Riassunto breve - Più di 500 titoli, fra volumi, articoli e guide scientifiche, riflettono il grande interesse della ricerca geoscientifica nelle Alpi Carniche dalle ultime statistiche dell’anno 1969. 50 anni di ricerca hanno prodotto risultati in diverse discipline scientifiche che vanno dalla mappatura geologica alla biostratigrafia, paleontologia, sedimentologia, geochimica, geologia strutturale e applicata alle attività di sensibilizzazione come l’iniziativa del Geopark e la realizzazione di opuscoli e guide divulgative.
Sebbene questo livello di conoscenza sia impressionante e senza eguali in altre regioni, non c’è fine in vista e sono prevedibili nuove linee di ricerca mentre altre verranno ridefinite. In tale prospettiva, vengono brevemente delineati i temi di ricerca futuri. Questo rapporto si concentra sulla parte austriaca delle Alpi Carniche, sebbene diverse mappe e relazioni scientifiche siano state ricavate da ricerche geoscientifiche transfrontaliere.
Parole chiave: Alpi Carniche, Storia delle ricerche, Bibliografia.
Abstract - More than 500 scientific papers and guidebooks reflect the great interest of geoscientific research in the Carnic Alps since the last statistics in the year 1969. 50 years of research has resulted in outputs in different scientific disciplines ranging from geological mapping to biostratigraphy, paleontology, sedimentology, geochemistry, structural and applied geology to outreach activities such as the Geopark initiative and popular brochures, booklets and guidebooks.
Although this level of knowledge is impressive and unmatched in other regions, there is no end in sight and new directions are foreseeable while others will be redefined. In a perspective at the end, future research topics are briefly outlined. This report focuses on the Austrian part of the Carnic Alps although several maps and scientific reports were derived from geoscientific cross-border research.
Key words: Carnic Alps, History of researches, Bibliography.
Riassunto breve - Questo lavoro illustra lo stato dell’arte relativo alle località fossilifere, al loro inquadramento stratigrafico e a una visione generale della composizione della flora del Carbonifero delle Alpi Carniche. I fossili vegetali provengono per la maggior parte da un certo numero di affioramenti distinti (circa 30), all’interno di un range temporale che copre l’intero Pennsylvaniano. Un ridotto numero di esemplari e alcune microflore provengono dal Carbonifero inferiore (Mississippiano, Formazione del Hochwipfel). Le singole località da cui provengono i reperti conservati al Museo Friulano di Storia Naturale, sono state raggruppate in base alla loro posizione stratigrafica così come indicata in bibliografia.
Considerando che l’intervallo di tempo racchiuso nelle singole unità fossilifere del Pennsylvaniano è abbastanza ridotto, e che le varie formazioni riflettono soprattutto un succedersi di transgressione/regressione del livello del mare, si presume che le piante potessero crescere in ambienti diversi ma in un arco di tempo quasi coevo per ognuno dei gruppi di località fossilifere individuati.
Parole chiave: Carbonifero, Mississippiano, Pennsylvaniano, Diversità, Bacino di Pramollo, Alpi Carniche.
Abstract - A state-of-the-art overview is given on the fossiliferous localities of Carboniferous floras of the Carnic Alps, their stratigraphic background and a general picture of the flora. The majority of fossil plant assemblages come from several distinct fossiliferous horizons (about 30), covering the upper part of Pennsylvanian. A smaller number of specimens and some microfloral assemblages come from the lower Carboniferous (Mississippian, Hochwipfel Formation). The localities from which the specimens stored in the Museo Friulano di Storia Naturale come, have been grouped according to their stratigraphic position as indicated in the bibliography.
Due to the fact that the time constraints within the Pennsylvanian fossiliferous units are relatively narrow, and that the various formations reflect, for most part, sea level transgressions and regressions, we posit that the plants likely grew in different, but roughly coeval, habitats for each of the fossiliferous site groups identified.
Key words: Carboniferous, Mississippian, Pennsylvanian, Diversity, Pramollo Basin, Carnic Alps.
Riassunto breve - Sono descritti tre esemplari incompleti di Thylacocephala (Arthropoda, Crustacea?) rinvenuti nell’Anisico (Triassico medio) delle Alpi Carniche. I reperti, pur incompleti e mal conservati, confermano la diffusione di forme con carapace ornamentato a strie subverticali nei depositi Triassici, nonchè la presenza nel Triassico alpino di ulteriori taxa che indicano una notevole diffusione e diversità locale di questi enigmatici artropodi.
Parole chiave: Micriocaris, Thylacocephala, Arthropoda, Alpi Carniche, Anisico.
Abstract - We report here the discovery of three incomplete specimens of Thylacocephala (Arthropoda, Crustacea?) from the Anisian (Middle Triassic) of the Carnic Alps. Although incomplete and poorly preserved, the findings confirm the diffusion of forms having a carapace ornamented with subvertical striations in Triassic deposits, as well as the presence in the Alpine Triassic of taxa indicating a relatively high local diffusion and diversity of these enigmatic arthropods.
Key words: Micriocaris, Thylacocephala, Arthropoda, Carnic Alps, Anisian.
Riassunto breve - Alle pendici del Pic Chiadenis (Alpi Carniche, Udine) si apre una cavità (4846/2714 FR) nella quale è stato individuato un significativo deposito di ghiaccio che, sulla base delle analisi effettuate, risulta essersi formato fra gli anni sessanta e gli anni ottanta del secolo scorso e che oramai è quasi del tutto scomparso. La grotta ha fornito anche indizi di neotettonica e presenze di mineralizzazioni aragonitiche: per tutti questi aspetti la cavità potrebbe essere utilizzata come “laboratorio sotterraneo naturale” ai fini dello studio applicato del carsismo di alta quota.
Parole chiave: Speleologia, Glacialismo, Neotettonica, Minerali di grotta, Quaternario, Alpi Carniche.
Abstract - On the slopes of Pic Chiadenis (Carnic Alps, Udine, NE Italy) there is a cave (4846/2714 FR) in which a significant ice deposit has been identified On the basis of the analyzes carried out, it appears to have been formed between the sixties and the eighties of the last century and now it has almost completely disappeared. The cave has also provided evidence of neotectonic and presence of aragonitic mineralization: for all these aspects the cave could be used as a “natural underground laboratory” for the purpose of the applied studies of high altitude karst.
Key words: Speleology, Glacialism, Neotectonic, Cave Minerals, Quaternary, Carnic Alps.
Riassunto breve - Gli autori presentano i primi dati sul progetto di ricerca condotto nell’area golenale del Torrente Torre, tra i comuni di Pavia di Udine e di San Vito al Torre. La zona, caratterizzata da una forte dinamica fluviale, consente di raccogliere numerosi dati sul potenziale archeologico, in particolare preistorico e protostorico, di questo tratto della pianura udinese.
Parole chiave: Neolitico antico, Eneolitico, Bronzo Antico, Bronzo Medio, Potenziale archeologico, Friuli.
Abstract - The authors present the preliminary data on the research project carried out in the alluvial plain of the Torre River, in the territory of Pavia di Udine and San Vito al Torre. The area, characterized by a strong river dynamics, allows to collect information on the archaeological potential, in particular prehistoric and protohistoric, of this part of the Udine plain.
Key words: Early Neolithic, Copper Age, Ancient Bronze Age, Middle Bronze Age, Archaeological potential, Friuli.
Riassunto breve - L’articolo ripercorre la storia delle indagini compiute presso la Šuošterjova Jama nel 1923 da Egidio Feruglio e, tra il 1958 e il 1969, da altri soci del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano, analizzando anche i dati stratigrafici emersi. I materiali archeologici frutto di queste ricerche sono attualmente conservati presso le collezioni del Museo Friulano di Storia Naturale, del Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli e del Circolo.
Parole chiave: Šuošterjova Jama, Grotte, Valli del Natisone, Indagini archeologiche.
Abstract - The ariticle traces the history of the investigations carried out at the Šuošterjova Jama in 1923 by Egidio Feruglio and, between 1958 and 1969, by other members of the Circolo Speleologico e Idrologico Friulano (Friulian Speleological and Hydrological Society); the resulting stratigraphic data are also described. The archaeological findings are currently stored in the collections of the Museo Friulano di Storia Naturale (Friulian Museum of Natural History), of the Museo Archeologico Nazionale (National Archaeological Museum) of Cividale del Friuli and of the Circolo.
Key words: Šuošterjova Jama, Caves, Valli del Natisone, Archaeological researches. NE Italy.
Riassunto - Viene presentata la checklist aggiornata delle specie esotiche per il territorio del Friuli Venezia Giulia, comprensiva di indicazioni sullo status delle specie, diffusione nel territorio, dominanza, invasivita potenziale e di altri caratteri funzionali.
Complessivamente la lista annovera 341 specie e 23 sottospecie delle quali 185 possiedono lo status di casuale, 119 di naturalizzata, 30 di invasiva e 7 di trasformatrice. Sono state effettuate alcune elaborazioni relativamente al comportamento delle aliene in base ai caratteri funzionali e alla loro distribuzione in regione. Vengono poi riportate le schede monografiche delle specie aliene trasformatrici e invasive comprensive di mappe distributive.
Parole chiave: Specie aliene, Distribuzione, Status, Invasivita, Friuli Venezia Giulia, Italia nord-orientale.
Abstract - The updated checklist of the exotic species of the Friuli Venezia Giulia territory is presented, including indications on the status of the species, diffusion in the territory, dominance, potential invasiveness and other functional traits. The list includes 341 species and 23 subspecies of which 185 have the status of casuals, 119 of naturalized, 30 invasive and 7 of transformers. Some elaborations have been made regarding the behavior of the aliens on the basis of functional traits and their distribution in the region. The monographic sheets of the alien and transformers invasive species including distribution maps are then reported.
Key words: Alien species, Distribution, Status, Invasiveness, Friuli Venezia Giulia, North-Eastern Italy.
Riassunto breve - Si riportano nuovi dati relativi ad alcune specie di Ortotteri in Friuli Venezia Giulia. Paratettix meridionalis (RAMBUR, 1838) viene segnalata per la prima volta per il Friuli Venezia Giulia. Si conferma la presenza di due specie, Paracinema tricolor bisignatum (CHARPENTIER, 1825) e Chorthippus (Glyptobothrus) apricarius (LINNAEUS, 1758), le cui precedenti segnalazioni risalgono alla seconda metà del 1800. Fra le altre specie alcune sono rare in Italia e note di poche località, in particolare Xya variegata (LATREILLE, 1809), Tetrix tuerki tuerki (KRAUSS, 1876) e Stenobothrus stigmaticus stigmaticus (RAMBUR, 1838).
Parole chiave: Ortotteri, Friuli Venezia Giulia.
Abstract - New records of some Orthoptera species in Friuli Venezia Giulia regionare reported an discussed. First record for Friuli Venezia Giulia of Paratettix meridionalis (RAMBUR, 1838) is given. The presence in Friuli Venezia Giulia of Paracinema tricolor bisignatum (CHARPENTIER, 1825) and Chorthippus (Glyptobothrus) apricarius (LINNAEUS, 1758) is confirmed; these species had previously been reported from the region only in the 19th century. Other interesting species, in Italy known from few localities only, are Xya variegata (LATREILLE, 1809), Tetrix tuerki tuerki (KRAUSS, 1876) and Stenobothrus stigmaticus stigmaticus (RAMBUR, 1838).
Key words: Orthoptera, Friuli Venezia Giulia.
Riassunto breve - Oryotus tragoniae Muller, 1934 è un coleottero leptodirino descritto di una piccola cavita nei pressi del Monte Bivera (Alpi Carniche, Forni di Sopra, UD) e noto su pochi esemplari. Viene descritta una seconda località di raccolta che amplia verso Est l’areale distributivo della specie. Viene inoltre proposta una ridescrizione della specie basata su un esemplare topotipico.
Parole chiave: Oryotus tragoniae, Leiodidae, Cholevinae, Leptodirini, ridescrizione, Alpi Carniche, Nuova localita.
Abstract - A leptodirine beetle Oryotus tragoniae Müller, 1934 was described for a small cavity near Bivera Mt. (Carnic Alps, Forni di Sopra, UD) and presently known for a few specimens. A second sampling site is described, which expands towards East the distribution area of the species. A redescription of the species based on a topotypical specimen is also proposed.
Key words: Oryotus tragoniae, Leiodidae, Cholevinae, Leptodirini, redescription, Carnic Alps, new site.
Abstract - Records of butterflies observed in the Croatian County of Istria have been compiled from published articles; these have been supplemented by unpublished records from the authors and their associates over the last few decades, and by a programme of field surveys in 2014 and 2015 to fill the gaps in the localities visited. A total of 136 species were recorded from 252 localities - 69 % of the Croatian butterfly fauna. Five of these from the literature have not been seen again. A full list of the species and localities is given in the appendices. Several species are of conservation interest in Europe - 6 are listed in the European Habitats Directive: Lycaena dispar (HAWORTH, 1802), Euphydryas aurinia (ROTTEMBURG, 1775), Coenonympha oedippus (FABRICIUS, 1787), Zerynthia polyxena (DENIS & SCHIFFERMÜLLER, 1775), Phengaris arion (LINNAEUS, 1758) and Lopinga achine (SCOPOLI, 1763). The habitat preferences of some rarer species are described. Changes in land-use in recent decades have resulted in the loss of meadows - important habitats for many species. An urgent requirement for conservation measures is identified, as well as the need for future surveys.
Key words: Lepidoptera, Rhopalocera, Butterfly diversity, Natura 2000, Istria, Croatia.
Riassunto breve - Sono stati raccolti i dati di letteratura relativi ai ropaloceri osservati nella Regione Istriana. Tali dati sono stati integrati con rilievi inediti degli autori e dei loro collaboratori relativi agli ultimi decenni, supportati da un progetto di indagini sul campo condotte nel 2014 e nel 2015. Sono state complessivamente registrate 136 specie da 252 localita, che corrispondono al 69% delle specie di ropaloceri presenti in Croazia. Di queste, cinque specie presenti in letteratura non sono state piu rilevate. Diverse specie rinvenute risultano essere di interesse conservazionistico in Europa - sei specie sono elencate negli allegati della Direttiva 92/43 CEE “Habitat”: Lycaena dispar (HAWORTH, 1802), Euphydryas aurinia (ROTTEMBURG, 1775), Coenonympha oedippus (FABRICIUS, 1787), Zerynthia polyxena (DENIS & SCHIFFERMÜLLER, 1775), Phengaris arion (LINNAEUS, 1758) e Lopinga achine (SCOPOLI, 1763). Vengono descritte le preferenze di habitat di alcune specie particolarmente rare. Viene analizzata la perdita degli habitat prativi in seguito ai recenti cambiamenti nell’uso del suolo e vengono indicati i requisiti piu urgenti per le misure di conservazione, nonche la necessita di indagini future.
Parole chiave: Lepidoptera, Rhopalocera, Diversita di ropaloceri, Natura 2000, Istria, Croazia.
Riassunto breve - Gli Autori riferiscono della presenza di un primo castoro Castor fiber nell’Italia nord-orientale. L’esemplare sembra per ora essere solo, come prima conseguenza dell’espansione naturale delle popolazioni reintrodotte in Austria. Esso frequenta 6-7 km di corsi d’acqua tributari del Danubio nel Comune di Tarvisio (Provincia di Udine, Italia nord-orientale).
Parole chiave: Castor fiber, Italia nord-orientale, Austria, Reintroduzione, Espansione naturale.
Abstract - The Authors refer about a first beaver Castor fiber in north-eastern Italy. At present the specimen seems to be alone, probably the first result of the natural spreading of Austrian reintroduced populations. It dwells in 6-7 km river stretches of small tributaries of Danube drainage system from the Municipality of Tarvisio (Province of Udine, north-eastern Italy).
Key words: Castor fiber, north-eastern Italy, Austria, Reintroduction, Natural spreading.
Riassunto breve - In Alfio Nazzi la passione per l’archeologia si tradusse in una missione educativa dove tutta la sua intelligenza, le sue conoscenze e le sue formidabili abilità manuali furono al servizio della didattica della preistoria. I percorsi sperimentali di agricoltura neolitica e quelli ricostruttivi della ceramica di Sammardenchia che coinvolsero gli alunni della Scuola Primaria di Pozzuolo del Friuli furono possibili per l’apporto competente e appassionato dell’amato “nonnolitico” come i bambini chiamavano Alfio Nazzi.
Parole chiave: Alfio Nazzi, Didattica, Pozzuolo del Friuli.
Abstract - In Alfio Nazzi the passion for archeology was translated into an educational mission where all his intelligence, his knowledge and his formidable manual skills were at the service of teaching prehistory. The experimental paths of Neolithic agriculture and the reconstructive ones of the Sammardenchia ceramics that involved the pupils of the Primary School of Pozzuolo del Friuli were possible due to the competent and passionate contribution of the beloved “nonnolitico” (“lithicgrandfather”) as the children called Alfio Nazzi.
Key words: Alfio Nazzi, Didactic, Pozzuolo del Friuli.
Riassunto breve - Fra i rilievi isolati dell’alta Pianura Friulana vi è quello di Pozzuolo del Friuli dove affiorano, nella porzione nord-occidentale, lembi di arenarie mioceniche studiati fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. La definizione dell’età è stata problematica trattandosi di un affioramento isolato ed è STEFANINI (1915a; 1916; 1919) che ne esamina in dettaglio il contenuto paleontologico e data l’affioramento al Langhiano. Fra i fossili più interessanti la nuova specie di echinoderma Scutella forumjuliensis (recte Parascutella forumjuliensis [STEFANINI, 1919]) di cui Pozzuolo è il locus typicus.
Nel presente lavoro, dopo una approfondita analisi storica delle ricerche, l’affioramento miocenico viene riesaminato e ne viene descritta la fauna fossile, compresa la prima segnalazione per le Alpi Meridionali del briozoo Reussirella haidingeri. I dati litologici e paleontologici e il relativo confronto con le successioni mioceniche delle Prealpi Veneto-Friulane consentono di datare le arenarie di Pozzuolo all’Aquitaniano.
Parole chiave: Miocene, Stratigrafia, Tettonica, Pozzuolo del Friuli, Parascutella forumjuliensis, Reussirella haidingeri.
Abstract - Isolated reliefs crops out in the upper Friulian Plain (Friuli Venezia Giulia Autonomous Region, NE Italy). The north-western portion of one of them, near Pozzuolo del Friuli, is made of Miocene sandstone. Geology and fossils collected in that sandstone had been studied between the end of the XIX and the beginning of the XX century, but definition of its exact age remained problematic. STEFANINI (1915a; 1916; 1919) studied the fossils and dated the outcrops to the Langhian. In 1919, STEFANINI erected a new echinoid species: Scutella forumjuliensis (recte Parascutella forumjuliensis) based on that sample.
In this paper, we reappraise the geology of the sandstone and its fossil fauna, after an overview of the history of the researches. The briozoan Reussirella haidingeri is for the first time reported in the Southern Alps. Lithological and paleontological information and comparison with the Miocene sequences of the Veneto-Friuli Prealps allow dating the Pozzuolo sandstone to the Aquitanian.
Key words: Miocene, Stratigraphy, Tectonics, Pozzuolo del Friuli, Parascutella forumjuliensis, Reussirella haidingeri.
Riassunto breve - Questo lavoro si basa sulla revisione dei dati geomorfologici e stratigrafici relativi all’esteso rilievo presente tra Sammardenchia e Pozzuolo del Friuli, che si eleva di alcuni metri rispetto alla pianura circostante. L’esistenza di questo colle isolato è legata all’attività dei sovrascorrimenti alpini più esterni, che hanno agito anche nel tardo Quaternario. Quindi la superficie del terrazzo non è stata interessata dalle alluvioni dell’ultimo massimo glaciale (LGM) ed è caratterizzata da suoli molto evoluti, sviluppatisi in genere su ghiaie e conglomerati. Specialmente nel settore orientale del rilievo, sono presenti depositi limosi giallastri, potenti fino a 1,5 m, che sono probabilmente depositi eolici (loess), in parte rielaborati dai processi colluviali. Questi sedimenti hanno in parte colmato delle vallecole che caratterizzavano la superficie del terrazzo e che sono state obliterate anche dall’erosione naturale e dai processi antropogenici, ma che sono riconoscibili grazie ai dati di topografia aviotrasportata (LiDAR).
Parole chiave: Pianura Friulana, Quaternario, Loess, Torrente Cormôr, Geoarcheologia, LiDAR
Abstract - This work is a review of the geomorphological and stratigraphic data about the large low-relief terrace existing between Sammardenchia and Pozzuolo del Friuli, that is a few meters higher than the surrounding alluvial plain. The existence of this isolated hill is related to the activity of the most external Alpine thrusts, which have been active also along the late Quaternary. Thus, the surface of the terrace has been not affected by the important fluvioglacial sedimentation of the Last Glacial Maximum (LGM) and it is characterized by well-developed soils. Generally the pedogenesis evolved on gravels and conglomerates. Anyhow, especially in the north-eastern sector of the isolated terrace, near the place Cûeis of Sammardenchia, some yellowish silts are present. They have a maximum thickness of 1.5 m and are interpreted as aeolian deposits (loess), partly reworked by colluvial processes. These silty sediments partly filled the pattern of small valleys which formerly characterized the top surface of the rised terrace, that have been also deleted by the natural and anthropogenic erosive processes. The traces of these valley can be now recognized thanks to the use of high-resolution aerial topography (LiDAR).
Key words: Friulian Plain, Quaternary, Loess, Cormôr Torrent, Geoarchaeology, LiDAR
Riassunto breve - Le ricerche di superficie e gli scavi condotti a Pavia di Udine dal 2000 al 2007 hanno portato alla luce un villaggio riferibile alle fasi iniziali del Neolitico. Sono 27 le strutture indagate, fra le quali si segnala un piccolo fossato (struttura 2-3), che in origine doveva delimitare un’area residenziale del villaggio, e una struttura di combustione (struttura 15). La ceramica si presenta in cattivo stato di conservazione, ma i pochi elementi riconoscibili trovano confronti con i materiali del non lontano insediamento neolitico di Sammardenchia (Pozzuolo del Friuli). Le industrie litiche, per la presenza di geometrici romboidali e tecnica del microbulino, presentano caratteri tipici del Primo Neolitico in area friulana e risultano realizzate con selci locali e con litotipi “alpini” d’importazione. Sono inoltre presenti pochi manufatti in quarzo ialino (dalla struttura 3) e due elementi in ossidiana (dalle raccolte di superficie). Questo insediamento - unitamente a quelli recentemente esplorati a Cargnacco (Pozzuolo del Friuli) e Nogaredo al Torre (San Vito al Torre) - rappresenta uno dei capitoli del più ampio fenomeno della neolitizzazione dell’Alta Pianura friulana, ben noto grazie al sito di Sammardenchia. Le datazioni 14C collocano la frequentazione neolitica di Pavia di Udine tra la fine del VI e i primi secoli del V millennio a.C. cal. L’abbondante documentazione paleobotanica testimonia una agricoltura multicerealicola con attività di raccolta.
Parole chiave: Neolitico, Agricoltura, Datazioni 14C, Ossidiana, Pavia di Udine, Friuli.
Abstract - Surface researches and excavations conducted in Pavia di Udine from 2000 to 2007, brought to light a village referable to the early Neolithic phases. 27 structures have been investigated, including a small ditch (structure 2-3), which originally had to delimit a “residential” area of the village, and a combustion structure (structure 15). The pottery is in a poor state of conservation, but the few recognizable elements can be compared with the materials of the nearby Neolithic settlement of Sammardenchia (Pozzuolo del Friuli). The lithic industries, due to the presence of rhomboid geometrics and microburin technique, have typical characteristics of the Early Neolithic in the Friuli area. They are made with local flints and with “alpine” imported lithotypes. There are also a few hyaline quartz artefacts (from structure 3) and two obsidian elements (from surface collections). This settlement - together with those recently explored in Cargnacco (Pozzuolo del Friuli) and Nogaredo al Torre (San Vito al Torre) - represents one of the chapters of the broader phenomenon of the neolithization of the Friuli High Plain, well known thanks to the Sammardenchia site. The 14C dates places the neolithic frequentation of Pavia di Udine between the end of the 6th and the first centuries of the 5th millennium BC. cal. The rich paleobotanical documentation testifies of a multi-grain agriculture with harvesting activities.
Key words: Neolithic, Agriculture, 14C dating, Obsidian, Pavia di Udine, Friuli, NE Italy.
Riassunto breve - In seguito alla revisione dei materiali provenienti da scavi e da raccolte di superficie, depositati presso il Museo Friulano di Storia Naturale e il Museo Archeologico di Udine, vengono presentate alcune considerazioni sul pieno sviluppo del Neolitico del Friuli orientale. Questa fase sembra replicare le modalità già osservate nel corso del Primo Neolitico con una industria litica che per materia prima, aspetti tecnologici e tipologici rimanda ad una tradizione padana e una produzione ceramica che risente di forti influssi provenienti dall’Adriatico orientale.
Parole chiave: Neolitico medio, Friuli, Culture dell’Adriatico orientale.
Abstract - Following the review of materials from excavations and survey collections, whose materials are deposited at the Friulian Museum of Natural History and the Archaeological Museum of Udine, some considerations on the full development of the Neolithic period in Eastern Friuli are presented. This phase seems to replicate the methods already observed during the Early Neolithic with a lithic industry that, in terms of raw materials, technological and typological aspects, refers to a Po Valley tradition and a pottery production that was strongly influenced by the Eastern Adriatic Cultures.
Key words: Full Neolithic, Friuli, Eastern Adriatic Cultures.
Riassunto breve - Vengono proposti alcuni aspetti poco conosciuti o inediti della storia del Museo Friulano, nato il 13 maggio del 1866, della formale istituzione, nel dicembre 1950, del Museo Friulano di Storia Naturale e della contestuale nascita della Sezione Paletnologica e Antropologica.
Il contributo indaga anche la storia delle ricerche condotte presso la Grotta di Robič, la cui scoperta si deve a Carlo de Marchesetti, con un successivo intervento di Achille Tellini, eclettico scienziato friulano, che con i suoi studi ha contribuito alla conoscenza in Friuli di numerosi siti preistorici.
Parole chiave: Storia del Museo, Storia delle collezioni, Preistoria del Friuli.
Abstract - There are some little known or unpublished aspects of the history of the Friulian Museum, founded on 13th May 1866, the formal establishment of the Friulian Museum of Natural History in 1950, and the simultaneous origin of the Prehistorical and Anthropological Section.
The contribution also investigates the history of the research carried out at the Robič Cave, the discovery of which is due to Carlo de Marchesetti, with a subsequent intervention by Achille Tellini, an eclectic Friulian scientist, who with his studies contributed to the knowledge of numerous prehistoric sites in Friuli.
Key words: History of the Museum, History of Collections, Prehistory of Friuli.
Riassunto breve -Vengono presentati i reperti, in quasi assoluta prevalenza ceramici, provenienti dai recuperi effettuati nel 1897 da Achille Tellini nella Grotta Sant’Ilario di Robič (nota anche come Kovačeva jama o Turjeva jama), parzialmente editi nel 1989 da Francesca Bressan. Il materiale appare, sia per gli aspetti tecnologici che tipologici, relativamente omogeneo. Dal punto di vista cronologico è riferibile ad un arco di tempo compreso tra il tardo Bronzo medio e il Bronzo recente. Dal punto di vista culturale si rilevano il pieno inserimento in un aspetto “isontino” con strette relazioni con l’area slovena (orizzonte di Oloris-Podsmreka), l’area dei Castellieri carsico-istriani e il Bronzo recente iniziale e pieno della Pianura Friulana.
Parole chiave: Ceramica, Bronzo medio, Bronzo recente, Friuli, Slovenia, Castellieri, Robič.
Abstract - The finds, almost entirely ceramic, gathered in 1897 by Achille Tellini on the pavement of the Sant’Ilario Cave near Robič (also known as Kovačeva jama or Turjeva jama), partially published in 1989 by Francesca Bressan, are presented. The pottery fragments are relatively homogeneous both in terms of technology and typology. From a chronological point of view, the material is referable to a time span between the late Middle Bronze Age and the recent Bronze Age. From a cultural point of view, the remains are fully consistent with a locally documented “Isonzo” aspect, but are clearly visible close relations with the Slovenian area (horizon of Oloris-Podsmreka), the Karst-Istrian Hillforts (Castellieri) area and the recent Bronze Age of the Friuli plain.
Key words: Pottery, Middle Bronze Age, Recent Bronze Age, Friuli, Slovenia, Hillforts (Castellieri), Robič.
Riassunto breve - Il Parco Nazionale della Majella che si trova in Abruzzo, è caratterizzato da un’elevata ricchezza floristica cui concorrono anche le Orchidaceae. Nel presente lavoro considerando gli studi sinora effettuati, le ricerche sul campo dell’autore e le segnalazioni inedite di vari ricercatori, è stato compilato un primo elenco di tutte le Orchidaceae presenti cui è seguita l’analisi corologica che evidenzia una leggera prevalenza del contingente mediterraneo seguito da quello eurasiatico.
Nell’elenco floristico sono riportati 87 taxa distinti tra specie e sottospecie cui sono da aggiungere 49 ibridi.
Parole chiave: Parco Nazionale della Majella, Italia centrale, Orchidaceae, Corotipi, Distribuzione locale, Analisi biogeografica.
Abstract - The Majella National Park is located in Region of Abruzzo and is characterized by a high floristic richness which also includes many taxa of Orchidaceae. In this work considering the studies conducted so far, the research on the author’s field and unpublished reports of some researchers is compiled an initial list of all Orchidaceae present when the chorological analysis is followed which show a slight prevalence of the Mediterranean contingent. Followed by the Eurasian. The check-list includes 87 distinct taxa between species and subspecies to which 49 hybrids are to be added.
Key words: Majella National Park, Central Italy, Orchidaceae, Orchid local check-list, Floristic contingents.
Riassunto breve - Viene presentata una rassegna di specie nuove o interessanti per il territorio del Friuli Venezia Giulia. Fra gli elementi autoctoni: Achillea ptarmica, Alchemilla filicaulis, Anacamptis papilionacea, Anthriscus sylvestris subsp. alpina, Carex bicolor, C. simpliciuscula, Epipactis purpurata, Erigeron alpinus subsp. alpinus, Festuca halleri subsp. halleri, Hieracium oxyodon subsp. subcanescens, Noccaea caerulescens, Ophrys bertolonii subsp. benacensis, Phyteuma betonicifolium, Rhinanthus alectorolophus, Salicornia perennis; fra quelli alloctoni: Allium tuberosum, Campanula portenschlagiana, Cortaderia selloana, Eranthis hyemalis, Euonymus fortunei, Galium rubioides subsp. rubioides, Gamochaeta pensylvanica, Liriope spicata, Mazus pumilus, Miscanthus sinensis, Phalaris arundinacea subsp. picta, Polemonium caeruleum, Reynoutria bohemica, Ribes nigrum, Setaria parviflora, Trifolium alexandrinum.
Si segnalano inoltre le seguenti notospecie, anch’esse nuove: Carduus carduelis × C. defloratus e Centaurea pseudophrygia × C. nigrescens subsp. transalpina.
Parole chiave: Cartografia floristica, Friuli Venezia Giulia, Italia nord-orientale, 4° contributo.
Abstract - New findings of new or interesting species for the vascular flora of Friuli Venezia Giulia are given. Among the autochtonous taxa: Achillea ptarmica, Alchemilla filicaulis, Anacamptis papilionacea, Anthriscus sylvestris subsp. alpina, Carex bicolor, C. simpliciuscula, Epipactis purpurata, Erigeron alpinus subsp. alpinus, Festuca halleri subsp. halleri, Hieracium oxyodon subsp. subcanescens, Noccaea caerulescens, Ophrys bertolonii subsp. benacensis, Phyteuma betonicifolium, Rhinanthus alectorolophus, Salicornia perennis; among allochthonous ones: Allium tuberosum, Campanula portenschlagiana, Cortaderia selloana, Eranthis hyemalis, Euonymus fortunei, Galium rubioides subsp. rubioides, Gamochaeta pensylvanica, Liriope spicata, Mazus pumilus, Miscanthus sinensis, Phalaris arundinacea subsp. picta, Polemonium caeruleum, Reynoutria bohemica, Ribes nigrum, Setaria parviflora, Trifolium alexandrinum.
The following hybrids are also new: Carduus carduelis × C. defloratus and Centaurea pseudophrygia × C. nigrescens subsp. transalpina.
Key words: Floristic cartography, Friuli Venezia Giulia, North-East-Italy, 4th contribution.
Abstract - The finding of specimens of the owlfly Libelloides macaronius (SCOPOLI, 1763) (Neuroptera, Ascalaphidae) from the Tarvisio area (Friuli Venezia Giulia region, north-eastern Italy) is reported here for the first time. The species, which is widespread in the Balkan area, was previously only known in Italy from the Karst area. The discovery site consists of a xeric montane meadow, small in size and sunny, located at about 700 m a.s.l. The particular biogeographical distribution of L. macaronius in Italy resembles that of the Central European tree frog Hyla arborea (LINNAEUS, 1758) (Anura, Hylidae). The other species of high biogeographical value that also occur exclusively or almost exclusively in the Tarvisio area are the following: the alderfly Sialis morio KLINGSTEDT, 1932 (Megaloptera, Sialidae), the crayfish Austropotamobius torrentium (SCHRANK, 1803) (Decapoda, Astacidae), the smooth newt Lissotriton vulgaris vulgaris (LINNAEUS, 1758) (Caudata, Salamandridae) and the sand lizard Lacerta agilis LINNAEUS, 1758 (Squamata, Lacertidae).
Key words: Owlflies, Distribution range, Friuli Venezia Giulia region, Italy, Conservation, Biodiversity.
Riassunto breve - Viene segnalato il primo rinvenimento nel Tarvisiano (Friuli Venezia Giulia, Italia nord-orientale) di esemplari dell’ascalafide Libelloides macaronius (SCOPOLI, 1763) (Neuroptera, Ascalaphidae). La specie, ampiamente diffusa in area balcanica, in precedenza era nota per l’Italia solo per l’area carsica. Il sito di rinvenimento è costituito da un piccolo prato montano xerico, soleggiato, a una quota di circa 700 m. La particolare distribuzione biogeografica di L. macaronius in Italia è nota anche per la raganella europea Hyla arborea (LINNAEUS, 1758) (Anura, Hylidae). Fra le specie di elevato valore biogeografico, presenti in Italia esclusivamente o quasi nel Tarvisiano, si annoverano il sialide Sialis morio KLINGSTEDT, 1932 (Megaloptera, Sialidae), il gambero Austropotamobius torrentium (SCHRANK, 1803) (Decapoda, Astacidae), il tritone punteggiato centro-europeo Lissotriton vulgaris vulgaris (LINNAEUS, 1758) (Caudata, Salamandridae) e la lucertola agile Lacerta agilis Linnaeus, 1758 (Squamata, Lacertidae).
Parole chiave: Ascalafidi, Area di distribuzione, Friuli Venezia Giulia, Conservazione, Biodiversità.
Riassunto breve - Viene illustrato il rinvenimento, presso i Magredi del Cellina (Friuli Venezia Giulia, Italia nord-orientale), di una popolazione di Bolbelasmus unicornis, specie molto elusiva, rara e localizzata, inserita negli allegati II e IV della Direttiva Europea 92/43/CEE “Habitat”. La popolazione rinvenuta rappresenta la più numerosa nota fra le poche finora scoperte sul territorio italiano. Vengono fornite informazioni sulla popolazione e sulle caratteristiche pedologiche e vegetazionali del sito di rinvenimento. Note su bioecologia ed etologia della specie vengono discusse sulla base delle osservazioni effettuate, anche in prospettiva conservazionistica.
Parole chiave: Bolbelasmus unicornis, Geotrupidae, Bolboceratinae, Nuova popolazione, Friuli Venezia Giulia, Italia, Direttiva Habitat.
Abstract - The discovery of a population of Bolbelasmus unicornis in “Magredi del Cellina” (Friuli Venezia Giulia, NE-Italy), an elusive, rare and localized species included in the II and IV annexes of the European Habitats Directive, is illustrated. This population represents the largest one known in Italy. Data are provided on the population, along with a description of the soil and vegetation of the study site. Notes on bioecology and ethology of the species are discussed on the basis of field observations, also in a conservationist perspective.
Key words: Bolbelasmus unicornis, Geotrupidae, Bolboceratinae, New population, Friuli Venezia Giulia, Italy, Habitats Directive.
Riassunto breve - Nel presente lavoro vengono riportati i risultati relativi ai monitoraggi di Rosalia alpina (Linnaeus, 1758) nella ZSC IT3320012 Prealpi Giulie Settentrionali. I dati raccolti utilizzando differenti metodologie hanno permesso di definire un primo quadro distributivo e di individuare alcune aree all’interno del sito Natura 2000 maggiormente idonee in termini conservazionistici. Complessivamente sono stati osservati 15 individui differenti. Vengono inoltre riportate alcune informazioni di carattere ambientali sugli ambiti in cui la specie è stata rinvenuta ed alcune proposte gestionali.
Parole chiave: Rosalia alpina, ZSC IT3320012, Parco Prealpi Giulie, Distribuzione.
Abstract - In this work the results related to the monitoring of Rosalia alpina (Linnaeus, 1758) in the ITS323212 SAC are reported. The data collected, using different methodologies, allowed us to define a first distribution map and to identify some areas within the Natura 2000 site that play a significant role in conservation of the species. Overall, 15 different individuals were observed. Some environmental information is also reported on the areas in which the species was found and some management proposals are suggested.
Key words: Rosalia alpina, ZSC IT3320012, Prealpi Giulie Park, Distribution.
Riassunto breve - Il lavoro presenta il risultato di oltre 50 anni di ricerche sui Coleophoridae dell’isola di Krk (Croazia) nell’alto Adriatico. Sono state censite 94 specie, alcune delle quali rare e molto localizzate. Di queste, cinque sono nuove per la Croazia: Coleophora narbonensis Baldizzone, 1990, C. filaginella Fuchs, 1881, C. thymi M. Hering, 1942, C. musculella Muhlig, 1849, C. millierella (Ragonot, 1882). Vengono illustrati con fotografie gli apparati genitali di C. filaginella e di C. musculella, specie di cui viene anche designato il lectotypus. È descritta per la prima volta la larva di C. uralensis. Di tutte le specie sono indicate le piante nutrici, la distribuzione geografica e il corotipo.
Parole chiave: Lepidoptera, Coleophoridae, Isola di Krk, Croazia.
Abstract - The work presents the result of over 50 years of research on the Coleophoridae of the Krk island (Croatia) in the upper Adriatic. They have been recorded 94 species, some of which are rare and very localized. Of these, five are new to Croatia: Coleophora narbonensis Baldizzone, 1990, C. filaginella Fuchs, 1881, C. thymi M. Hering, 1942, C. musculella Muhlig, 1849, C. millierella (Ragonot, 1882). The genitalia of C. filaginella and of C. musculella are illustrated with photographs. The lectotype of C. musculella is established. The larva of C. uralensis is described for the first time. Of all the species the food plants, the geographical distribution and the corotype are indicated.
Key words: Lepidoptera, Coleophoridae, Krk island, Croatia.
Abstract: In 2018 we positioned decoys in two selected and fenced areas and we induced the settlement of a colony of Little Terns, with the aim to bring a “guardian” species back and to restore the bird community, in order to reduce predation on nests and broods of Kentish Plovers nesting on Venetian beaches. Surveys for individuals, pairs and nests checking of both Little Tern and Kentish Plover were conducted every 1-3 days from March to mid August. The abundance of predators and stranded deposits were surveyed too. Little Tern settled a colony of 28 simultaneously active nests, and almost 25 young fledged. The settlement of the Little Tern colony determined an increase of 73% in the number of both pairs and nests of Kentish Plover in comparison with 2016-2017, with an increase of nests starting brood in late May and June, following the settlement of terns. The hatching trend of Kentish Plovers nests was strongly related to the trend in size of the tern colony suggesting an adaptive response to the presence of the guardian species. Kentish Plovers broods distribution was affected by the availability of stranded algae and seagrass and the position of the tern colony, settled in a bathing concession and facing a shoreline without stranded deposits and unsuitable for chicks feeding, make the “umbrella” obtained in 2018 low effective in chicks’ protection. Both the productivity was of 0.31 youngs/nest and the proportion of fledged/dead chicks were significantly higher than those of the previous two years. Preliminary results suggest that promoting the return of the guardian species can represent an effective strategy for Kentish Plover conservation.
Key words: Decoys, Biological fight, Community restoration, Venetian littoral, Umbrella species.
Riassunto breve: Nel 2018, abbiamo testato la possibilità di indurre l’insediamento di una colonia di fraticello (Sternula albifrons) sulla spiaggia di San Nicolo al Lido di Venezia attirandoli con alcuni stampi (sagome), con l’obiettivo di ripristinare l’originale comunità di specie e riportare sulla spiaggia una “specie guardiana” per ridurre la predazione di nidi e pulcini di fratino (Charadrius alexandrinus). Si è insediata una colonia composta da 28 coppie, che ha portato all’involo almeno 25 giovani. L’insediamento della colonia si è associato ad un aumento del 73% del numero di coppie e di nidi di fratino rispetto al 2016-2017, con un aumento dei nidi dopo l’insediamento della colonia di fraticello. L’andamento della schiusa dei nidi di fratino è risultata correlata con l’andamento della numerosità della colonia di fraticello, suggerendo una risposta adattativa alla presenza della specie guardiana.
La distribuzione delle covate di fratino è risultata condizionata dalla disponibilità di detriti vegetali spiaggiati. Dal momento che la colonia di fraticello era insediata in un tratto in cui la battigia veniva quotidianamente rastrellata dal concessionario balneare e quindi non era idoneo all’alimentazione dei pulcini di fratino, l’effetto protettivo offerto alle covate dalla colonia è risultato limitato. La produttività è risultata di 0,31 giovani/nido, ma la proporzione tra pulcini involati/morti e risultata comunque significativamente maggiore del biennio precedente. I risultati preliminari suggeriscono che promuovere il ritorno della specie guardiana puo rappresentare un’efficace strategia per la conservazione del fratino.
Parole chiave: Stampi, Lotta biologica, Ripristino di comunita, Litorale veneziano, Specie ombrello.
Abstract - The Authors present a provisional chorologic Atlas of the bats of North East Italy (Friuli Venezia Giulia Region). It has been realized following the UTM 10x10 km grid cartographic system, verifying all the available records, both bibliographic and original. Field recent data have been collected particularly since 2013, in the frame of specific cooperation projects and agreements between Friulian Natural History Museum, Italian Ministry of the Environment and Biodiversity Services of the Autonomous Friuli Venezia Giulia Region, all attempting to the sessennial report of the conservation status of various species protected by the EEC 92/43 Habitats Directive. The Atlas summarizes both bio-acoustic data collected in specific bio-acoustic surveys and mistnetting campaigns, and information derived from the recovery of injured bats, thank to various coworkers (Regional Forestry Agents from CFR-Corpo Forestale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia; Agents from the previous Italian State Forestry Corps - now named Comando unita per la tutela forestale, ambientale ed agroalimentare dei Carabinieri-; various Ngo of nature lovers; private citizens), with the constant cooperation of the Regional Centres for the Recovery of Wild Fauna (CRAS) funded by the Autonomous Friuli Venezia Giulia Region.
Key words: Bats, Distribution, North-eastern Italy, Friuli Venezia Giulia Autonomous Region.
Riassunto breve - Gli Autori presentano un Atlante corologico preliminare dei pipistrelli diffusi nel Nord-Est italiano (Regione Friuli Venezia Giulia). Esso è stato realizzato utilizzando il sistema cartografico UTM 10x10 km, verificando tutte le informazioni disponibili, sia bibliografiche, sia originali. Dati recenti di campagna sono stati raccolti sul campo soprattutto a partire dal 2013 nel quadro di specifici accordi di collaborazione tra Museo Friulano di Storia Naturale, Ministero dell’Ambiente Italiano e Servizio Biodiversità della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, che si occupano delle rendicontazioni sessennali all’UE relative allo stato di conservazione di varie specie di interesse unionale protette dalla Direttiva Habitat 92/43 CEE. Sono quindi stati utilizzati sia dati derivanti da specifiche survey bio-acustiche, sia dati derivanti da campagne di cattura con mist nets, dalla occasionale raccolta di animali in difficoltà, effettuata da numerosi collaboratori, da Agenti del Corpo Forestale della Regione Friuli Venezia Giulia (CFR), da Carabinieri Forestali (ex CFS) e dal pubblico generico, con la costante collaborazione dei Centri di Recupero della Fauna Selvatica finanziati dall’Amministrazione della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Parole chiave: Pipistrelli, Distribuzione, Italia nord-orientale, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Abstract - In Mt Zermula area rocks of Ordovician to Carboniferous age belonging to the Pre-Variscan sequence of the Carnic Alps crop out. The whole area was overturned during the Variscan orogeny and the higher parts of Mt Zermula represent Devonian shallow water rocks thrusted on top of an Upper Ordovician to Lower Carboniferous succession showing mostly basin to slope depositional environments. This distal sequence is well exposed in the southern flank of Mt Zermula and in the eastern and western sides of the study area. The lithostratigraphic units and their relationships are described. A geological map of the southern part of Mt Zermula is provided, as well as a stratigraphic scheme.
Key words: Pre-Variscan sequence, Palaeozoic, Lithostratigraphy, Geological map, Carnic Alps
Riassunto breve - Nell’area del M. Zermula affiorano rocce di età compresa tra l’Ordoviciano e il Carbonifero, appartenenti alla sequenza Pre-Varisica delle Alpi Carniche. L’intera area è stata ribaltata e deformata tettonicamente durante l’Orogenesi Varisica: le cime del M. Zermula, costituite da rocce devoniane di mare basso, sono sovrascorse su una sequenza di mare aperto datata all’Ordoviciano-Carbonifero. Questa sequenza distale è ben esposta nel versante meridionale del M. Zermula e alle estremità occidentale e orientale dell’area studiata. In questo lavoro vengono descritte le unità litostratigrafiche affioranti e le loro relazioni. Lo studio è corredato da una carta geologica comprendente anche lo schema stratigrafico.
Parole chiave: Sequenza Pre-Varisica, Paleozoico, Litostratigrafia, Carta Geologica, Alpi Carniche
Riassunto breve - Il Lago di Cavazzo (o Lago dei Tre Comuni) è il lago naturale più esteso del Friuli-Venezia Giulia e rappresenta una risorsa idrica fondamentale per tutta la regione. Attraverso l’analisi stratigrafica preliminare di tre carote di sedimento prelevate dal fondale del lago, abbiamo cercato di ricostruire i cambiamenti ambientali del lago e del territorio circostante durante le ultime decadi. In assenza di datazioni assolute, la presenza di varve stagionali, anche se non troppo affidabili in un ambiente che ha perso le sue condizioni di naturalità, ci ha consentito di ottenere un riferimento cronostratigrafico per la successione degli eventi sedimentari registrati nelle carote.
Negli ultimi 60 anni, il territorio intorno alla conca lacustre ha subito varie vicissitudini, naturali e antropiche, che includono l’impatto degli scarichi di una centrale idroelettrica, la costruzione di un viadotto autostradale e il verificarsi di una sequenza sismica particolarmente distruttiva con epicentri in prossimità delle rive. Questi eventi sono registrati nei sedimenti del lago, e queste prime analisi sono suggestive di una grande potenzialità del metodo, sebbene dovranno essere confermate da dati cronologici indipendenti.
Parole chiave: Lago di Cavazzo, Stratigrafia, Geochimica, Ostracodi, Friuli, NE Italia.
Abstract - Lake Cavazzo (or Lake of the Three Municipalities) is the largest natural lake in Friuli-Venezia Giulia (NE Italy) and represents a fundamental water resource for the whole region. Through a preliminary stratigraphic analysis of three sediment cores taken from the lake bottom, we have attempted to reconstruct environmental changes of the surrounding area during the last decades. In the absence of absolute dating, we based our interpretation on the presence of seasonal varve, although not very reliable in an environment that has lost its natural conditions. The resulting chronostratigraphic reference framework, is important to reconstruct the succession of sedimentary events as recorded in the cores stratigraphy.
During the last 60 years, the territory around the lake basin underwent various vicissitudes, natural and anthropic, which include the effects of a hydroelectric power station, the construction of a motorway viaduct, and the occurrence of a particularly destructive seismic sequence, with epicenters near the lake shores. These first analyses, however significant and suggestive of the method potential, will have to be confirmed by independent chronological data.
Key words: Cavazzo Lake, Stratigraphy, Geochemistry, Ostracods, Friuli, NE Italy.
Abstract - Thanks to its geological peculiarities, Kazakhstan turned out to be extremely rich in fossil deposits which have returned a very rich collection of finds dating from the Paleogene to the Pleistocene. In this respect one of the most important paleogenic deposits is that of Shynzhyly on the right bank of the river of the same name (formerly known as Chinzhaly) in SE Kazakhstan where an abundant Eocene fauna has been found. Previously these deposits were attributed to the Kolpak Formation (Eocene).
At least three distinct genera belonging to the Tapiroidea superfamily have been found here: Eoletes gracilis, Eoletes sp. and Schlosseria sp. (family Lophialetidae) and Teleolophus medius (family Deperetellidae). There are also remains of two primitive rhinocerotoids Forstercooperia minuta and Rhodopagus sp., of micro-mammals (Saykanomys bohlini, Saykanomys sp., Aksyiromys dalos, Pappocricetodon kazakhstanicus, Zhungaromys gromovi, Zhungaromys sp., of turtles belonging to the family Trydionidae), of bony fish of the genus Amia (order Amiiformes). Based on these fossils, the Shynzhyly deposits have recently been dated to the middle Eocene. Five species of carophytes (phylum Charophyta, family Characeae) have also been identified genera Sphaerochara, Psilochara and Stephanochara. The carophytes come from levels stratigraphically above those that have provided bone remains and therefore more recent if compared with the remaining of the fossil material. The association of Shynzhyly carophytes shows affinity with that of the Awate Formation (which emerges in the northern part of the Tarim basin in NW China; association Stephanochara yengisuensis - Sphaerochara chinensis - Tolypella rugulosa rugulosa) dated to the late Eocene-early Oligocene.
Finally, the deposits described are compared with the contemporary continental deposits of NE Italy: no similarities have been found between the faunal associations of the two territories.
Key words: Paleogene, Eocene, Palaeontology, Stratigraphy, Vertebrate fauna, Charophyte, Kazakhstan, NE Italy.
Riassunto breve - Grazie alle sue peculiarità geologiche, il Kazakstan si è rivelato estremamente ricco di depositi fossiliferi che hanno restituito una ricchissima collezione di reperti databili dal Paleogene al Pleistocene. Uno dei depositi paleogenici più importanti sotto questo profilo è quello di Shynzhyly, sulla riva destra del fiume omonimo (già noto come Chinzhaly) nel SE Kazakhstan, dove è stata rinvenuta un’abbondante fauna eocenica. In precedenza questi depositi erano attribuiti alla “Formazione Kolpak” (Eocene).
Sono stati qui rinvenuti almeno tre generi distinti appartenenti alla superfamiglia Tapiroidea: Eoletes gracilis, Eoletes sp. e Schlosseria sp. (famiglia Lophialetidae) e Teleolophus medius (famiglia Deperetellidae). Sono presenti anche resti di due rinocerotoidei molto primitivi, Forstercooperia minuta e Rhodopagus sp., di micro-mammiferi (Saykanomys bohlini, Saykanomys sp., Aksyiromys dalos, Pappocricetodon kazakhstanicus, Zhungaromys gromovi, Zhungaromys sp., di tartarughe (ordine Testudinata) appartenenti alle famiglie Trionychidae ed Emydidae, di pesci ossei del genere Amia (ordine Amiiformes). Sulla base di questi fossili, i depositi di Shynzhyly sono stati di recente datati all’Eocene medio. Sono anche state identificate cinque specie di carofite (phylum Charophyta, famiglia Characeae) dei generi Sphaerochara, Psilochara e Stephanochara. Le carofite provengono da livelli posti stratigraficamente al di sopra di quelli che hanno fornito resti ossei e quindi più recenti rispetto a questi ultimi. L’associazione di carofite di Shynzhyly mostra affinità con quella della Formazione Awate (che affiora nella parte settentrionale del bacino di Tarim in NW Cina; associazione Stephanochara yengisuensis - Sphaerochara chinensis - Tolypella rugulosa rugulosa) datata al tardo Eocene-Oligocene iniziale.
I depositi descritti vengono infine confrontati con i coevi depositi continentali dell’Italia Nordorientale: non vi sono similitudini far le associazioni faunistiche dei due territori.
Parole chiave: Paleogene, Eocene, Paleontologia, Stratigrafia, Fauna a vertebrati, Charophyta, Kazakhstan, Italia Nord-orientale.
Riassunto breve - Viene descritto un orlo di tazza rinvenuto durante le ricerche compiute nel 1977 dai membri del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano di Udine (CSIF) nella grotta Ta pot Figouzo (Savogna, Udine) per la quale si avanza la proposta di una datazione al Bronzo Finale
Parole chiave: Ceramica, Grotte, Valli del Natisone (Friuli Venezia Giulia, Italia), Bronzo Finale.
Abstract - In this text is described the rim of a cup found during the rearches in the Cave Ta pot Figouzo in 1977 by the members of “Circolo Speleologico e Idrologico Friulano di Udine” (CSIF). The cup is dated temporarily at Late Bronze Age.
Key words: Pottery, Caves, Valli del Natisone (NE Italy), Late Bronze Age.
Riassunto breve - Vengono presentati i dati faunistici relativi a due contesti archeologici della pianura Friulana indagati tra gli anni ‘80 e ‘90 del secolo scorso (Piazza Venerio a Udine e Castiòns di Strada), inserendoli nel quadro dei dati disponibili per il periodo tra Bronzo medio e prima età del Ferro. Per entrambi i contesti indagati sono state prese in esame le caratteristiche principali della composizione del complesso faunistico: specie presenti, rapporti percentuali tra le specie, modalità di sfruttamento e individuazione delle attività economiche prevalenti, tracce di macellazione, lavorazione della materia dura di origine animale, morfometria, al fine di poter ricostruire, sia pure con la dovuta cautela a causa della esiguità numerica dei complessi faunistici, l’economia di sfruttamento delle risorse animali di queste comunità protostoriche tra XIII e X-IX sec. a.C.
Parole chiave: Archeozoologia, Pianura Friulana, Italia nord-orientale, Età del Bronzo, Età del Ferro.
Abstract - The faunal data relating to two archaeological contexts of the Friulian plain investigated between the 80s and 90s (Piazza Venerio in Udine and Castiòns di Strada) are presented, inserting them into the framework of the data available for the period between the middle Bronze and the early Iron Age. For both contexts investigated, the main characteristics of the faunal complex composition were examined: present species, percentage ratios between species, methods of exploitation and identification of the prevailing economic activities, traces of slaughter, processing of hard material of animal origin, morphometry, in order to be able to reconstruct, albeit with due caution due to the small number of faunal complexes, the economy of exploitation of the animal resources of these protohistoric communities between the 13th and 10th centuries BC.
Key words: Archeozoology, Friulian Plain, NE Italy, Bronze Age, Iron Age.
Riassunto breve - A partire dalla discussione delle evidenze di tipo etnografico e storico-archeologico disponibili per il territorio delle Valli del Natisone (Prealpi Giulie meridionali) che supportano l’ipotesi di una presenza pastorale di lunga durata nell’area, il presente lavoro intende sviluppare alcune specifiche osservazioni connesse all’occupazione pastorale della grotta del Foràn di Landri nel corso dell’Olocene. A tale scopo, specifica attenzione viene rivolta nell’analisi ai dati stratigrafici raccolti da Feruglio nel corso delle indagini di scavo del 1921, documentanti la presenza di uno strato di origine organica (cd. livello di “strame marcio”), il cui potenziale informativo viene sviluppato anche attraverso il ricorso a considerazioni di tipo etno-archeologico.
Parole chiave: Grotte, Prealpi Giulie meridionali, Valli del Natisone, Italia nord-orientale, Olocene, Pastorizia.
Abstract - Starting from selected ethnographic, historical and archaeological evidences, derived from the wider territory of the Natisone Valleys (Southern Julian Pre-Alps) supporting the thesis of a long-term pastoral frequentation of the area where the Foràn di Landri cave is located, this paper intends to develop some observations related to the possible pastoral occupation of the site during the Holocene. In this respect, specific attention is devoted to the analysis of the stratigraphic data recorded by Feruglio during the excavation campaign of 1921, indicating the presence of an organic layer (the so-called “rotten hay” layer), investigated also through ethno-archaeological comparisons.
Key words: Caves, Southern Julian Pre-Alps, Natisone Valleys, NE Italy, Holocene, Pastoralism.
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