
Riassunto breve - L’importanza delle ricerche sui conodonti svolte negli ultimi sessant’anni in Alpi Carniche è legata soprattutto all’importanza dell’utilizzo di questi fossili come strumenti di datazione relativa e correlazione delle rocce paleozoiche e triassiche. Le imponenti successioni carbonatiche paleozoiche delle Alpi Carniche si sono dimostrate ricche di faune a conodonti che hanno consentito non solo di datare le rocce ma anche di riconoscere nuove specie, alcune delle quali hanno importanza stratigrafica anche al di fuori dell’area tipica (a livello globale). Viene brevemente delineata la storia delle ricerche a conodonti in Alpi Carniche che hanno prodotto, fino a oggi, 230 articoli, alcuni dei quali sono importanti a livello globale per la biostratigrafia. Vengono illustrati tutti gli olotipi delle specie istituite nelle Alpi Carniche. Viene inoltre indicato quanti lavori contengono descrizioni tassonomiche e quanti sono corredati da tavole e/o figure che illustrano il materiale studiato. Gli articoli sono stati infine raggruppati per intervalli stratigrafici.
Parole chiave: Conodonti, Alpi Carniche, Storia delle ricerche, Bibliografia.
Abstract - A short history of more than sixty years of conodont researches in the Carnic Alps is outlined. It is noteworthy that the importance of these research is connected with the use of conodonts as biostratigraphic tools for relative dating of Palaeozoic to Triassic rocks, mostly limestone as the main Formations constituting the Palaeozoic sequence of the Carnic Alps. During the years of research 230 papers dealing with different aspect of conodonts were produced, some of these papers are indeed dealing with CAI, taxonomy, biofacies not only on biostratigraphy. Some of the biostratigraphic papers are important at global level, as well as some of the new species originally described from the Carnic Alps. The holotypes of the 38 species of conodonts established from the Carnic Alps are reillustrated. The number of papers dealing with taxonomy is indicated together with the number of papers containing plates or figures. The papers are also subdived according to stratigraphic interval.
Key words: Conodonts, Carnic Alps, History of researches, Bibliography.
Riassunto breve - Nelle collezioni paleontologiche del Museo Friulano di Storia Naturale di Udine sono conservati 1126 reperti fossili di rettili (Sauropsida), che coprono un intervallo di tempo che va dal Triassico Medio al Miocene (247-15 milioni di anni fa), provenienti dal Friuli (province di Udine e Pordenone) e rinvenuti soprattutto negli ultimi 30 anni. La maggior parte risalgono al Triassico e in particolare all’Anisico (526 esemplari in gran parte provenienti dalla Val Aupa nelle Alpi Carniche), Carnico (547 esemplari, provenienti per lo più da Fusea e Dogna nelle Alpi Carniche e Giulie, rispettivamente) e Norico (22 esemplari provenienti dalla Dolomia di Forni del versante nord delle Prealpi Carniche). Sono presenti anche alcuni esemplari giurassici (Prealpi Carniche), cretacei (Prealpi Giulie) e miocenici (Prealpi Carniche). I cladi più rappresentati sono quelli dei sauropsidi costieri o francamente marini (placodonti, eusaurotterigi, ittiotterigi, tanistrofeidi e coccodilliformi marini), ma anche taxa che sono terrestri o potenzialmente tali (pterosauri e altri arcosauriformi). Tra i reperti sono presenti gli olotipi del placodonte Protenodontosaurus italicus PINNA, 1990, del pistosauride Bobosaurus forojuliensis DALLA VECCHIA, 2006, del drepanosauride Megalancosaurus preonensis CALZAVARA, MUSCIO & WILD, 1981 e degli pterosauri Preondactylus buffarinii WILD, 1984 e Carniadactylus rosenfeldi (DALLA VECCHIA, 1995).
Parole chiave: Rettili fossili, Mesozoico, Triassico, Anisico, Ladinico, Carnico, Norico, Giurassico, Cretaceo, Miocene, Alpi Carniche, Prealpi Carniche, Alpi Giulie, Prealpi Giulie, Friuli.
Abstract - The palaeontological collections of the Museo Friulano di Storia Naturale di Udine (Friulian Museum of Natural History, Udine) include over 1126 specimens of fossil reptiles (Sauropsida), ranging the interval Middle Triassic-Miocene (247-15 million years ago), that have been found in Friuli (Friuli Venezia Giulia Autonomous Region, NE Italy) mostly during the last 30 years. Most of them date back to the Triassic Period (252.17-201.3 million years ago) and in particular to the Anisian (526 specimens, mostly from Aupa Valley in the Carnic Alps), Carnian (547 specimens, mostly from Fusea and Dogna localities of Carnic Alps and Julian Alps, respectively) and Norian (22 specimens from the Forni Dolostone of the northern side of the Carnic Prealps) Ages. A few Jurassic (Carnic Prealps), Cretaceous (Julian Prealps) and Miocene (Carnic Prealps) specimens are also present. The most represented clades are those of coastal or frankly marine sauropsids (placodonts, eusauropterygians, ichthyopterygians, tanystropheids and marine crocodyliformes), but also terrestrial taxa or potentially such (pterosaurs and other archosauriformes) are represented. The collection includes the holotypes of the placodont Protenodontosaurus italicus PINNA, 1990, the pistosaurid Bobosaurus forojuliensis DALLA VECCHIA, 2006, the drepanosaurid Megalancosaurus preonensis CALZAVARA, MUSCIO & WILD, 1981, and the pterosaurs Preondactylus buffarinii Wild 1984 and Carniadactylus rosenfeldi (DALLA VECCHIA, 1995).
Key words: Fossil reptiles, Mesozoic, Triassic, Anisian, Ladinian, Carnian, Norian, Jurassic, Cretaceous, Miocene, Carnic Prealps, Carnic Alps, Julian Alps, Julian Prealps, Friuli.
Riassunto breve - Si fornisce un primo elenco di Briozoi incrostanti i Coralli eocenici di Russiz (Gorizia) sulla base delle collezioni conservate presso il Museo Friulano di Storia Naturale. Solo il 5% dei coralli esaminati presentavano zoaria incrostanti, una percentuale troppo bassa per considerarlo un campione significativo della biodiversità dei Briozoi dell’Eocene friulano e per proporre osservazioni sul rapporto incrostanti - organismi ospiti.
Parole chiave: Briozoi incrostati, Eocene, Russiz, Casali Ottelio, Poggiobello, NE Italia.
Abstract - Relevant collections of stony corals found in the Flysch of Cormons (upper Ypresian - lower Lutetian) are deposited in the Friulian Museum of Natural History. Bryozoans encrusting these fossils are very rare and represented by eight species. Present scantiness of data prevents comments about bryozoan distribution in Friulian Eocene and the relationships between them and the encrusted organisms.
Key words: Encrusting Bryozoa, Eocene, Russiz, Casali Ottelio, Poggiobello, NE Italy.
Riassunto breve - Fra il materiale della collezione mineralogica di Claudio Calligaris, affidata al Museo Friulano di Storia Naturale dopo la sua prematura scomparsa, vi sono alcuni campioni proveniente dai livelli permiani dell’Arenaria di Val Gardena che presentano deboli livelli di radioattività. La presenza di minerali radioattivi è relativamente comune negli affioramenti di questa formazione per tutto il Sudalpino, tanto che alcuni decenni fa vennero effettuate alcune ricerche per verificarne il possibile sfruttamento. Oltre agli affioramenti indicati nella collezione Calligaris (Rio Minischitte, Paularo) sono stati individuati livelli analoghi nella zona fra Ravascletto e Cercivento; su questi sono state svolte ricerche più approfondite ed analisi mineralogiche sui campioni raccolti: si è evidenziata la presenza di una trentina di specie mineralogiche, nessuna delle quali, però, risulta “radioattiva”: come avviene in altre aree contermini la debole radioattività rilevata proviene dagli accumuli di materiale organico. Tra le specie accertate vanno segnalate, in particolare, le seguenti: anglesite, arsenolite, brochantite, chenevixite, cornwallite, devillina, langite, mimetite, olivenite, parnauite, richelsdorfite, scorodite, tennantite, tangdanite, tirolite, zalesiite.
Parole chiave: Minerali, Radioattività, Permiano, Arenaria di Val Gardena, Alpi Carniche.
Abstract - Among the specimens of the mineralogical collection of Claudio Calligaris, entrusted to the Friulian Museum of Natural History after his untimely death, there are some samples from the Permian levels of the Val Gardena Sandstone, that present weak levels of radioactivity. The presence of radioactive minerals is relatively common in the outcrops of this formation throughout the Sudalpine area and for this reason, a few decades ago, some prospectings were carried out to verify its possible exploitation. In addition to the outcrop indicated in the Calligaris collection (Rio Minischitte, Paularo), similar levels have been identified in the area between Ravascletto and Cercivento: on these, more detailed research and some mineralogical analyses have been carried out on the collected samples: the presence of about thirty mineralogical species has been highlighted, none of which, however, is “radioactive”: as in other areas, the weak radioactivity detected comes from the adsorption of microscopic uranium particles onto organic matter (plant remains). Among the ascertained species, the following should be noted: anglesite, arsenolite, brochantite, chenevixite, cornwallite, devillin, langitis, mimetite, olivenitis, parnauite, richelsdorfite, scorodite, tennantite, tangdanite, tyrolite, zalesiite.
Key words: Minerals, Radioactivity, Permian, Val Gardena Sandstone, Carnic Alps.
Riassunto breve - L’articolo tratta di un modesto complesso di reperti ceramici datato al Bronzo Recente e al Bronzo Recente-Bronzo Finale 1 frutto di un rinvenimento sporadico compiuto nel 1990 a Ronchi di Gagliano (Cividale del Friuli, Udine), in una località posta su di un’altura alle spalle della necropoli a cremazione dell’età del ferro di Dernazzacco.
Parole chiave: Ceramica. Bronzo Recente, Bronzo Finale 1, Friuli.
Abstract - The paper regards a small pottery assemblage dated back to the Late Bronze Age and Late Bronze Age-Final Bronze Age 1. Potsherds come from Ronchi di Gagliano a site near Gagliano di Cividale del Friuli (Udine, NE Italy). The place is on a hill close to the well known Iron Age cremation necropolis of Dernazzacco.
Key words: Pottery, Late Bronze Age, Final Bronze Age 1, Friuli.

Riassunto - L’Autore presenta uno studio della flora briologica della Foresta di Paneveggio (Trentino Orientale). Viene qui fornita una lista di 126 taxa: 44 taxa di epatiche e 82 taxa di muschi; 1 specie è una riconferma per la regione Trentino-Alto Adige.
Parole chiave: Briofite, Flora, Foresta di Paneveggio, Trentino Orientale, Parco di Paneveggio-Pale di S. Martino.
Abstract - The Author presents a study of the bryological flora of the Paneveggio Forest (Eastern Trentino). A list of 126 taxa is given: 44 taxa of liverworts and 82 taxa of mosses; 1 species is a confirmation for the Trentino-Alto Adige region.
Key words: Bryophytes Flora, Paneveggio Forest, Eastern Trentino, Paneveggio-Pale di S. Martino Park.
Riassunto breve - Si rende noto il ritrovamento di una nuova stazione di Pinguicola di Poldini (Pinguicula poldinii J. Steiger & Casper, 2001) in Friuli Venezia Giulia, (NE Italia). Tale stazione è l’unica conosciuta ubicata nella pianura, disgiunta dall’areale distributivo originario collocato nella zona montuosa. La Pinguicola di Poldini è una pianta endemita presente in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino-Alto Adige.
Parole chiave: Pinguicula poldinii, Distribuzione, Stazione, Endemismo, Italia nord-orientale.
Abstract - A new site of Pinguicula poldinii J. Steiger & Casper, 2001 occuring in the Friuli Venezia Giulia region (NE Italy). This new site is the only known located in the Friuli plain, separated from the original distribution area located in the mountainous area. The Pinguicula poldinii is an endemic species for the Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino-Alto Adige regions.
Keywords: Pinguicula poldinii, Distribution, Station, Endemism, Northeast Italy.
Riassunto breve - Viene presentata una nuova rassegna di specie nuove o interessanti per il territorio del Friuli Venezia Giulia. Fra gli elementi autoctoni: Gentianella tenella, Neottia cordata, Rhinanthus rumelicus, Symphytum × rakosiense; fra quelli alloctoni: Aucuba japonica, Berberis julianae, Campanula carpatica, Cotoneaster dammeri, C. lacteus, Danaë racemosa, Evansia japonica, Glyceria striata subsp. difformis, Hedypnois rhagadioloides, Hyacinthoides hispanica, Myriophyllum aquaticum, Pistia stratiotes, Rudbeckia triloba, Saxifraga stolonifera, Sedum palmeri, Sigesbeckia orientalis.
Parole chiave: Cartografia floristica, Friuli Venezia Giulia, Italia nord-orientale, 3° contributo.
Abstract - New findings or interesting species for the vascular flora of Friuli Venezia Giulia are given. Among the native taxa: Gentianella tenella, Neottia cordata, Rhinanthus rumelicus, Symphytum × rakosiense; among alien taxa: Aucuba japonica, Berberis julianae, Campanula carpatica, Cotoneaster dammeri, C. lacteus, Danaë racemosa, Evansia japonica, Glyceria striata subsp. difformis, Hedypnois rhagadioloides, Hyacinthoides hispanica, Myriophyllum aquaticum, Pistia stratiotes, Rudbeckia triloba, Saxifraga stolonifera, Sedum palmeri, Sigesbeckia orientalis.
Key words: Floristic cartography, Friuli Venezia Giulia, North-East-Italy, 3rd contribution.
Riassunto breve - In questa breve nota viene presentata una nuova località di rinvenimento di Amphotis orientalis REICHE, 1861 nella costa nord-adriatica (Veneto). Il ritrovamento rappresenta la terza segnalazione in Italia di questa specie particolarmente rara e di grande interesse biogeografico. Vengono descritti l’area e l’habitat di rinvenimento e l’ecologia della specie e viene discussa la probabile origine del popolamento sulla base dei dati in possesso.
Parole chiave: Amphotis orientalis, Coleoptera, Nitidulidae, Nuovo rinvenimento, Italia nord-orientale.
Abstract - A new Italian locality (North-Adriatic coast, E Veneto) of the rare and poorly-known sap beetle Amphotis orientalis REICHE, 1861 is here recorded. This E Mediterranean species, of considerable biogeographic interest, was previously known only from two other localities in NE Italy. Some aspects of the habitat and ecology of the species in Veneto are reported, and alternative hypotheses on the origin of its rather isolated Italian populations are finally discussed.
Key words: Amphotis orientalis, Coleoptera, Nitidulidae, New record, North-Adriatic coast.
Abstract - In the summer of 2017 the first specimens of the giant resin bee, Megachile sculpturalis SMITH (Hymenoptera, Megachilidae), a polylectic allochthonous species of Asian origin, were observed in a family garden in Romans d’Isonzo (district of Gorizia, Friuli Venezia Giulia region, north-eastern Italy). Outside the house, these large blackish wild bees nested in two sites: the hollow of a large ornamental log and a metal ventilation pipe emerging from a wall. In the previous three years until the spring of 2017, the same log hollow had been used for nesting by the carpenter bee Xylocopa cfr. violacea (L.) (Hymenoptera, Apidae). After being discovered in France in 2008, M. sculpturalis was observed for the first time in Italy in 2009 in Piedmont and then in other Italian regions, as well as in Switzerland, Germany and Hungary. In particular, the finding of giant resin bees presented in this paper is the easternmost record in Italy for this species to date, which is rapidly spreading throughout Europe.
Key words: Apoidea, Wild bee, Allochthonous species, Diversity, Distribution, North-eastern Italy.
Riassunto breve - Nell’estate 2017 la presenza di esemplari Megachile sculpturalis SMITH (Hymenoptera, Megachilidae), una specie polilettica di origine asiatica, è stata osservata per la prima volta in un giardino di Romans d’Isonzo (provincia di Gorizia). Nel giardino la specie ha nidificato in due siti: in una cavità di un grosso tronco e in un tubo metallico di ventilazione uscente da un muro. La cavità del tronco nei tre anni precedenti e nella prima parte del 2017 era stata utilizzata per la nidificazione da Xylocopa cfr. violacea (L.) (Hymenoptera, Apidae). Dopo essere stata rinvenuta in Francia nel 2008, M. sculpturalis è stata osservata per la prima volta in Italia nel 2009 in Piemonte e successivamente in altre regioni italiane, in Svizzera, in Germania e in Ungheria. In particolare, i reperti di M. sculpturalis presentati in questa nota sono attualmente i più orientali per l’Italia relativamente a questa specie in rapida espansione in Europa.
Parole chiave: Apoidea, Ape solitaria, Specie alloctona, Biodiversità, Distribuzione, Italia nord-orientale.
Riassunto breve - In questo lavoro vengono presentati i risultati di quattro anni di censimenti (2010-2013) dell’avifauna nidificante nella ZPS “Aree carsiche della Venezia Giulia”. Complessivamente sono state contattate 188 specie, di cui 114 nidificanti (16 quelle di interesse conservazionistico europeo). Oltre alla distribuzione geografica, i dati raccolti hanno permesso di approfondire, per la maggior parte delle specie, anche aspetti legati alla loro ecologia riproduttiva, attraverso l’elaborazione di modelli ecologici ottenuti utilizzando il software MaxEnt, e alle problematiche di conservazione. Per le specie di maggiore interesse le informazioni presentate abbracciano un periodo di tempo molto più lungo e forniscono preziose e talvolta inedite informazioni sull’evoluzione delle popolazioni negli ultimi 30-40 anni.
Parole chiave: ZPS “Aree carsiche della Venezia Giulia”, Avifauna nidificante, Carso, Friuli Venezia Giulia, MaxEnt, Atlante degli uccelli nidificanti.
Abstract - In this work the results of a four years monitoring project of breeding birds (2010-2013) in the “Aree carsiche della Venezia Giulia” SPA are presented. During this period, a total of 188 species were contacted; 114 are considered nesting, of which 16 are of European conservation concern. In addition to the geographical distribution, for the most part of breeding species, the data gathered have allowed to analyse in deep also several aspects related to their breeding ecology, investigated through the development of ecological models using MaxEnt, and conservation issues. For the species of greatest interest, the information presented embraces very long period of time and provides valuable and sometimes unpublished information on the evolution of populations over the last 30-40 years.
Key words: “Aree carsiche della Venezia Giulia” SPA, Breeding birds, Karst, Friuli Venezia Giulia Region, MaxEnt, Atlas of breeding birds.

Riassunto breve - Più di 500 titoli, fra volumi, articoli e guide scientifiche, riflettono il grande interesse della ricerca geoscientifica nelle Alpi Carniche dalle ultime statistiche dell’anno 1969. 50 anni di ricerca hanno prodotto risultati in diverse discipline scientifiche che vanno dalla mappatura geologica alla biostratigrafia, paleontologia, sedimentologia, geochimica, geologia strutturale e applicata alle attività di sensibilizzazione come l’iniziativa del Geopark e la realizzazione di opuscoli e guide divulgative.
Sebbene questo livello di conoscenza sia impressionante e senza eguali in altre regioni, non c’è fine in vista e sono prevedibili nuove linee di ricerca mentre altre verranno ridefinite. In tale prospettiva, vengono brevemente delineati i temi di ricerca futuri. Questo rapporto si concentra sulla parte austriaca delle Alpi Carniche, sebbene diverse mappe e relazioni scientifiche siano state ricavate da ricerche geoscientifiche transfrontaliere.
Parole chiave: Alpi Carniche, Storia delle ricerche, Bibliografia.
Abstract - More than 500 scientific papers and guidebooks reflect the great interest of geoscientific research in the Carnic Alps since the last statistics in the year 1969. 50 years of research has resulted in outputs in different scientific disciplines ranging from geological mapping to biostratigraphy, paleontology, sedimentology, geochemistry, structural and applied geology to outreach activities such as the Geopark initiative and popular brochures, booklets and guidebooks.
Although this level of knowledge is impressive and unmatched in other regions, there is no end in sight and new directions are foreseeable while others will be redefined. In a perspective at the end, future research topics are briefly outlined. This report focuses on the Austrian part of the Carnic Alps although several maps and scientific reports were derived from geoscientific cross-border research.
Key words: Carnic Alps, History of researches, Bibliography.
Riassunto breve - Questo lavoro illustra lo stato dell’arte relativo alle località fossilifere, al loro inquadramento stratigrafico e a una visione generale della composizione della flora del Carbonifero delle Alpi Carniche. I fossili vegetali provengono per la maggior parte da un certo numero di affioramenti distinti (circa 30), all’interno di un range temporale che copre l’intero Pennsylvaniano. Un ridotto numero di esemplari e alcune microflore provengono dal Carbonifero inferiore (Mississippiano, Formazione del Hochwipfel). Le singole località da cui provengono i reperti conservati al Museo Friulano di Storia Naturale, sono state raggruppate in base alla loro posizione stratigrafica così come indicata in bibliografia.
Considerando che l’intervallo di tempo racchiuso nelle singole unità fossilifere del Pennsylvaniano è abbastanza ridotto, e che le varie formazioni riflettono soprattutto un succedersi di transgressione/regressione del livello del mare, si presume che le piante potessero crescere in ambienti diversi ma in un arco di tempo quasi coevo per ognuno dei gruppi di località fossilifere individuati.
Parole chiave: Carbonifero, Mississippiano, Pennsylvaniano, Diversità, Bacino di Pramollo, Alpi Carniche.
Abstract - A state-of-the-art overview is given on the fossiliferous localities of Carboniferous floras of the Carnic Alps, their stratigraphic background and a general picture of the flora. The majority of fossil plant assemblages come from several distinct fossiliferous horizons (about 30), covering the upper part of Pennsylvanian. A smaller number of specimens and some microfloral assemblages come from the lower Carboniferous (Mississippian, Hochwipfel Formation). The localities from which the specimens stored in the Museo Friulano di Storia Naturale come, have been grouped according to their stratigraphic position as indicated in the bibliography.
Due to the fact that the time constraints within the Pennsylvanian fossiliferous units are relatively narrow, and that the various formations reflect, for most part, sea level transgressions and regressions, we posit that the plants likely grew in different, but roughly coeval, habitats for each of the fossiliferous site groups identified.
Key words: Carboniferous, Mississippian, Pennsylvanian, Diversity, Pramollo Basin, Carnic Alps.
Riassunto breve - Sono descritti tre esemplari incompleti di Thylacocephala (Arthropoda, Crustacea?) rinvenuti nell’Anisico (Triassico medio) delle Alpi Carniche. I reperti, pur incompleti e mal conservati, confermano la diffusione di forme con carapace ornamentato a strie subverticali nei depositi Triassici, nonchè la presenza nel Triassico alpino di ulteriori taxa che indicano una notevole diffusione e diversità locale di questi enigmatici artropodi.
Parole chiave: Micriocaris, Thylacocephala, Arthropoda, Alpi Carniche, Anisico.
Abstract - We report here the discovery of three incomplete specimens of Thylacocephala (Arthropoda, Crustacea?) from the Anisian (Middle Triassic) of the Carnic Alps. Although incomplete and poorly preserved, the findings confirm the diffusion of forms having a carapace ornamented with subvertical striations in Triassic deposits, as well as the presence in the Alpine Triassic of taxa indicating a relatively high local diffusion and diversity of these enigmatic arthropods.
Key words: Micriocaris, Thylacocephala, Arthropoda, Carnic Alps, Anisian.
Riassunto breve - Alle pendici del Pic Chiadenis (Alpi Carniche, Udine) si apre una cavità (4846/2714 FR) nella quale è stato individuato un significativo deposito di ghiaccio che, sulla base delle analisi effettuate, risulta essersi formato fra gli anni sessanta e gli anni ottanta del secolo scorso e che oramai è quasi del tutto scomparso. La grotta ha fornito anche indizi di neotettonica e presenze di mineralizzazioni aragonitiche: per tutti questi aspetti la cavità potrebbe essere utilizzata come “laboratorio sotterraneo naturale” ai fini dello studio applicato del carsismo di alta quota.
Parole chiave: Speleologia, Glacialismo, Neotettonica, Minerali di grotta, Quaternario, Alpi Carniche.
Abstract - On the slopes of Pic Chiadenis (Carnic Alps, Udine, NE Italy) there is a cave (4846/2714 FR) in which a significant ice deposit has been identified On the basis of the analyzes carried out, it appears to have been formed between the sixties and the eighties of the last century and now it has almost completely disappeared. The cave has also provided evidence of neotectonic and presence of aragonitic mineralization: for all these aspects the cave could be used as a “natural underground laboratory” for the purpose of the applied studies of high altitude karst.
Key words: Speleology, Glacialism, Neotectonic, Cave Minerals, Quaternary, Carnic Alps.
Riassunto breve - Gli autori presentano i primi dati sul progetto di ricerca condotto nell’area golenale del Torrente Torre, tra i comuni di Pavia di Udine e di San Vito al Torre. La zona, caratterizzata da una forte dinamica fluviale, consente di raccogliere numerosi dati sul potenziale archeologico, in particolare preistorico e protostorico, di questo tratto della pianura udinese.
Parole chiave: Neolitico antico, Eneolitico, Bronzo Antico, Bronzo Medio, Potenziale archeologico, Friuli.
Abstract - The authors present the preliminary data on the research project carried out in the alluvial plain of the Torre River, in the territory of Pavia di Udine and San Vito al Torre. The area, characterized by a strong river dynamics, allows to collect information on the archaeological potential, in particular prehistoric and protohistoric, of this part of the Udine plain.
Key words: Early Neolithic, Copper Age, Ancient Bronze Age, Middle Bronze Age, Archaeological potential, Friuli.
Riassunto breve - L’articolo ripercorre la storia delle indagini compiute presso la Šuošterjova Jama nel 1923 da Egidio Feruglio e, tra il 1958 e il 1969, da altri soci del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano, analizzando anche i dati stratigrafici emersi. I materiali archeologici frutto di queste ricerche sono attualmente conservati presso le collezioni del Museo Friulano di Storia Naturale, del Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli e del Circolo.
Parole chiave: Šuošterjova Jama, Grotte, Valli del Natisone, Indagini archeologiche.
Abstract - The ariticle traces the history of the investigations carried out at the Šuošterjova Jama in 1923 by Egidio Feruglio and, between 1958 and 1969, by other members of the Circolo Speleologico e Idrologico Friulano (Friulian Speleological and Hydrological Society); the resulting stratigraphic data are also described. The archaeological findings are currently stored in the collections of the Museo Friulano di Storia Naturale (Friulian Museum of Natural History), of the Museo Archeologico Nazionale (National Archaeological Museum) of Cividale del Friuli and of the Circolo.
Key words: Šuošterjova Jama, Caves, Valli del Natisone, Archaeological researches. NE Italy.

Riassunto - Viene presentata la checklist aggiornata delle specie esotiche per il territorio del Friuli Venezia Giulia, comprensiva di indicazioni sullo status delle specie, diffusione nel territorio, dominanza, invasivita potenziale e di altri caratteri funzionali.
Complessivamente la lista annovera 341 specie e 23 sottospecie delle quali 185 possiedono lo status di casuale, 119 di naturalizzata, 30 di invasiva e 7 di trasformatrice. Sono state effettuate alcune elaborazioni relativamente al comportamento delle aliene in base ai caratteri funzionali e alla loro distribuzione in regione. Vengono poi riportate le schede monografiche delle specie aliene trasformatrici e invasive comprensive di mappe distributive.
Parole chiave: Specie aliene, Distribuzione, Status, Invasivita, Friuli Venezia Giulia, Italia nord-orientale.
Abstract - The updated checklist of the exotic species of the Friuli Venezia Giulia territory is presented, including indications on the status of the species, diffusion in the territory, dominance, potential invasiveness and other functional traits. The list includes 341 species and 23 subspecies of which 185 have the status of casuals, 119 of naturalized, 30 invasive and 7 of transformers. Some elaborations have been made regarding the behavior of the aliens on the basis of functional traits and their distribution in the region. The monographic sheets of the alien and transformers invasive species including distribution maps are then reported.
Key words: Alien species, Distribution, Status, Invasiveness, Friuli Venezia Giulia, North-Eastern Italy.
Riassunto breve - Si riportano nuovi dati relativi ad alcune specie di Ortotteri in Friuli Venezia Giulia. Paratettix meridionalis (RAMBUR, 1838) viene segnalata per la prima volta per il Friuli Venezia Giulia. Si conferma la presenza di due specie, Paracinema tricolor bisignatum (CHARPENTIER, 1825) e Chorthippus (Glyptobothrus) apricarius (LINNAEUS, 1758), le cui precedenti segnalazioni risalgono alla seconda metà del 1800. Fra le altre specie alcune sono rare in Italia e note di poche località, in particolare Xya variegata (LATREILLE, 1809), Tetrix tuerki tuerki (KRAUSS, 1876) e Stenobothrus stigmaticus stigmaticus (RAMBUR, 1838).
Parole chiave: Ortotteri, Friuli Venezia Giulia.
Abstract - New records of some Orthoptera species in Friuli Venezia Giulia regionare reported an discussed. First record for Friuli Venezia Giulia of Paratettix meridionalis (RAMBUR, 1838) is given. The presence in Friuli Venezia Giulia of Paracinema tricolor bisignatum (CHARPENTIER, 1825) and Chorthippus (Glyptobothrus) apricarius (LINNAEUS, 1758) is confirmed; these species had previously been reported from the region only in the 19th century. Other interesting species, in Italy known from few localities only, are Xya variegata (LATREILLE, 1809), Tetrix tuerki tuerki (KRAUSS, 1876) and Stenobothrus stigmaticus stigmaticus (RAMBUR, 1838).
Key words: Orthoptera, Friuli Venezia Giulia.
Riassunto breve - Oryotus tragoniae Muller, 1934 è un coleottero leptodirino descritto di una piccola cavita nei pressi del Monte Bivera (Alpi Carniche, Forni di Sopra, UD) e noto su pochi esemplari. Viene descritta una seconda località di raccolta che amplia verso Est l’areale distributivo della specie. Viene inoltre proposta una ridescrizione della specie basata su un esemplare topotipico.
Parole chiave: Oryotus tragoniae, Leiodidae, Cholevinae, Leptodirini, ridescrizione, Alpi Carniche, Nuova localita.
Abstract - A leptodirine beetle Oryotus tragoniae Müller, 1934 was described for a small cavity near Bivera Mt. (Carnic Alps, Forni di Sopra, UD) and presently known for a few specimens. A second sampling site is described, which expands towards East the distribution area of the species. A redescription of the species based on a topotypical specimen is also proposed.
Key words: Oryotus tragoniae, Leiodidae, Cholevinae, Leptodirini, redescription, Carnic Alps, new site.
Abstract - Records of butterflies observed in the Croatian County of Istria have been compiled from published articles; these have been supplemented by unpublished records from the authors and their associates over the last few decades, and by a programme of field surveys in 2014 and 2015 to fill the gaps in the localities visited. A total of 136 species were recorded from 252 localities - 69 % of the Croatian butterfly fauna. Five of these from the literature have not been seen again. A full list of the species and localities is given in the appendices. Several species are of conservation interest in Europe - 6 are listed in the European Habitats Directive: Lycaena dispar (HAWORTH, 1802), Euphydryas aurinia (ROTTEMBURG, 1775), Coenonympha oedippus (FABRICIUS, 1787), Zerynthia polyxena (DENIS & SCHIFFERMÜLLER, 1775), Phengaris arion (LINNAEUS, 1758) and Lopinga achine (SCOPOLI, 1763). The habitat preferences of some rarer species are described. Changes in land-use in recent decades have resulted in the loss of meadows - important habitats for many species. An urgent requirement for conservation measures is identified, as well as the need for future surveys.
Key words: Lepidoptera, Rhopalocera, Butterfly diversity, Natura 2000, Istria, Croatia.
Riassunto breve - Sono stati raccolti i dati di letteratura relativi ai ropaloceri osservati nella Regione Istriana. Tali dati sono stati integrati con rilievi inediti degli autori e dei loro collaboratori relativi agli ultimi decenni, supportati da un progetto di indagini sul campo condotte nel 2014 e nel 2015. Sono state complessivamente registrate 136 specie da 252 localita, che corrispondono al 69% delle specie di ropaloceri presenti in Croazia. Di queste, cinque specie presenti in letteratura non sono state piu rilevate. Diverse specie rinvenute risultano essere di interesse conservazionistico in Europa - sei specie sono elencate negli allegati della Direttiva 92/43 CEE “Habitat”: Lycaena dispar (HAWORTH, 1802), Euphydryas aurinia (ROTTEMBURG, 1775), Coenonympha oedippus (FABRICIUS, 1787), Zerynthia polyxena (DENIS & SCHIFFERMÜLLER, 1775), Phengaris arion (LINNAEUS, 1758) e Lopinga achine (SCOPOLI, 1763). Vengono descritte le preferenze di habitat di alcune specie particolarmente rare. Viene analizzata la perdita degli habitat prativi in seguito ai recenti cambiamenti nell’uso del suolo e vengono indicati i requisiti piu urgenti per le misure di conservazione, nonche la necessita di indagini future.
Parole chiave: Lepidoptera, Rhopalocera, Diversita di ropaloceri, Natura 2000, Istria, Croazia.
Riassunto breve - Gli Autori riferiscono della presenza di un primo castoro Castor fiber nell’Italia nord-orientale. L’esemplare sembra per ora essere solo, come prima conseguenza dell’espansione naturale delle popolazioni reintrodotte in Austria. Esso frequenta 6-7 km di corsi d’acqua tributari del Danubio nel Comune di Tarvisio (Provincia di Udine, Italia nord-orientale).
Parole chiave: Castor fiber, Italia nord-orientale, Austria, Reintroduzione, Espansione naturale.
Abstract - The Authors refer about a first beaver Castor fiber in north-eastern Italy. At present the specimen seems to be alone, probably the first result of the natural spreading of Austrian reintroduced populations. It dwells in 6-7 km river stretches of small tributaries of Danube drainage system from the Municipality of Tarvisio (Province of Udine, north-eastern Italy).
Key words: Castor fiber, north-eastern Italy, Austria, Reintroduction, Natural spreading.

Riassunto breve - In Alfio Nazzi la passione per l’archeologia si tradusse in una missione educativa dove tutta la sua intelligenza, le sue conoscenze e le sue formidabili abilità manuali furono al servizio della didattica della preistoria. I percorsi sperimentali di agricoltura neolitica e quelli ricostruttivi della ceramica di Sammardenchia che coinvolsero gli alunni della Scuola Primaria di Pozzuolo del Friuli furono possibili per l’apporto competente e appassionato dell’amato “nonnolitico” come i bambini chiamavano Alfio Nazzi.
Parole chiave: Alfio Nazzi, Didattica, Pozzuolo del Friuli.
Abstract - In Alfio Nazzi the passion for archeology was translated into an educational mission where all his intelligence, his knowledge and his formidable manual skills were at the service of teaching prehistory. The experimental paths of Neolithic agriculture and the reconstructive ones of the Sammardenchia ceramics that involved the pupils of the Primary School of Pozzuolo del Friuli were possible due to the competent and passionate contribution of the beloved “nonnolitico” (“lithicgrandfather”) as the children called Alfio Nazzi.
Key words: Alfio Nazzi, Didactic, Pozzuolo del Friuli.
Riassunto breve - Fra i rilievi isolati dell’alta Pianura Friulana vi è quello di Pozzuolo del Friuli dove affiorano, nella porzione nord-occidentale, lembi di arenarie mioceniche studiati fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. La definizione dell’età è stata problematica trattandosi di un affioramento isolato ed è STEFANINI (1915a; 1916; 1919) che ne esamina in dettaglio il contenuto paleontologico e data l’affioramento al Langhiano. Fra i fossili più interessanti la nuova specie di echinoderma Scutella forumjuliensis (recte Parascutella forumjuliensis [STEFANINI, 1919]) di cui Pozzuolo è il locus typicus.
Nel presente lavoro, dopo una approfondita analisi storica delle ricerche, l’affioramento miocenico viene riesaminato e ne viene descritta la fauna fossile, compresa la prima segnalazione per le Alpi Meridionali del briozoo Reussirella haidingeri. I dati litologici e paleontologici e il relativo confronto con le successioni mioceniche delle Prealpi Veneto-Friulane consentono di datare le arenarie di Pozzuolo all’Aquitaniano.
Parole chiave: Miocene, Stratigrafia, Tettonica, Pozzuolo del Friuli, Parascutella forumjuliensis, Reussirella haidingeri.
Abstract - Isolated reliefs crops out in the upper Friulian Plain (Friuli Venezia Giulia Autonomous Region, NE Italy). The north-western portion of one of them, near Pozzuolo del Friuli, is made of Miocene sandstone. Geology and fossils collected in that sandstone had been studied between the end of the XIX and the beginning of the XX century, but definition of its exact age remained problematic. STEFANINI (1915a; 1916; 1919) studied the fossils and dated the outcrops to the Langhian. In 1919, STEFANINI erected a new echinoid species: Scutella forumjuliensis (recte Parascutella forumjuliensis) based on that sample.
In this paper, we reappraise the geology of the sandstone and its fossil fauna, after an overview of the history of the researches. The briozoan Reussirella haidingeri is for the first time reported in the Southern Alps. Lithological and paleontological information and comparison with the Miocene sequences of the Veneto-Friuli Prealps allow dating the Pozzuolo sandstone to the Aquitanian.
Key words: Miocene, Stratigraphy, Tectonics, Pozzuolo del Friuli, Parascutella forumjuliensis, Reussirella haidingeri.
Riassunto breve - Questo lavoro si basa sulla revisione dei dati geomorfologici e stratigrafici relativi all’esteso rilievo presente tra Sammardenchia e Pozzuolo del Friuli, che si eleva di alcuni metri rispetto alla pianura circostante. L’esistenza di questo colle isolato è legata all’attività dei sovrascorrimenti alpini più esterni, che hanno agito anche nel tardo Quaternario. Quindi la superficie del terrazzo non è stata interessata dalle alluvioni dell’ultimo massimo glaciale (LGM) ed è caratterizzata da suoli molto evoluti, sviluppatisi in genere su ghiaie e conglomerati. Specialmente nel settore orientale del rilievo, sono presenti depositi limosi giallastri, potenti fino a 1,5 m, che sono probabilmente depositi eolici (loess), in parte rielaborati dai processi colluviali. Questi sedimenti hanno in parte colmato delle vallecole che caratterizzavano la superficie del terrazzo e che sono state obliterate anche dall’erosione naturale e dai processi antropogenici, ma che sono riconoscibili grazie ai dati di topografia aviotrasportata (LiDAR).
Parole chiave: Pianura Friulana, Quaternario, Loess, Torrente Cormôr, Geoarcheologia, LiDAR
Abstract - This work is a review of the geomorphological and stratigraphic data about the large low-relief terrace existing between Sammardenchia and Pozzuolo del Friuli, that is a few meters higher than the surrounding alluvial plain. The existence of this isolated hill is related to the activity of the most external Alpine thrusts, which have been active also along the late Quaternary. Thus, the surface of the terrace has been not affected by the important fluvioglacial sedimentation of the Last Glacial Maximum (LGM) and it is characterized by well-developed soils. Generally the pedogenesis evolved on gravels and conglomerates. Anyhow, especially in the north-eastern sector of the isolated terrace, near the place Cûeis of Sammardenchia, some yellowish silts are present. They have a maximum thickness of 1.5 m and are interpreted as aeolian deposits (loess), partly reworked by colluvial processes. These silty sediments partly filled the pattern of small valleys which formerly characterized the top surface of the rised terrace, that have been also deleted by the natural and anthropogenic erosive processes. The traces of these valley can be now recognized thanks to the use of high-resolution aerial topography (LiDAR).
Key words: Friulian Plain, Quaternary, Loess, Cormôr Torrent, Geoarchaeology, LiDAR
Riassunto breve - Le ricerche di superficie e gli scavi condotti a Pavia di Udine dal 2000 al 2007 hanno portato alla luce un villaggio riferibile alle fasi iniziali del Neolitico. Sono 27 le strutture indagate, fra le quali si segnala un piccolo fossato (struttura 2-3), che in origine doveva delimitare un’area residenziale del villaggio, e una struttura di combustione (struttura 15). La ceramica si presenta in cattivo stato di conservazione, ma i pochi elementi riconoscibili trovano confronti con i materiali del non lontano insediamento neolitico di Sammardenchia (Pozzuolo del Friuli). Le industrie litiche, per la presenza di geometrici romboidali e tecnica del microbulino, presentano caratteri tipici del Primo Neolitico in area friulana e risultano realizzate con selci locali e con litotipi “alpini” d’importazione. Sono inoltre presenti pochi manufatti in quarzo ialino (dalla struttura 3) e due elementi in ossidiana (dalle raccolte di superficie). Questo insediamento - unitamente a quelli recentemente esplorati a Cargnacco (Pozzuolo del Friuli) e Nogaredo al Torre (San Vito al Torre) - rappresenta uno dei capitoli del più ampio fenomeno della neolitizzazione dell’Alta Pianura friulana, ben noto grazie al sito di Sammardenchia. Le datazioni 14C collocano la frequentazione neolitica di Pavia di Udine tra la fine del VI e i primi secoli del V millennio a.C. cal. L’abbondante documentazione paleobotanica testimonia una agricoltura multicerealicola con attività di raccolta.
Parole chiave: Neolitico, Agricoltura, Datazioni 14C, Ossidiana, Pavia di Udine, Friuli.
Abstract - Surface researches and excavations conducted in Pavia di Udine from 2000 to 2007, brought to light a village referable to the early Neolithic phases. 27 structures have been investigated, including a small ditch (structure 2-3), which originally had to delimit a “residential” area of the village, and a combustion structure (structure 15). The pottery is in a poor state of conservation, but the few recognizable elements can be compared with the materials of the nearby Neolithic settlement of Sammardenchia (Pozzuolo del Friuli). The lithic industries, due to the presence of rhomboid geometrics and microburin technique, have typical characteristics of the Early Neolithic in the Friuli area. They are made with local flints and with “alpine” imported lithotypes. There are also a few hyaline quartz artefacts (from structure 3) and two obsidian elements (from surface collections). This settlement - together with those recently explored in Cargnacco (Pozzuolo del Friuli) and Nogaredo al Torre (San Vito al Torre) - represents one of the chapters of the broader phenomenon of the neolithization of the Friuli High Plain, well known thanks to the Sammardenchia site. The 14C dates places the neolithic frequentation of Pavia di Udine between the end of the 6th and the first centuries of the 5th millennium BC. cal. The rich paleobotanical documentation testifies of a multi-grain agriculture with harvesting activities.
Key words: Neolithic, Agriculture, 14C dating, Obsidian, Pavia di Udine, Friuli, NE Italy.
Riassunto breve - In seguito alla revisione dei materiali provenienti da scavi e da raccolte di superficie, depositati presso il Museo Friulano di Storia Naturale e il Museo Archeologico di Udine, vengono presentate alcune considerazioni sul pieno sviluppo del Neolitico del Friuli orientale. Questa fase sembra replicare le modalità già osservate nel corso del Primo Neolitico con una industria litica che per materia prima, aspetti tecnologici e tipologici rimanda ad una tradizione padana e una produzione ceramica che risente di forti influssi provenienti dall’Adriatico orientale.
Parole chiave: Neolitico medio, Friuli, Culture dell’Adriatico orientale.
Abstract - Following the review of materials from excavations and survey collections, whose materials are deposited at the Friulian Museum of Natural History and the Archaeological Museum of Udine, some considerations on the full development of the Neolithic period in Eastern Friuli are presented. This phase seems to replicate the methods already observed during the Early Neolithic with a lithic industry that, in terms of raw materials, technological and typological aspects, refers to a Po Valley tradition and a pottery production that was strongly influenced by the Eastern Adriatic Cultures.
Key words: Full Neolithic, Friuli, Eastern Adriatic Cultures.
Riassunto breve - Vengono proposti alcuni aspetti poco conosciuti o inediti della storia del Museo Friulano, nato il 13 maggio del 1866, della formale istituzione, nel dicembre 1950, del Museo Friulano di Storia Naturale e della contestuale nascita della Sezione Paletnologica e Antropologica.
Il contributo indaga anche la storia delle ricerche condotte presso la Grotta di Robič, la cui scoperta si deve a Carlo de Marchesetti, con un successivo intervento di Achille Tellini, eclettico scienziato friulano, che con i suoi studi ha contribuito alla conoscenza in Friuli di numerosi siti preistorici.
Parole chiave: Storia del Museo, Storia delle collezioni, Preistoria del Friuli.
Abstract - There are some little known or unpublished aspects of the history of the Friulian Museum, founded on 13th May 1866, the formal establishment of the Friulian Museum of Natural History in 1950, and the simultaneous origin of the Prehistorical and Anthropological Section.
The contribution also investigates the history of the research carried out at the Robič Cave, the discovery of which is due to Carlo de Marchesetti, with a subsequent intervention by Achille Tellini, an eclectic Friulian scientist, who with his studies contributed to the knowledge of numerous prehistoric sites in Friuli.
Key words: History of the Museum, History of Collections, Prehistory of Friuli.
Riassunto breve -Vengono presentati i reperti, in quasi assoluta prevalenza ceramici, provenienti dai recuperi effettuati nel 1897 da Achille Tellini nella Grotta Sant’Ilario di Robič (nota anche come Kovačeva jama o Turjeva jama), parzialmente editi nel 1989 da Francesca Bressan. Il materiale appare, sia per gli aspetti tecnologici che tipologici, relativamente omogeneo. Dal punto di vista cronologico è riferibile ad un arco di tempo compreso tra il tardo Bronzo medio e il Bronzo recente. Dal punto di vista culturale si rilevano il pieno inserimento in un aspetto “isontino” con strette relazioni con l’area slovena (orizzonte di Oloris-Podsmreka), l’area dei Castellieri carsico-istriani e il Bronzo recente iniziale e pieno della Pianura Friulana.
Parole chiave: Ceramica, Bronzo medio, Bronzo recente, Friuli, Slovenia, Castellieri, Robič.
Abstract - The finds, almost entirely ceramic, gathered in 1897 by Achille Tellini on the pavement of the Sant’Ilario Cave near Robič (also known as Kovačeva jama or Turjeva jama), partially published in 1989 by Francesca Bressan, are presented. The pottery fragments are relatively homogeneous both in terms of technology and typology. From a chronological point of view, the material is referable to a time span between the late Middle Bronze Age and the recent Bronze Age. From a cultural point of view, the remains are fully consistent with a locally documented “Isonzo” aspect, but are clearly visible close relations with the Slovenian area (horizon of Oloris-Podsmreka), the Karst-Istrian Hillforts (Castellieri) area and the recent Bronze Age of the Friuli plain.
Key words: Pottery, Middle Bronze Age, Recent Bronze Age, Friuli, Slovenia, Hillforts (Castellieri), Robič.
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