 12 territori della specie, localizzati in base ai canti territoriali. È stato possibile verificare una densità complessiva di 0,89 territori/100 km2 nell’intera area studiata, con una distanza media tra territori di nidificazione di 8,8 km. L’altitudine media dei nidi si è collocata attorno ai 400 metri sul livello del mare; essi erano localizzati su rocce strapiombanti, su versanti molto scoscesi, in una cava di versante attiva e in una non attiva. Le ovo-deposizioni si sono verificate tra febbraio e marzo. Sono state raccolte sia borre intere di Gufo reale, sia vari resti di cibo (materiale da borra disgregata, resti di prede parzialmente consumate, ecc.). Questi resti dell’alimentazione erano soprattutto riferibili a mammiferi e uccelli, ma nell’area di studio la dieta di questo predatore generalista comprendeva anche insetti, anfibi e pesci, a volte presenti nelle borre studiate. Nell’area indagata le linee elettriche sono la principale causa di mortalità non naturale per il Gufo reale.
Parole chiave: Gufo reale, Distribuzione, Ecologia, Provincia di Pordenone, Italia nord-orientale.
Abstract - The Author presents the results of eleven years of monitoring (2002-2012) of the Eagle owl in the Pordenone province (Friuli Venezia Giulia Region, North-eastern Italy). In this period 12 nesting territories of the species have been surveyed, localizing them on the basis of the territorial songs emitted by breeding owls. Has been verified an overall density of 0,89 territories/100 km2 in the whole surveyed area, with an average distance between territories of 8,8 km. The altitude of the nests on an average does not exceeded 400 metres above sea level; they were located on cliffs, on very steep slopes, in an active quarry and in another one non-active. The egg-depositions were carried out between February and March. Both Eagle owl-pellets and other food remains were collected (loose material, partially consumed carcasses, etc.). These food remains were mainly referred to mammals and birds, but in the study area the diet of this generalist predator also included insects, amphibians and fishes, sometime present in the studied pellets. In the surveyed area the collision with electric lines is the main cause of non-natural mortality for the Eagle owl.
Key words: Eagle owl, Distribution, Ecology, Pordenone province, North-eastern Italy.
Riassunto breve - Nell’ambito di una ricerca ecologico-tassonomica sulla donnola (Mustela nivalis) in un’area delle Dolomiti Friulane, è stata indagata la comunità microteriologica presente, per poter confrontare i dati ottenuti con lo spettro alimentare del mustelide. A tal proposito sono stati utilizzati 100 cone traps e 60 trappole a cassetta, posizionati in differenti habitat, per un periodo di circa un anno, integrando i dati ottenuti con informazioni qualitative su taxa non catturabili con queste metodologie (specie arboricole o con tendenze fossorie). Lo studio ha evidenziato una microteriocenosi tipica di un’area prealpina, con prevalenza di entità caratteristiche di ambienti boscati, con presenza di elementi strettamente legati a particolari habitat (ad es. macereti). Gli studi effettuati hanno permesso di individuare all’interno dell’area complessivamente presa in esame 9 taxa; per le catture da cone-traps è stato possibile elaborare grafici di abbondanza relativa nelle diverse tipologie ambientali e di presenza percentuale nella comunità totale.
Parole chiave: Rodentia, Soricomorpha, Parco Regionale Dolomiti Friulane, Italia nord-orientale.
Abstract - During an eco-taxonomic research on the weasel (Mustela nivalis) in an area of the Friulian Dolomites, it was investigated the small mammals community, in order to compare the data obtained with the diet of the weasel in the same area. In this regard we used 100 cone traps and 60 box traps (type Whitlock), placed in different habitats, for a period of about a year, integrating the data obtained with qualitative information on other taxa not captured with these methodologies. The study showed a community typical of a pre-Alpine area, with prevalence of entities characteristic of wooded areas, with the presence of elements closely connected to particular habitats such as rock debris. The research has led to the identification of 9 species overall; for the taxa caught by cone-traps it was possible to process graphics of the relative abundance for each habitat and presence percentage in the total community.
Key words: Rodentia, Soricomorpha, Dolomiti Friulane Regional Park, North-eastern Italy.
Abstract - Distribution of two alpine-boreal bat species - Northern bat Eptesicus nilssonii and parti-coloured bat Vespertilio murinus - in Friuli Venezia Giulia Region is presented. All records collected until December 2015 are gathered and mapped onto 10x10 km UTM quadrats. Besides literature data, unpublished records due both to the accidental finding of individuals and to an extensive bat-detector survey conducted in 2014-2015 are included. Both species seem to be spread all over the region, from mountains to the lowlands, also up to the North Adriatic coast. Despite this, their reproduction in the region has not been ascertained yet. The findings of some nulliparous females of V. murinus indicate high probability that the species reproduces here. We show that accidental information from public and the use of bat detectors can increase enormously knowledge on both bat species, which are very difficult to find at the roosts.
Key words: Eptesicus nilssonii, Vespertilio murinus, Friuli Venezia Giulia Region, Distribution, Accidental findings, Bat-detector survey.
Riassunto breve - Gli Autori definiscono la situazione distributiva di due specie di pipistrelli boreo-alpini nella regione Friuli Venezia Giulia (Italia nord-orientale) utilizzando tutti i dati raccolti entro il mese di dicembre 2015, mappati secondo il reticolo UTM 10x10 km. I dati derivano dallo spoglio della letteratura scientifica, da catture accidentali e da dati bio-acustici raccolti nel corso del 2014 e 2015. Eptesicus nilssonii e Vespertilio murinus sembrano essere abbastanza comuni nella regione studiata, dove volano sia sui monti, sia sulle pianure, spingendosi talora fino alla costa alto Adriatica. Nonostante questa ampia distribuzione regionale, la loro riproduzione non è ancora stata localmente dimostrata. La raccolta di diverse femmine nullipare di V. murinus, tuttavia, indica che la sua riproduzione in queste zone è molto probabile. Dai dati di cui si riferisce appare evidente che la raccolta di dati occasionali e l’utilizzo del bat-detector possono aumentare enormemente le conoscenze su entrambe le specie, per le quali è molto difficile individuare i siti di sosta e riproduzione.
Parole chiave: Eptesicus nilssonii, Vespertilio murinus, Regione Friuli Venezia Giulia, Distribuzione, Catture accidentali, Survey bio-acustiche condotte con bat-detector.
Riassunto breve - Nell’occasione del 50° della scomparsa di Michele Gortani e del 40° del tragico terremoto che ha colpito il Friuli nel 1976, viene delineata l’attività svolta da Gortani stesso in occasione del sisma che ha interessato le Prealpi Carniche nord-orientali nel 1928. Le azioni del geologo carnico sono state approfondite dal punto di vista scientifico ed incisive nell’ambito politico e sociale.
Parole chiave: Michele Gortani, terremoto 1928, Carnia, Italia nord-orientale.
Abstract - On the occasion of the 50th anniversary of the death of Michele Gortani and the 40th of the tragic earthquake that hit Friuli in 1976, it is outlined the work done by Gortani same during the earthquake that hit the north-eastern Carnic Pre-Alps in 1928. The actions of the geologist were devolped from a scientific perspective and incisive in the political and social.
Key words: Michele Gortani, 1928 earthquake, Carnia, NE Italy.
Riassunto breve - Gli affioramenti presenti nei pressi del Lago Avostanis costituiscono un ottimo esempio di continuità con i giacimenti ben più importanti del Monte Avanza e di Comeglians. Lo studio geologico di dettaglio dell’area ha permesso di rilevare strutture, associabili a faglie o a paleocarsismo, formatesi a seguito di esposizioni subaeree, al cui interno sono stati rinvenuti affioramenti in tracce di azzurrite e malachite. La ricerca accurata dei minerali, nella pietraia sottostante la Creta di Timau, ha consentito il riconoscimento di oltre 40 specie, tra le quali: beaverite-(Cu), beudantite, camerolaite, carminite, cinabro, cuproromeite, dickite, eritrite, duftite, jarosite, langite, linarite, mimetite, olivenite, plumbojarosite, scorodite, segnitite e zincolivenite.
Parole chiave: Minerali, paleocarsismo, Devoniano, Carbonifero, Alpi Carniche.
Abstract - The porous, mineral-bearing, chert outcrops located in the surroundings of the Avostanis Lake represent a nice example of lateral continuity with the better known and larger deposits of Mount Avanza and Comeglians. The detailed geological analysis of the studied area allowed to recognize and map these deposits which include traces of malachite and azurite minerals, which formation might be related either to paleokarst or synsedimentary faulting geological contexts. The detailed sampling and analysis of the minerals along the base of the Creta di Timau eastern cliff, allowed to recognize more than 40 mineral species, including beaverite-(Cu), beudantite, camerolaite, carminite, cinnabar, cuproromeite, dickite, erythrite, duftite, jarosite, langite, linarite, mimetite, olivenite, plumbojarosite, scorodite, segnitite and zincolivenite.
Key words: Minerals, paleokarst, Devonian, Carboniferous, Carnic Alps.
Riassunto breve - Nell’articolo vengono riportate le caratteristiche di 43 minerali di grotta finora identificati nel Friuli Venezia Giulia. Sono compresi in queste classi: ossidi e idrossidi, carbonati, solfati, fosfati, silicati. Le principali scoperte sono state effettuate a partire dal 1984, grazie soprattutto all’uso della diffrattometria a raggi X. Alcuni ritrovamenti sono stati i primi in Italia. Queste ricerche hanno dimostrato che nelle grotte sono presenti più fasi mineralogiche di quanto si ritenesse in passato. Il ritrovamento di questi minerali, pertanto, porta un utile contributo alla conoscenza del carsismo sotterraneo, poiché sono il prodotto di reazioni chimiche qui avvenute, inoltre, spesso sono stabili solo in determinate condizioni ambientali.
Parole chiave: Minerali di grotta, Friuli Venezia Giulia.
Abstract - In this paper we displays the features of the until now identified 43 cave minerals found in Friuli-Venezia Giulia Region.
They are included in these classes: oxides and hydroxides, carbonates, sulphates, phosphates, silicates. The main discoveries have been made since 1984, thanks mainly to the use of X-ray diffraction. Some findings were the first in Italy. These researches have shown that in the caves there are more mineral phases then previously believed. The discovery of these minerals, therefore, bring a useful contribution to the knowledge of the karst underground, since they are the product of chemical reactions that occurred there, moreover, they are often stable only under certain environmental conditions.
Key words: Cave minerals, Friuli Venezia Giulia.
Riassunto breve - Viene presentata una panoramica dei ritrovamenti di resti relativi a Stephanorhinus kirchbergensis (JÄGER, 1839) iniziando dalla Cava Italcementi (attualmente non più attiva) ubicata a Vernasso presso Cividale del Friuli (Udine, Friuli, Italia nordorientale), per proseguire con quelli provenienti da altre località dell’Italia nord-orientale, nonché da alcuni altri depositi situati in aree limitrofe (Austria, Slovenia, Croazia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca). Sino alla data attuale, i resti rinvenuti a Vernasso restano l’unica testimonianza di questa specie in Friuli. Questi, unitamente a quelli provenienti da Šaľa (circa 60 km a est di Bratislava, distretto di Šaľa, regione di Nitra, Slovacchia sud-occidentale), rinvenuti nel 1973, rivestono un interesse particolare. Purtroppo i dati stratigrafici non sono quasi mai disponibili. Valutando il numero – relativamente limitato - di siti dislocati in Eurasia dove è stato rinvenuto durante gli ultimi due secoli, S. kirchbergensis resta – al di là di ogni altra considerazione - una specie rara. Una panoramica generale relativa alle segnalazioni di S. kirchbergensis sul territorio eurasiatico è già disponibile in BILLIA (2008; 2011; 2014) e BILLIA & ZERVANOVÁ (2015). Con l’occasione, vengono riportati anche i dati relativi a significativi ritrovamenti, nelle medesime aree, di rinoceronti oligo-mio-pliocenici. Per il territorio ungherese, sono disponibili anche dati relativi a un ritrovamento di età eocenica.
Parole chiave: Rhinocerotidae, Stephanorhinus kirchbergensis, Eocene, Oligocene, Miocene, Pliocene, Pleistocene, Italia, Europa.
Abstract - Stephanorhinus kirchbergensis (JÄGER, 1839) remains were recovered into a quarry at Vernasso/Dolenj Barnas near Cividale del Friuli (Udine, Friuli), in other Northeastern Italian provinces located in Friuli Venezia Giulia and Veneto as well as on adjacent territories (Austria, Slovenia, Croatia, Hungary, Slovakia, and Czech Republic). Of particular interest appear the remains from Vernasso and those from Šaľa (about 60 km east of Bratislava, Săľa district, Nitra region, Southwestern Slovakia) found in 1973. In several cases, no stratigraphical data are unfortunately available. In any case, until today S. kirchbergensis was rarely been found everywhere in Eurasia during last two centuries. For more details on the S. kirchbergensis records in Eurasia vide in BILLIA (2008; 2011; 2014) and BILLIA & ZERVANOVÁ (2015). In addition, selected reports on Oligo-Mio-Pliocene rhinoceros remnants found in the same areas are also taken into consideration. In one case, data on a Hungarian find of Eocene age is also listed.
Key words: Rhinocerotidae, Stephanorhinus kirchbergensis, Eocene, Oligocene, Miocene, Pliocene, Pleistocene, Italy, Europe.
Riassunto breve - A distanza di quindici anni dalla pubblicazione della prima raccolta sistematica di dati sui reperti preistorici/protostorici in “pietra verde” - lame d’ascia, asce forate e altri manufatti in pietra levigata - provenienti da siti del Carso triestino (MONTAGNARI 2001), è stata fatta una nuova revisione, presentata analiticamente in questa sede. Il riesame è stato considerato particolarmente utile anche perché un progetto interdisciplinare avviato a seguito dei primi studi sulla “pietra verde” ha portato a risultati di grande interesse soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione e provenienza dei vari tipi di roccia usati e, conseguentemente, nella definizione dei contatti culturali che i diversi luoghi di origine possono suggerire. La presente nota riporta così in appendice il catalogo aggiornato delle “pietre verdi” rinvenute nel Carso triestino.
Parole chiave: “Pietra verde”, Carso triestino, preistoria/protostoria, progetto interdisciplinare.
Abstract - A new analysis of prehistoric and protohistoric “greenstone” artefacts - axe blades, shaft-hole axes and other polished stone artefacts - found in the Trieste Karst (MONTAGNARI 2001) has been made 15 years after the first systematic collection of data. This analysis has been carried out also because the interdisciplinary project stimulated by the first studies on “greenstone” has obtained very interesting results in particular on the characterization and provenance of the different rock types used, and, consequently, on the possible cultural links suggested by their diversified origin. The note is supplemented by an updated catalogue of “greenstones” found in the Trieste Karst.
Key words: “Greenstone”, Trieste Karst, prehistory/protohistory, interdisciplinary project.
Riassunto breve - Si presentano i risultati dello studio archeozoologico dei materiali che provengono dal grande canale di Piancada (Palazzolo dello Stella, UD), sito neolitico della bassa pianura friulana la cui frequentazione si inquadra, forse con alcune cesure, tra la metà del VI millennio a.C. e i primi secoli del V millennio a.C.. L’insieme faunistico esaminato proviene dagli scavi 2001-2002 del canale del sito neolitico, ma lotti faunistici relativi ai primi tratti indagati della struttura negli anni 1992-2000 sono stati già studiati e pubblicati dalla scrivente. La fauna rappresentata nel campione, scaricata nel canale come esito di attività svolte nei pressi, è formata in massima parte da specie domestiche (caprovini, suini e bovini in quest’ordine) cui si associano scarsi reperti di cervo, capriolo e, forse, di cinghiale; il complesso faunistico è completato da resti di malacofauna riferibili in massima parte al Cerastoderma glaucum, bivalve tipico dei fondali bassi e sabbiosi, e a qualche specie terrestre. Viene confermata la presenza a Piancada di una fauna già pienamente domestica in un contesto di Neolitico Antico-Medio.
Tracce di macellazione sono state riscontrate su pochi reperti, a causa delle pessime condizioni di conservazione dei materiali, e quasi esclusivamente sulle ossa dei bovini, documentando le diverse fasi della catena operativa della macellazione delle carcasse.
Parole chiave: Archeozoologia, Neolitico Antico, Neolitico Medio, Italia nordorientale, fauna domestica.
Abstract - The paper aims to explain the results of the archaeozoological study of faunal remains coming from the drain ditch of Piancada (Palazzolo dello Stella, UD), a neolithic settlement in the low Friuli plain whose attendance is framed, perhaps with some ruptures, between the middle of the sixth millennium BC and the first centuries of the fifth millennium B.C. The faunal sample comes from the 2001-2002 excavations of the neolithic drain ditch, but archaeozoological remains referring to the first sections of the structure investigated between 1992 and 2000 have already been studied and published by the author. The fauna represented in the sample, dumped into the ditch as a result of activities carried out by people living near by, is composed mostly of domestic species (sheep/goat, pigs and cattle) which are associated with deer, roe deer and boar; the faunal record is completed by the remains of molluscs, the most part relating to Cerastoderma glaucum, bivalves commonly found in sandy sea bed, and some terrestrial species. The archaeozoological analysis supports the presence of an already fully domestic fauna in the Early-Middle Neolithic site of Piancada.
Slaughter traces were found on a few remains, and almost exclusively on cattle bones, recording the different stages of the operational chain of slaughter activities.
Key words: Archaeozoology, Early Neolithic, Middle Neolithic, Northeastern Italy, domestic animals.
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