
Riassunto - L’espansione dell’agricoltura e la frammentazione degli habitat esercitano forti pressioni ambientali e sono fra le principali minacce per la biodiversità. Negli ambienti forestali planiziali, in cui queste pressioni sono particolarmente pesanti, è importante mettere in atto misure di conservazione che possano arrestare la perdita di biodiversità e, ove possibile, ripristinarla. Di particolare importanza per tale scopo è la conservazione dei picchi, quali “costruttori di biodiversità” e specie chiave di molti ecosistemi. Le quattro specie di Picidi prese in considerazione in questo lavoro sono il picchio rosso maggiore, Dendrocopos major, il picchio rosso minore, Dryobates minor, il picchio cenerino, Picus canus, e il picchio nero, Dryocopus martius. Queste ultime due sono inserite nell’allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE che prevede speciali misure di conservazione con particolare riguardo all’habitat. L’area di studio è situata lungo l’ultimo tratto del fiume Isonzo, all’interno del sito Natura 2000 IT3330005 Foce dell’Isonzo-Isola della Cona e della Riserva Naturale Regionale Foce dell’Isonzo. Questo lavoro si pone l’obiettivo di indagare quali siano i fattori che localmente identificano l’habitat delle specie in questione, analizzandone la distribuzione in relazione alla vegetazione e alla struttura ed età forestale. In questo modo si vogliono fornire dei dati utili per attuare una gestione ottimale delle aree boschive planiziali in funzione alla conservazione delle specie considerate. Per monitorare la presenza delle specie, sono stati svolti campionamenti primaverili con la tecnica dei punti di ascolto con utilizzo del playback. Successivamente, è stato possibile individuare ipotetici centri di gravitazione delle coppie di picchi in cui è stata analizzata la composizione struttura forestale. In ogni punto, sono state raccolte informazioni circa la composizione specifica dello strato erbaceo, arbustivo ed arboreo, la presenza di legno morto, il diametro e l’altezza degli alberi e la struttura e l’origine del popolamento. I risultati ottenuti mostrano che la composizione specifica del solo strato arboreo non influisce significativamente sulla distribuzione dei Picidi nell’area di studio. Considerando la flora complessiva è stato invece possibile osservare differenze negli habitat utilizzati, in particolar modo per quanto riguarda quello di Picus canus. Le variabili che più hanno influenzato la scelta degli habitat dei Picidi nell’area di studio sono quelle relative alla struttura forestale, in particolar modo l’età del bosco, l’area basimetrica del legno morto, il numero di piante per ettaro e la copertura legnosa del popolamento. In particolare, è stato possibile notare una maggiore predilezione da parte di Dryobates minor per boschi con elevata copertura legnosa e densità di alberi e, al contrario, una preferenza per boschi più aperti nel caso di Picus canus. È risultato che Dryocopus martius preferisce popolamenti vecchi e con grandi quantità di legno morto ed è stata confermata la grande adattabilità di Dendrocopos major, che si dimostra essere la specie meno esigente per quanto riguarda l’habitat. Gran parte di queste osservazioni possono essere spiegate dalle diverse abitudini alimentari e riproduttive delle quattro specie. Questo studio ci suggerisce che un bosco lasciato a evoluzione naturale abbinato a zone con gestione forestale sostenibile sia favorevole per una maggior diversità di picidi, in particolare per le due specie di direttiva che necessitano di maggiore necromassa e di alberi di maggiori dimensioni.
Parole chiave - Picidae, Boschi ripariali, Ecologia forestale, Legno morto, Comunità vegetali
Abstract - Expansion of agriculture and fragmentation of habitats exert strong environmental pressures and are among the main threats to biodiversity. In lowland forests, where these pressures are particularly high, it is important to implement conservation measures that can stop and reverse the loss of biodiversity. Particularly important for this purpose is the conservation of woodpeckers, “builders of biodiversity” and key species of many forest ecosystems. The four species of Picidae considered in this work are the great spotted woodpecker, Dendrocopos major, the lesser woodpecker, Dryobates minor, the grey woodpecker, Picus canus, and the black woodpecker, Dryocopus martius. These last two are included in Annex I to the Birds Directive 2009/147/EC, which provides for special conservation measures, particularly as regards habitat. The study area is located along the final stretch of the river Isonzo, within the Natura 2000 site Foce dell’Isonzo-Isola della Cona and the Regional Nature Reserve Foce dell’Isonzo. This work aims at investigating the ecological factors that locally identify the habitat of the studied species, analysing their distribution in relation to the plant community composition, structure, and age of the forest stands. We aimed to provide useful data for an optimal management of these forests, to implement a better conservation of the species considered. Spring samples were taken with the technique of listening points within reproduction sites to characterize the species distribution. Relying on these data, it was possible to identify hypothetical centres of the woodpecker home ranges, where we analysed the forest stand composition and structure. At each site, we recorded plant species composition of the herb, shrub, and tree layers, presence of dead wood, diameter and height of the trees and structure and origin of the stand. Our results showed that the specific composition of the tree layer does not significantly affect the distribution of Picids in the study area but considering the overall flora it was possible to observe differences in the habitats used, particularly for Picus canus. The most important variables determining the choice of the habitats of woodpeckers were related to the forest structure, in particular the age of the wood, the basal area of the dead wood, the number of plants per hectare and the woody cover of the stand. We evidenced a preference by Dryobates minor for woods with high woody cover and density of trees and, in contrast, a preference for more open woods in the case of Picus canus. Dryocopus martius preferred old stands with large quantities of dead wood and has been confirmed the great adaptability of Dendrocopos major, which proved to be the least demanding species in terms of habitat. Most of these observations can be explained by the different feeding and reproductive habits of the four species. This study suggests that a natural evolution combined with a sustainable forest management is favourable to all species, particularly for the two species included in Birds Directive, that need more dead wood and larger trees.
Key words - Woodpecker, river woods, forest ecology, dead wood, plant communities
Riassunto - L’ecologia di una popolazione di Lasius niger presente nei prati del Cansiglio (Prealpi Orientali) è stata indagata mediante il censimento e l’analisi dei nidi rilevati in sette aree particolarmente vocate per la specie. Complessivamente sono stati trovati 574 nidi e tra questi 398 sono stati analizzati a seguito della raccolta dei dati inerenti il volume, l’esposizione, la pendenza del suolo, la vegetazione ed il tipo di gestione dell’area con particolare riguardo alla presenza di animali pascolanti.
Parole chiave - Lasius niger (Hymenoptera: Formicidae), ecologia, Cansiglio (Prealpi Orientali).
Abstract - The ecology of a Lasius niger population settled in the Cansiglio meadows (Eastern Pre-Alps) has been investigated by means of census and analysis of the nests found in seven areas particularly suitable for the species. A total of 574 nests were found and among these 398 were analyzed following the collection of data on volume, exposure, soil slope, vegetation and type of area management with particular attention to the presence of grazing animals.
Key words - Lasius niger (Hymenoptera: Formicidae), ecology, Cansiglio (NE Alps).
Abstract - The results of researches on the lepidopteran fauna of the Prealpi Giulie Natural Park (Province of Udine, Friuli Venezia Giulia) are presented. The research was mainly conducted in two types of mountain habitats of the Park, the beech woods and the meadows-pastures, as well as in other various habitats. A total of 1489 species of lepidoptera have been recorded, a number of species that may be regarded as extraordinary, with probably almost about 50% of the estimated regional fauna of Lepidoptera. The lepidopterological communities of the main environmental typologies investigated are analyzed from an ecological and faunistical point of view. From a chorological point of view, the importance of the European faunal elements is corroborated by a considerable diversity of 36 alpine endemics, which are of particular conservational value. Six species are protected by annex 2 and/or 4 of the Fauna-Flora-Habitat Directive of the EU. Leucoptera lathyrifoliella is new to the Italian fauna, while Agonopterix lidiae was recognized as new to Science.
Key words: Lepidoptera, NE Italy, Friuli Venezia Giulia, South-Eastern Alps, New records.
Riassunto - Nel presente lavoro vengono riportati i risultati di una ricerca pluriennale sulla lepidotterofauna del Parco Naturale delle Prealpi Giulie (Provincia di Udine, Friuli Venezia Giulia). La ricerca è stata condotta principalmente in due tipologie di habitat montani del Parco, le faggete e i prati-pascoli, oltre che in altri vari habitat. Sono state registrate complessivamente 1489 specie di lepidotteri, un numero straordinario che raccoglie probabilmente il 50% dell’intera lepidotterofauna del Friuli Venezia Giulia. Vengono analizzate sotto il profilo ecologico e faunistico le comunità lepidotterologiche delle principali tipologie ambientali indagate. Per ciò che riguarda l’aspetto corologico, si evidenzia una importante componente di specie europee, che includono 36 endemiti alpini, un elemento di particolare valore conservazionistico. Sei specie risultano inserite negli allegati 2 e 4 della Direttiva Habitat. Leucoptera lathyrifoliella è risultata essere nuova per la fauna italiana, mentre Agonopterix lidiae è stata riconosciuta come nuova per la Scienza.
Parole chiave: Lepidoptera, Italia nord-orientale, Friuli Venezia Giulia, Prealpi Giulie, Nuove segnalazioni.
Riassunto breve - Il castoro eurasiatico Castor fiber si è estinto in gran parte dell’Europa tra il Medioevo e il XIX secolo. A partire dagli inizi del 1900, leggi di protezione e reintroduzioni autorizzate/non autorizzate hanno avuto luogo in gran parte degli stati europei e la popolazione di questa specie è ora diffusa tra la Spagna settentrionale e la Mongolia occidentale. In Europa, il principale predatore del castoro eurasiatico è il lupo Canis lupus. In questo lavoro preliminare, abbiamo studiato la dieta del lupo in un’area fluviale dell’Italia centrale (provincia di Arezzo), dove un nucleo di castoro europeo è presente almeno dal 2019. Abbiamo raccolto 69 escrementi tra il 2021 e il 2022. Non abbiamo trovato alcuna prova di consumo di castoro da parte del lupo: le principali prede nell’area di studio sono risultate il cinghiale Sus scrofa e la nutria Myocastor coypus, seguiti da ovini domestici Ovis aries e cervidi.
Parole chiave: - Canis lupus; Castor fiber; alimentazione; frequenza relativa; volume relativo; ricolonizzazione dell’Italia.
Abstract - The Eurasian beaver Castor fiber went extinct throughout most of Europe between Medieval times and the XIX century. Since early 1900, protection laws and authorised/unauthorised reintroductions have occurred in most countries and the population of this species is now widespread between Northern Spain and Western Mongolia. In Europe, the main predator of the Eurasian beaver is the grey wolf Canis lupus. In this preliminary work, we aimed to assess the wolf diet in an area of Central Italy where beavers occurred at least since 2019. We collected 69 scats in a riverine area in the province of Arezzo between 2021 and 2022. We did not find any evidence of beaver consumption: the main prey species in the study area were the wild boar Sus scrofa and the coypu Myocastor coypus, followed by domestic sheep Ovis aries and cervids.
Key words - Canis lupus; Castor fiber; diet; relative frequency; relative volume; Italian recolonization.
Riassunto breve - Le popolazioni di cinghiale del Parco Regionale dei Colli Euganei (Veneto, Provincia di Padova) sono gestite mediante catture con chiusini e abbattimenti diretti; sui capi abbattuti vengono eseguite rilevazioni biometriche mediante metodi standard di raccolta dei dati. Nel presente studio, sono stati analizzati i parametri riproduttivi femminili sulla base delle biometrie di 5669 cinghiali abbattuti nell’arco di tutto l’anno dal 2015 al 2019 e di 1005 feti estratti. La fase riproduttiva, che si manifesta sporadicamente già a 7 mesi d’età, interessa il 23,3% delle femmine di 9-12 mesi d’età e supera il 50% dopo i 12 mesi. Il raggiungimento di una massa corporea di 35-40 kg rappresenta la condizione ottimale per l’entrata in fase riproduttiva. La sopravvivenza embrionale è mediamente pari all’88,5%. L’indice di ovulazione ha un range di 4,1- 6 ovuli per femmina, con ovulazione crescente all’aumentare dell’età. La fecondità media risulta essere di 4,3 piccoli per femmina e il successo riproduttivo postnatale medio è potenzialmente di 4 piccoli per femmina. Le femmine che contribuiscono maggiormente all’incremento della popolazione hanno un’età compresa fra 12 e 24 mesi mentre le più feconde superano i 2 anni d’età. La riproduzione avviene durante tutto l’anno ma il picco delle nascite si manifesta fra marzo e maggio.
Parole chiave: Fertilità, Fecondità, Peso, Sopravvivenza, Dinamica di popolazione
Abstract - The wild boar populations of the Regional Park of the Euganean Hills (North-Eastern Italy) are managed by captures and hunting; biometric data of the killed animals are collected using standard methods. In the present study, female reproductive parameters were analyzed on 5669 wild boars killed between 2015 and 2019, and on 1005 fetuses extracted. Reproduction, which occurs sporadically as early as 7 months of age, affects 23.3% of females 9-12 months old and more than 50% of females one year old. A weight of about 35-40 kg represents the threshold for the beginning of reproduction. The ovulation index ranges between 4.1-6 eggs per female, and increasing with age. Average fecundity is 4.3 fetuses per female, while the mean postnatal reproductive success is potentially of 4 cubs per female, with an average embryonic survival of 88.5%. Females 12 and 24 months old mostly contribute to the population increase, although the 2 years old females are most fertile ones. Reproduction occurs throughout the whole year but the births peak occurs between March and May
Key words: Fertility, Fecundity, Weight, Survival, population dynamics
Riassunto breve - l’Autore definisce lineamenti e dettagli della comunità a mammiferi dell’Italia nord-orientale (Regione Friuli Venezia Giulia), con specifici riferimenti alla sua recente evoluzione qualitativa e alle più aggiornate revisioni tassonomiche e nomenclatoriali che ne hanno modificato il quadro complessivo. Negli attuali confini politico amministrativi della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia sono state in qualche modo segnalate almeno 108 specie di mammiferi, 15 delle quali alloctone. Due specie di questa comunità teriologica sembrano essersi recentemente estinte (Rhinolophus blasii e Sylvilagus floridanus), tre sono state per ora citate soltanto erroneamente (Myotis alcathoe, Myotis brandtii, Plecotus austriacus) e altre otto sono probabilmente soltanto sporadiche (Nyctereutes procyonoides, Monachus monachus, Physeter macrocephalus, Megaptera novaeangliae, Cervus nippon, Castor fiber, Ondatra zibethicus, Eutamias sibiricus). La comunità di mammiferi di questa Regione comprende dunque almeno 95 specie, che intrecciano reticoli trofici estremamente complessi sia in ambiente sub-aereo, sia marino. Una cenosi di grande rilievo sia in un ambito europeo, sia italiano, che richiede strategie di conservazione lungimiranti per favorire la convivenza con l’uomo.
Parole chiave: Italia nord-orientale, Regione Friuli Venezia Giulia, mammiferi selvatici attuali, rinaceomorfi, Soricomorfi, Chirotteri, Carnivori, Cetartiodattili, Roditori, Lagomorfi.
Abstract - the Author outlines features and details of the mammals assemblage from north-eastern Italy (Friuli Venezia Giulia Region), with particular reference to its recent qualitative specific evolution, updating its taxonomic rearrangement. In the current political-administrative borders of the Region of Friuli Venezia Giulia have been in some way cited 108 mammal species, fifteen of which are allochtonous. Two species of them seem to have recently extinct (Rhinolophus blasii and Sylvilagus floridanus), three seem so far to have been quoted only erroneously (Myotis alcathoe, Myotis brandtii, Plecotus austriacus) and eigth others are still only sporadic (Nyctereutes procyonoides, Monachus monachus, Physeter macrocephalus, Megaptera novaeangliae, Cervus nippon, Castor fiber, Ondatra zibethicus, Eutamias sibiricus). The mammalian community of this region therefore includes at least 95 species, which intertwine very complex trophic and ecological networks both in sub-aerial and marine environments. A teriocenosis of great importance both in a European and Italian context, which requires forward-looking conservation strategies to promote coexistence with a careful view to long-term conservation.
Key words: north-eastern Italy, Friuli Venezia Giulia Region, Wild recent mammals, Erinaceomorpha, Soricomorpha, Chiroptera, Carnivora, Cetartiodactyla, Rodentia, Lagomorpha.

ZANDIGIACOMO P. - In memoria di Franco FRILLI
LAPINI L. - In memoria di Carlo Luppi
SGUAZZIN F., BERGAMO DE CARLI G. - Contributo alla conoscenza della flora briologica trentina con particolare attenzione ad alcune zone umide/
Contribution to the knowledge of the bryological flora of the autonomous province of trento with a particular attention to any wetlands, Gortania. Botanica Zoologia, 45(2023), pp. 9-32
Riassunto - Viene qui presentato un contributo alla conoscenza della brioflora della Provincia Autonoma di Trento. Sono state raccolte 213 specie, (53 epatiche e 160 muschi). Cronologicamente prevalgono le specie boreali + sub-boreali, con un 48,3% sul totale; il secondo gruppo è costituito dalle temperate che raggiungono il 29,6 %. Anche la presenza del gruppo suboceanico (11,3%) risulta significativa. Viene infine ritenuto degno di segnalazione il ritrovamento dell’epatica Obtusifolium obtusum (Lindb.) S.W. Arnell e dei muschi Aulacomnium androgynum (Hedw.) Schwägr., Cyrtomnium hymenophylloides (Huebener) T.J Kop., Drepanocladus turgescens (T. Jensen) Loeske, Hygrohypnella ochracea (Turner ex Wilson) Ignatov & Ignatova, Paludella squarrosa (Hedw.) Brid. e Sphagnum divinum Flatberg & Hassel
Parole chiave: Briofite, Provincia Autonoma di Trento (Italia nordorientale), contributo briofloristico
Abstract - The Authors present here a contribution to the bryoflora of the Autonomous Province of Trento. 213 species have been collected: 53 hepatics and 160 mosses. Boreal + sub-boreal species chronologically prevail (with a percentage of 48,3 %) and are followed by the temperated with a 29,6 %. The presence too of the suboceanic group (11,3 %) turns out to be significant. Finally the find of the liverwort Obtusifolium obtusum (Lindb.) S.W. Arnell and of the mosses Aulacomnium androgynum (Hedw.) Schwägr., Cyrtomnium hymenophylloides (Huebener) T.J Kop., Drepanocladus turgescens (T. Jensen) Loeske, Hygrohypnella ochracea (Turner ex Wilson) Ignatov & Ignatova, Paludella squarrosa (Hedw.) Brid. and Sphagnum divinum Flatberg & Hassel is considered worthy of reporting
Key words: Bryophytes, Autonomous Province of Trento (NE Italy), bryofloristic contribution
MARTINI F., CASOLO V., BOSCUTTI F. - L’attività floristica di G. A. Scopoli (1723-1788) nel territorio del Friuli Venezia Giulia/Floristic activity of G. A. Scopoli (1723-1788) in the Friuli Venezia Giulia region, Gortania. Botanica, Zoologia, 45(2023), pp. 33-38
Riassunto - In questo studio è riassunto il contributo alla conoscenza floristica del territorio della Regione Friuli Venezia Giulia apportato da Giovanni Antonio Scopoli durante le sue erborizzazioni del 1761 e 1764, pubblicate nei volumi della Flora Carniolica. Le esplorazioni, come riporta l’autore, interessarono rispettivamente Carso, Agro Triestino, Agro Goriziano,
Duino e i circostanti rilievi del Litorale Austriaco (Österreichisches Küstenland). Durante queste attività Scopoli segnalò oltre 220 taxa della flora vascolare, delle quali 10 specie nuove per la scienza (con relativi loci classici), 15 specie oggi localmente estinte e 11 prime segnalazioni di specie aliene tuttora presenti in regione. Il lavoro di Scopoli rappresenta il maggior contributo alla conoscenza della Flora regionale del XVIII secolo, fornendo con la sua modernità le basi per le successive flore
Parole chiave: Giovanni Antonio Scopoli, Segnalazioni floristiche, Storia Naturale, Friuli Venezia Giulia
Abstract - This study concerns the contribution to the floristic knowledge of the territory of the Friuli Venezia Giulia Region made by Giovanni Antonio Scopoli during his floristic surveys in 1761 and 1764, published in the volumes of Flora Carniolica. His explorations were conducted in the Karst and Agro Triestino, as reported by the author, and in the area of Agro Goriziano,
Duino, and the surrounding reliefs of the Austrian Littoral (Österreichisches Küstenland), respectively. During these activities Scopoli recorded more than 220 taxa of vascular plant species, of which 10 novel species (with associated loci classici), 15 species now locally extinct, and 11 first records of alien species today still present in the region. Scopoli’s work represents the
greatest contribution to knowledge of regional Flora of the 18th century, providing with its modern approach the basis for the later floras
Key words: Giovanni Antonio Scopoli, Floristic records, Natural History, Friuli Venezia Giulia
Riassunto - La rete dei Biotopi regionali nasce in Friuli Venezia Giulia alla fine degli anni ’90 del secolo scorso. Negli anni il numero di siti individuati come Biotopi è aumentato e probabilemente è destinato a crescere ulteriormente. Dalla data di istituzione ad oggi, i Biotopi si sono evoluti in modo diverso: in alcuni casi gli habitat natuali si sono preservati, in altri la cattiva gestione ha determinato un deterioramento complessivo della qualità ecologica. Gli autori presentano il primo lavoro di mappatura completa degli habitat, che può costituire uno strumento di lavoro per la pianificazione futura. La loro conservazione, in particolare nelle zone fortemente antropizzate della Alta e Bassa Pianura friulana, non può infatti prescindere da una gestione attiva. Accanto al monitoraggio e alla gestione degli habitat più meritevoli, sarebbe auspicabile implementare la qualità della matrice nelle aree circostanti, creando corridoi a maggiore biopermeabilità complessiva in grado di connettere Biotopi vicini fra loro
Parole chiave: Biotopi, aree naturali protette, Natura 2000, Direttiva 92/43 CEE, conservazione degli habitat
Abstract - The Regional Biotopes network was established in Friuli Venezia Giulia in the late 1990’s. Over the years, the number of sites identified as Biotopes has increased and is likely to grow further. From the date of establishment to the present, biotopes have evolved in different ways: in some cases, native habitats have been preserved; in others, mismanagement has led to an overall deterioration in ecological quality. The authors present the first comprehensive habitat mapping work, which can serve as a working tool for future planning. Indeed, their conservation, particularly in the heavily anthropized areas of the Upper and Lower Friulian Plain, cannot be separated from active management. Along with monitoring and management of the most deserving habitats, it would be desirable to implement matrix quality in the surrounding areas, creating corridors with greater overall biopermeability that can connect biotopes close to each other
Key words: Biotopes, protected natural areas, Natura 2000, Directive 92/43 EEC, habitat conservation
Riassunto - In un corso d’acqua disseccato, in provincia di Pordenone, sono stati raccolti alcuni pesci di differenti specie e morti recentemente, alcuni dei quali presentavano prominenti formazioni globose sottocutanee in varie parti del corpo. Il 72% (21/29) di cobite italiano (Cobitis bilineata) e il 25% (1/4) di vairone italico (Telestes muticellus) è risultato positivo per
la presenza di noduli sottocutanei, contenenti metacercarie incistate, distribuiti su tutto il corpo. Le altre specie recuperate (Squalius squalus Bonaparte, 1837, Tinca tinca Linnaeus, 1758, Lepomis gibbosus Linnaeus, 1758 e Padogobius bonelli Bonaparte 1846) erano negative. Gli esami parassitologico e biomolecolare hanno confermato che le metacerarie appartengono a Clinostomum complanatum, un trematode digeneo della famiglia Clinostomidae. Questo studio segnala per la prima volta la presenza di C. complanatum in Friuli Venezia Giulia, ma anche rappresenta la prima segnalazione di metacercarie di questo parassita in T. muticellus e la seconda documentata in Italia per C. bilineata
Parole chiave: Cobitis bilineata, Telestes muticellus, Clinostomidae, metacercarie, parassiti di pesci
Abstract - Some recently dead fish were collected from a desiccated stream in the province of Pordenone, some of which showed prominent subcutaneous nodules scattered on the body. 72% (21/29) of Italian cobite (Cobitis bilineata) and 25% (1/4) of Italian vairon (Telestes muticellus) tested positive for the presence of subcutaneous nodules, containing encysted metacercariae, distributed throughout the body. The other species recovered (Squalius squalus Bonaparte, 1837, Tinca tinca Linnaeus, 1758, Lepomis gibbosus Linnaeus, 1758 and Padogobius bonelli Bonaparte, 1846) were negative. Parasitological and biomolecular examinations confirmed that the metacercariae belong to Clinostomum complanatum, a digenean trematode of the family Clinostomidae. This study reports for the first time the presence of C. complanatum in Friuli Venezia Giulia, but also represents the first report of metacercariae of this parasite in T. muticellus and the second documented in Italy for C. bilineata.
Key words: Cobitis bilineata, Telestes muticellus, Clinostomidae, metacercariae, fish parasites
Riassunto - Il lavoro presenta la descrizione di due nuove specie del genere Coleophora Hübner: Coleophora gurgurella sp. nov. del Lazio appartenente al gruppo di C. kahaourella Toll, 1957 e C. bruttia sp. nov. della Calabria, appartenente al gruppo di C. genistae Stainton, 1857. Tre specie sono aggiunte alla fauna italiana: C. uralensis Toll, 1961, C. tricolor Walsingham, 1899 (Huemer & Wieser, 2023) e C. samarensis (Anikin, 2001). Vengono riportati numerosi nuovi dati faunistici su alcune specie già conosciute per l’Italia e illustrata la biologia di Coleophora lessinica Baldizzone, 1980, scoperta solo di recente (Takács et al., 2022)
Parole chiave: Lepidoptera, Coleophoridae, Italia, Nuove specie, Nuovi dati faunistici e biologici
Abstract - The work presents the description of two new species of the genus Coleophora Hübner, 1822: Coleophora gurgurella sp. nov. from Lazio belonging to the group of C. kahaourella Toll, 1957 and C. bruttia sp. nov. from Calabria, belonging to the group of C. genistae Stainton, 1857. Three species are added to the Italian fauna: C. uralensis Toll, 1961, C. tricolor Walsingham, 1899 (Huemer & Wieser, 2023) and C. samarensis (Anikin, 2001). Several new faunal data are reported on some species already known for Italy and the biology of Coleophora lessinica Baldizzone, 1980, only recently discovered (Takács et al., 2022) is illustrated.
Key words - Lepidoptera, Coleophoridae, Italy, New species, New faunistic and biological records.
Abstract - In this contribution, all together 121 Gelechiidae species are reported for the Croatian Island of Krk. Almost half, 61 species, were already covered in other publications. After the revision of published data from other authors and additional surveys, we were able to confirm additional 60 species for the island and add additional biogeographic data for the already known species. For all species information on host-plants and general distribution is presented. To our know-ledge, 11 species which we documented on Krk are novel records for Croatia: Aproaerema wormiella (Wolff, 1958), Hypatima rhomboidella (Linnaeus, 1758), Dactylotula altithermella (Walsingham, 1903), Lanceoptera panochora Janse, 1960, Tiranimia epidolella (Chrétien, 1908), Monochroa hornigi (Staudinger, 1883), Scrobipalpa pauperella (Heinemann, 1870), Scrobipalpa ergasima (Meyrick, 1916), Caryocolum proxima (Haworth, 1828), Teleiodes italica Huemer, 1992, and Carpatolechia fugacella (Zeller, 1839). Lanceoptera panochora and Tiranimia epidolella are recorded for the first time from Europe, and the latter species is also new to Spain. Thanks to its diverse habitats and rich flora, with over 1543 plant species, the island has rich gelechid fauna. Despite the significant improvment of knowledge on gelechiids fauna of Krk, we believe that some more species are yet to be discovered there. Identification of some species in unrevised genera are regarded as tentative, awaiting forthcoming revisions. We hope that this contribution will encourage further research on this interesting group not only on Krk Island but also on other Croatian islands and this revised and updated list will be served as a basis for further studies. The Lepidoptera fauna of Krk Island now counts impresive 1663 confirmed species.
Key words: Gelechiidae, Lepidoptera, Krk Island, Croatia, diversity, distribution, ecology, host plants, Mediterraneani.
Riassunto - In questo lavoro vengono elencate e commentate complessivamente 121 specie di Gelechiidae dell’isola di Krk (Croazia). Quasi la metà, 61 specie, erano già state segnalate in altre pubblicazioni. Dopo la revisione dei dati pubblicati da altri autori e ulteriori ricerche, siamo stati in grado di aggiungere ulteriori 60 specie per l’isola e fornire ulteriori dati biogeografici per le specie già note. Per tutte le specie vengono presentate informazioni sulle piante ospiti e sulla distribuzione generale. Secondo le nostre conoscenze, 11 specie che abbiamo scoperto a Krk rappresentano nuovi reperti per la Croazia: Aproaerema wormiella (Wolff, 1958), Hypatima rhomboidella (Linnaeus, 1758), Dactylotula altithermella (Walsingham, 1903), Lanceoptera panochora Janse, 1960, Tiranimia epidolella (Chrétien, 1908), Monochroa hornigi (Staudinger, 1883), Scrobipalpa pauperella (Heinemann, 1870), Scrobipalpa ergasima (Meyrick, 1916), Caryocolum proxima (Haworth, 1828), Teleiodes italica Huemer, 1992, Carpatolechia fugacella (Zeller, 1839). Lanceoptera panochora e Tiranimia epidolella sono segnalate per la prima volta per l’Europa, e quest’ultima specie è anche nuova per la Spagna. In conseguenza dei suoi habitat diversificati e della ricca flora, con oltre 1543 specie di piante, la fauna dei gelechidi dell’isola risulta piuttosto abbondante. Questa lista di specie non è certamente definitiva per l’isola, poiché ci sono ancora numerosi esemplari in attesa di identificazione, soprattutto nei gruppi più difficili che richiedono una revisione. È auspicabile che questa pubblicazione stimoli ulteriori ricerche su questo interessante gruppo non solo sull’isola di Krk, ma anche su altre isole adriatiche. Questa lista aggiornata e rivista potrà servire come base per ulteriori ricerche. La fauna di Lepidotteri dell’isola di Krk conta ora 1663 specie confermate.
Parole chiave: Gelechiidae, Lepidoptera, isola di Krk, Croazia, biodiversità, distribuzione, ecologia, piante nutrici, Mediterraneo.
Abstract - We discuss the herpetofauna of some small natural reserves in the Roman Campagna, also known as the “Mentanese Archipelago” district, northeast of Rome’s suburban areas. These reserves were established mainly in 1997, and are part of a mosaic landscape composed of fragmentary woodlands, urban developments, and agricultural areas with scattered streams, water points and buildings. A field study with the main aim of recording the herpetological diversity of three protected areas was carried out over the course of twenty-five years. Species richness is as follows: 1) Nature Reserve Nomentum with 12 reptiles and 6 amphibians. 2) Nature Reserve Macchia di Gattaceca and Macchia del Barco including “Pozzo del Merro” (one of the deepest sinkholes of the world). This second reserve is split into three distinct fragments: the xeric area of Macchia di Gattaceca with 11 reptiles and 2 amphibians; the wet area of Macchia del Barco with 10 reptiles and 6 amphibians; and the pin-point sinkhole area of “Pozzo del Merro” with 7 reptiles and 5 amphibians. 3) Natural and Archaeological Park of Inviolata with 13 reptiles and 7 amphibians. Using QGis software, we were able to assign to each parcel (wood, agricultural land, still water, running water, buildings) its percentage value of extent. The results of the QGis application enabled us to infer a positive effect, in terms of conservation of the populations of native herpetofauna species, of expanding non-intensive agricultural land. In addition, the presence of water bodies such as pools, ponds and flooded sinkholes in agricultural patches plays an outstandingly important role for the maintenance of herpetological diversity in a fragmented landscape.
Keywords: Amphibians, reptiles, agricultural areas, wooded areas, QGis method, Roman Campagna.
Riassunto - Le piccole riserve naturali della Campagna Romana, costituite principalmente nel 1997 con la denominazione di “Arcipelago Mentanese”, a nord est dell’area sub-urbana di Roma, sono parte di un paesaggio a mosaico composto da frammenti di bosco, aree urbanizzate e agricole, con corsi d’acqua, punti d’acqua ed edifici. Uno studio di campo, con il principale obiettivo di monitorare la diversità erpetologica di tre aree protette, è stato realizzato nell’arco di venticinque anni. Il numero di specie/area è così risultato: 1) Riserva Naturale di Nomentum con 12 Rettili e 6 Anfibi; 2) Riserva Naturale Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco, al cui interno è incluso “Pozzo del Merro”, uno dei sinkhole più profondi al mondo, divisa in tre distinti frammenti: l’area xerica di Macchia di Gattaceca con 11 Rettili e 2 Anfibi; la zona umida di Macchia del Barco con 10 Rettili e 6 Anfibi; l’area del Pozzo del Merro con 7 Rettili e 5 Anfibi; 3) Parco Naturale ed Archeologico dell’Inviolata con 13 Rettili e 7 Anfibi. Utilizzando il software QGis, siamo stati in grado di assegnare ad ogni parcella di queste aree (bosco, agricoltura, acque ferme, acque correnti, costruzioni) il valore percentuale di estensione. I risultati dell’uso di QGis ci permettono di inferire in merito all’effetto positivo, in termini di conservazione delle popolazioni delle specie dell’erpetofauna autoctona, dell’estensione dei terreni ad agricoltura non intensiva; corpi d’acqua come laghetti agricoli, pozze e doline allagate nelle aree coltivate rivestono inoltre una rilevante importanza ai fini del mantenimento della diversità erpetologica in paesaggi frammentati.
Parole chiave: Anfibi, rettili, aree agricole, aree boschive, metodi QGis, Campagna Romana.

Abstract- Nineteen stratigraphic sections which age spans from the Late Ordovician to the early Carboniferous were measured by various scientists in the La Valute Chiarsò area, mainly for litho- and bio-stratigraphic purposes. These data, some still unpublished, are here summarized and updated to the more recent zonation schemes, together with those from spot samples collected in the area.
Key words:Pre-Variscan sequence, Lithostratigraphy, Biostratigraphy, Conodonts, Carnic Alps.
Riassunto breve- Diciannove sezioni stratigrafiche di età compresa tra l’Ordoviciano Superiore e il Carbonifero inferiore sono state misurate da vari autori nell’area de La Valute-Chiarsò, principalmente nell’ambito di studi di carattere lito- e bio-stratigrafico. I dati di queste sezioni, alcune delle quali ancora non pubblicate, vengono brevemente presentati, talora aggiornati agli schemi di zonazione recenti.
Parole chiave:Sequenza Pre-Varisica, Litostratigrafia, Biostratigrafia, Conodonti, Alpi Carniche.
Abstract- In the calciclastic-carbonatic turbiditic unit of Flysch del Grivò (Upper Paleocene-Lower Eocene) of the Julian Prealps a number of very thick carbonate resedimentations (megabeds) are present. The study of some olistoliths and many large carbonate clast in the some megabeds allowed the recognition of deposits and facies often not found in situ, and to hypothesize the source areas of these clasts. The long memory of these clasts opens up broad research perspectives from stratigraphic, palaeogeographic, palaeotectonical and palaeontological points of view.
Key words:Olistoliths, Megabeds, Flysch del Grivò, Cretaceous, Paleocene, Eocene, Julian Prealps.
Riassunto breve- Nell’unità torbiditica calciclastico-carbonatica del Flysch del Grivò (Paleocene superiore-Eocene inferiore) delle Prealpi Giulie sono presenti numerose risedimentazioni carbonatiche (megabanchi=megabeds) di grande spessore. Lo studio di alcuni olistoliti e di numerosi clasti carbonatici di grandi dimensioni presenti in alcuni megabanchi ha consentito il riconoscimento di depositi e facies spesso non rinvenuti in situ, e di ipotizzare le aree di origine di tali clasti. La lunga memoria di questi clasti apre ampie prospettive di ricerca dal punto di vista stratigrafico, paleogeografico, paleotettonico e paleontologico.
Parole chiave:Olistoliti, Megabanchi, Flysch del Grivò, Cretaceo, Paleocene, Eocene, Prealpi Giulie.
Abstract- The state of the art of studies on Silurian nautiloid cephalopods from the Carnic Alps is presented. Important collections of these fossils are preserved in both the Friulian Museum of Natural History in Udine, in the Geologischen Bundesanstalt in Vienna, and in other institutions, as the palaeontological museum of Modena and Reggio Emilia University.
The first collections in the 19th century were followed in the last century by field campaigns that expanded the collections and knowledge of the nautiloid faunas of the northern margin of Gondwana. Fourtheen Families and 25 Genera are up to now documented.
Key words:Nautiloid Cephalopods, Silurian, Carnic Alps.
Riassunto breve- Viene presentato lo stato dell’arte degli studi condotti sui Cefalopodi nautiloidei siluriani delle Alpi Carniche. Importanti collezioni di questi fossili sono conservate nel Museo Friulano di Storia Naturale, nel Geologischen Bundesanstalt in Vienna e in altri musei tra cui quello dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Alle prime collezioni del XIX secolo, sono seguite, nel secolo scorso, campagne di studio che hanno permesso di ampliare le raccolte e le conoscenze delle Faune a nautiloidi del margine Nord del Gondwana. Attualmente sono documentate 14 Famiglie e 25 Generi.
Parole chiave:Cefalopodi nautiloidei, Siluriano, Alpi Carniche.
Abstract- Skeletal elements of large eusauropterygian reptiles are described from the uppermost Anisian Torbiditi d’Aupa Formation of the Aupa Valley, Friuli Venezia Giulia Autonomous Region. They include a tooth crown, an articulated dorsal segment of the vertebral column, eight isolated vertebral centra, five isolated neural arches, a caudal rib, a scapula, three coracoids, an ischium, a femur, and a mesopodial element. Size, morphological comparison and age suggest an affinity with ‘Paranothosaurus amsleri’ from the Anisian-Ladinian boundary of Tessin (Switzerland and Italy). The scaling of some girdle and hind limb elements from the Aupa Valley according to the proportions of ‘P. amsleri’ holotype gives total body length estimates of 385-320 mm for the Aupa Valley specimens. The late Anisian-early Carnian postcranial bones of large eusauropterygian reptiles with low neural spines from Germany and other European and middle Eastern localities have also been considered conspecific with the Tessin taxon or potentially such and variously referred as Nothosaurus giganteus (considering P. amsleri as a junior synonym of N. giganteus) or Paranothosaurus giganteus (considering Paranothosaurus as a valid genus). Whether these large and low-spined eusauropterygian reptiles all belong to a single and long-lived species or to more distinct species is still an unsolved question.
Key words:Nothosaurus giganteus, Paranothosaurus amsleri, Sauropterygia, Eusauropterygia, Osteology, Triassic, Anisian.
Riassunto breve- Sono descritti gli elementi scheletrici di grandi rettili eusaurotterigi rinvenuti nelle Torbiditi d’Aupa (Anisico sommitale) della Val Aupa (Moggio Udinese, Udine). Includono una corona dentaria, un segmento dorsale articolato della colonna vertebrale, otto centri vertebrali isolati, cinque archi neurali isolati, una costola caudale, una scapola, tre coracoidi, un ischio, un femore e un elemento mesopodiale. Le dimensioni, il confronto morfologico e la datazione sugeriscono un’affinità con ‘Paranothosaurus amsleri’ del limite Anisico-Ladinico del Ticino (Svizzera e Italia). Facendo una proporzione tra la lunghezza di elementi dei cinti e dell’arto posteriore della Val d’Aupa e quella dei corrispondenti elementi dell’olotipo di ‘P. amsleri’ si ottiene una stima della lunghezza corporea totale di 385-320 mm per gli esemplari della Val d’Aupa. Il materiale postcraniale dei grandi rettili eusaurotterigi con spine neurali basse dell’Anisico superiore-Carnico inferiore rinvenuti in Germania e altre
località europee e medio-orientali è stato considerato conspecifico con il taxon ticinese o potenzialmente tale e variamente riferito a Nothosaurus giganteus (considerando P. amsleri come un sinonimo più recente di N. giganteus) o a Paranothosaurus giganteus (considerando Paranothosaurus un genere valido). Se questi grandi rettili eusaurotterigi dalle spine neurali basse appartengano tutti ad una singola e longeva specie o a più specie distinte rimane una questione aperta.
Parole chiave:Nothosaurus giganteus, Paranothosaurus armsleri, Sauropterygia, Eusauropterygia, Triassico, Anisico.
Abstract- The Late Triassic macroplant fossil collections from Udine Province are unique but have only been partially studied so far. Here we provide an overview of the plant fossil assemblages from the Triassic of the Udine Province, stored at the Museo Friulano di Storia Naturale in Udine and at the Museo Geologico della Carnia (Udine Province, Italy), and their potential for further research. All fossiliferous localities yielding plant fossils are presented in chronostratigraphic order, starting with the Early Triassic, an epoch from which only very few plant fragments are known to date. In contrast, the Anisian (Middle Triassic) plant fossil assemblages are quite diverse, whereas the Ladinian outcrops yielded mainly conifer shoots. The diversity and number of fossiliferous sites of the Late Triassic is outstanding. While the assemblage of Cave del Predil/Raibl, the most important historical Carnian plant fossil locality, comprises a very diverse flora, other Carnian assemblages are represented by a wide range of plant fossils but are mainly dominated by an underestimated diversity of conifers. The Norian plant fossil assemblages of the Udine Province are among the most diverse and abundant in Europe, and the Norian-Rhaetian fossils are the only plant macroremains from the Southern Alps of putative Rhaetian age so far.
Key words:Palaeobotany, Triassic, Conifers, Museo Friulano di Storia Naturale, Museo Geologico della Carnia.
Riassunto breve- Le collezioni di macroflore fossili del Triassico Superiore della provincia di Udine sono uniche, ma finora sono state studiate solo parzialmente. Qui viene fornita una panoramica delle collezioni di piante fossili del Triassico della provincia di Udine, conservate presso il Museo Friulano di Storia Naturale di Udine e presso il Museo Geologico della Carnia (Ampezzo, Udine), evidenziando il loro potenziale per ulteriori ricerche. Tutte le località fossilifere che hanno restituito fossili vegetali vengono presentate in ordine cronostratigrafico, a partire dal Triassico inferiore, di cui sono noti, ad oggi, solo pochissimi frammenti vegetali. Al contrario, le collezioni di piante fossili di età anisica (Triassico Medio) sono piuttosto diversificate, mentre gli affioramenti del Ladinico hanno restituito principalmente rami di conifere. La diversità e il numero di siti fossiliferi del Triassico Superiore è eccezionale. Cave del Predil/Raibl, la più nota località storica con piante fossili del Carnico, comprende una flora molto diversificata. Altre collezioni di piante fossili del Carnico documentano un’ampia gamma di specie con un predominio, in prevalenza, di una sottovalutata diversità di conifere. Le collezioni di piante fossili del Norico delle Prealpi Carniche sono tra le più variegate e abbondanti in Europa, e i fossili norico-retici sono, finora, gli unici macroresti vegetali delle Alpi Meridionali di presunta età retica.
Parole chiave:Paleobotanica, Triassico, Conifere, Museo Friulano di Storia Naturale, Museo Geologico della Carnia.
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