Riassunto breve - Vengono descritti e illustrati i graptoliti appartenenti alla Collezione “M. Gortani” ospitata nel Museo Paleontologico “D. Lovisato” dell’Università di Cagliari. Si tratta di una quarantina di campioni riconducibili a sette specie: Monograptus cf. flemingi (SALTER), Cyrtograptus rigidus TULLBERG, Monoclimacis cf. hemipristis (MENEGHINI), Monoclimacis flumendosae (GORTANI), Monograptus? antennularius (MENEGHINI), Pristiograptus dubius (SUESS), Colonograptus cf. gerhardi (KUEHNE) del Wenlock, provenienti principalmente da Goni, ed un campione di Rhaphidograptus toernquisti (ELLES & WOOD) del Llandovery proveniente da Fluminimaggiore.
Parole chiave: Graptoliti, Tassonomia, Siluriano, Sardegna.
Abstract – Graptolites from the “M. Gortani “ Collection stored at the Museo Paleontologico “D. Lovisato “ of Cagliari University are described and illustrated. The collection includes about forty samples, most of them, collected in the famous locality of Goni, belong to seven Wenlockian species: Monograptus cf. flemingi (SALTER), Cyrtograptus rigidus TULLBERG, Monoclimacis cf. hemipristis (MENEGHINI), Monoclimacis flumendosae (GORTANI), Monograptus? antennularius (MENEGHINI), Pristiograptus dubius (SUESS), Colonograptus cf. gerhardi (KUEHNE); one specimen of Rhaphidograptus toernquisti (ELLES & WOOD) come from the Llandovery of the Fluminimaggiore area.
Key words: Graptolites, Taxonomy, Silurian, Sardinia.
Riassunto breve - È segnalata per la prima volta la presenza in Italia dell’Attinotterigio basale Amiopsis (Pisces, Osteichthyes), rappresentato da un esemplare completo in ottimo stato di conservazione rinvenuto nel Cretaceo inferiore (Barremiano) della valle del Torrente Cornappo nelle Prealpi Giulie (Nimis, Udine). Appartiene probabilmente alla specie A. prisca (specie-tipo del genere), i tipi della quale sono stati rinvenuti durante il XIX secolo nel sito Cretaceo di Mrzlek (oggi in Slovenia) nelle Prealpi Giulie vicino a Gorizia, ma attualmente risultano dispersi. In futuro quindi l’esemplare friulano potrebbe essere indicato come il neotipo.
Parole chiave: Amiopsis, Amiopsis prisca, Amiiformes, Barremiano, Cretaceo, Torrente Cornappo, Prealpi Giulie.
Abstract - The basal actinopterygian fish Amiopsis (Osteichthyes) is for the first time reported from Italy. It is represented by a complete and very well preserved specimen found in the Lower Cretaceous (Barremian) of the Cornappo torrent valley, Julian pre-Alps, Udine Province, Nimis municipality. It probably belongs to the species A. prisca (type-species of the genus), whose type fossils were found in the Cretaceous Merzlek site (now in Slovenia) in the Julian pre-Alps near Gorizia during the XIX century, but now are lost. Therefore the Friulian specimen might be chosen as the neotype.
Key words: Amiopsis, Amiopsis prisca, Amiiformes, Barremian, Cretaceous, Cornappo Torrent, Julian pre-Alps.
Riassunto breve - L’esame delle tracce d’uso su un campione di manufatti litici epigravettiani provenienti dall’ US 5 del Riparo di Biarzo ha permesso di approfondire le informazioni sinora acquisite sulle attività svolte dai gruppi umani epigravettiani all’ interno del sito, che si profila come accampamento residenziale in cui si dispiegano soprattutto attività di trattamento di materie prime animali. Il confronto con altri siti epigravettiani di area veneta e friulana evidenzia la varietà degli orientamenti funzionali degli accampamenti, delineando un sistema insediativo stagionale ed articolato in maniera diversificata sia in relazione alle tipologie insediative che al loro contesto geomorfologico e paleombientale.
Parole chiave: Epigravettiano recente, Analisi funzionale, Industrie litiche, Funzione del sito, Sistemi insediativi.
Abstract - Functional analysis of use-wear traces on a sample of lithic artefacts from US 5 of Riparo di Biarzo allowed to increase knowledge about activities carried out by epigravettian human groups at the site, a residential camp where the main activity was the animal resources processing. The comparison with some other epigravettian sites in Venetian and Friulian regions points out a variability in the functional role of the camps, being the settlement system well-organized in relation to the kind of site and its geomorphologic and palaeoenvironmental context.
Key words: Recent Epigravettian, Functional analysis, Lithic industries, Site function, Human settlements.
Riassunto breve - Sono presentati alcuni reperti ceramici del Bronzo recente (XIII - prima metà XII sec. a.C.) raccolti in superficie nel 1999 in comune di Martignacco (UD). Tra i materiali esaminati, riveste un particolare interesse la presenza di un’apofisi cilindroretta di ansa a nastro verticale, elemento tipologico caratteristico del Bronzo recente peninsulare (“Subappenninico”).
Parole chiave: Ceramica, Bronzo recente, Friuli.
Abstract - The author presents a Late Bronze Age pottery assemblage from a site near Martignacco (Udine). Some elements (cylindrical decoration of handle) show cultural relations with the Eastern Po Plain and Peninsular Italy.
Key words: Pottery, Late Bronze Age, Friuli.
Riassunto breve - Vengono commentati i risultati di un censimento floristico del Parco Naturale Regionale delle Prealpi Giulie (Italia nord-orientale) limitato alla catena calcareo-dolomitica dei Monti Musi. Sono stati visitati 72 siti, rappresentativi degli ambienti più tipici delle Prealpi sud-orientali, in una fascia compresa tra ca. 500 e 1900 metri di quota. I taxa infragenerici censiti sono 105, di cui 3 (Cladonia ramulosa, Collema conglomeratum, Lempholemma polyanthes) sono nuovi per la Flora regionale. Per ogni specie sono riportate brevi note critiche riguardanti forma di crescita, condizioni morfologiche dei talli al momento della raccolta, substrato e siti di raccolta. Vengono infine discusse le probabili cause che determinano la scarsa biodiversità riscontrata.
Parole chiave: Alpi, Biodiversità, Flora, Licheni.
Abstract - The macrolichens of the dolomitic-calcareous Musi Mts (Northern Italy) has been investigated visiting 72 sampling sites distributed between ca. 500-1900 m altitude, and encompassing the main vegetation belts typical of the South-eastern pre-Alps. The list consists of 105 infrageneric taxa.
Cladonia ramulosa, Collema conglomeratum and Lempholemma polyanthes are new to the lichen Flora of Friuli. For each species brief critical notes on growth-form, morphology and substratum are given, together with a list of sampling sites. Causes that might explain the observed low biodiversity are shortly discussed.
Key words: Alps, Biodiversity, Floristics, Lichens.
Riassunto breve - Viene presentata la Check-list della flora briologica del Carso Triestino e Goriziano come contributo allo studio della biodiversità di quest’ area. È stata realizzata con i dati risultanti da recenti erborizzazioni, ai quali sono stati aggiunti anche quelli tratti dalla bibliografia fino ad oggi nota per l’area oggetto d’indagine, e quelli derivanti dalla revisione dei campioni dell’Erbario Crittogamico dell’Università di Trieste (TSB), relativi alle raccolte eseguite sul M.te Valerio (Trieste) in anni precedenti. Essa include complessivamente 296 Briofite e tra queste, 2 epatiche e 24 muschi, che sono nuove segnalazioni per la regione Friuli Venezia Giulia. Sono state effettuate inoltre delle considerazioni floristiche e biogeografiche.
Parole chiave: Briofite, Biodiversità, Check-list, Biogeografia, Carso Triestino e Goriziano, Friuli Venezia Giulia.
Abstract - A Check-list of the Bryophyte flora of the Karst area of Trieste and Gorizia is presented as a contribution to the study of the biodiversity of this area. It is based on recent collections, with bibliographical data up to now known for the investigated area and those of the Bryophyte Herbarium of the University of Trieste (TSB), concerning collected data from M. Valerio (Trieste) some years ago.
The check-list includes 296 Bryophytes: 2 liverworths and 24 mosses are new records for Friuli Venezia Giulia region. Floristic and biogeographical considerations are added.
Key words: Bryophytes, Biodiversity, Check-list, Biogeography, Karst area of Trieste and Gorizia, Friuli Venezia Giulia.
Riassunto breve - Viene riportato l’elenco floristico della cinta muraria di Palmanova (242 fra specie e sottospecie), di cui sono forniti gli indici di pericolosità e di pregio estetico. Vengono discussi gli spettri biologico, corologico e fitocenotico della flora rilevata, nonchè il suo comportamento nei confronti di differenti tipologie architettoniche. In conclusione, dopo una disamina della situazione attuale dei manufatti, sono formulate alcune proposte d’intervento.
Parole chiave: Flora, Indice di pericolosità, Cinta muraria di Palmanova, Proposte di intervento.
Abstract - The check-list of spontaneous vascular flora of the town wall of Palmanova is presented (242 taxa), as well as the dangerousness index of the species and index value. Biological, chorological and phytocoenotic spectra of the flora is discussed as well as the behaviour of the species on the architectural typologies. Some suggestions for management are given.
Key words: Flora, Dangerousness index, Town wall of Palmanova, Suggestions for management.
Riassunto breve - In questo lavoro viene descritta la qualità biologica delle acque del Fiume
Natisone (Friuli Venezia Giulia, Italia nord-orientale) e dei suoi principali affluenti, i Torrenti Alberone, Cosizza ed Erbezzo, mediante l’applicazione dell’I.B.E. rilevato in otto punti di prelievo: cinque lungo l’asta principale del fiume ed uno in ciascuno dei suoi tre affluenti. Sono stati esclusi i corsi d’acqua minori in quanto piccoli tributari montani di modesta portata. I prelievi sono stati effettuati con frequenza stagionale dal 1998 al 2006. Si è potuto così aggiornare, considerando i taxa rinvenuti, le liste faunistiche preesistenti e constatare una non significativa variazione nel tempo del giudizio globale di qualità relativo all’applicazione dell’ I.B.E. Nell’autunno del 2004, si è applicato l’Indice Diatomico EPI-D, metodo biologico di recente acquisizione, che considera come indicatori di qualità le Diatomee, I prelievi sono stati eseguiti sul fiume Natisone, in tre punti già considerati per l’I.B.E. ed i risultati raggiunti concordano con quelli ottenuti con la classificazione basata sul macrobenthos.
Parole chiave: Qualità dell ‘acqua, Ecosistema fluviale, Indice Biotico Esteso, Indice di Funzionalità Fluviale, Indice Diatomico, Fiume Natisone.
Abstract - In this study we describe the biological water quality of Natisone River (Friuli Venezia Giulia, North-eastern Italy) and its main tributaries, Torrents Alberone, Cosizza and Erbezzo, by means of I.B.E. sampled in eight areas: five, along the main river, and one in each of the three tributaries. Minor mountain creeks have been excluded from the study. Sampling has been performed quarterly during the period 1998-2006. This research allowed to update the pre-existing list of river ‘s fauna, and non-significative changes have been observed in the study period. In autumn 2004, the Diatomic Index EPI-D has been applied, which is a recent research method who considers the presence of Diatomeae as indicators of the water quality. The results are in agreement with those obtained using the macrobenthos.
Key words: Water Quality, River ecosystem, Extended Biotic Index, River Functionality Index, Diatomic Index, Natisone River.
Riassunto breve - Si riportano i risultati ottenuti da uno studio pluriennale sulla fauna ad
Ortotteroidei di un’area costiera dell ‘Alto Adriatico, Valle Vecchia (Caorle, Venezia). Durante 9 anni di indagini più o meno discontinue (1999-2007) sono state individuate 2 specie di Blattodei, 1 Mantodeo, 25 Ortotteri (14 Ensiferi, 11 Celiferi), 3 Dermatteri. L’elemento di maggiore interesse è Roeseliana brunneri (RAMME, 1931), Ortottero endemico delle coste alto-adriatiche. Viene descritta la distribuzione delle specie nei principali habitat presenti nell’area.
Parole chiave: Ortotteroidei, Blattaria, Mantodea, Orthoptera, Dermaptera, Litorale veneto,
Ecologia.
Abstract - The results of a research carried out in a coastland of Veneto region, Valle Vecchia (Caorle, Venezia district), on the Orthopteroid insects are presenied. During 9 years (1999-2007) were identified 2 Blattaria, 1 Mantodea, 25 Orthoptera (14 Ensifera, 11 Caelifera), 3 Dermaptera species. Roeseliana brunneri (RAMME, 1931), a northadriatic endemic bushcricket is the most important species. The author describes the distribution of the different species in the principal habitats of the area.
Key words: Orthopteroidea, Blattaria, Mantodea, Orthoptera, Dermaptera, Coastal habitats of Veneto, Ecology.
Riassunto breve - Si tratteggiano sinteticamente le conoscenze geochimiche sulle caratteristiche delle acque di falda, sia freatiche che artesiane, della Pianura Friulana, anche alla luce di una recente campagna di studio. Prendendo in considerazione la distribuzione areale delle concentrazioni dei solfati, dei bicarbonati, dei nitrati, di Ca, Mg, Cl, Na, K, i valori di conducibilità e temperatura e quelli di δ18O‰ e 14C, si propone una zonazione delle acque in funzione delle alimentazioni. Si possono riconoscere quattro province idrogeologiche ben delineate nel primo sottosuolo, meno nette più in profondità. Visti in particolare i risultati della campagna di datazione delle acque, si pone in evidenza come gran parte delle acque artesiane più profonde abbia scarsi scambi con le acque superficiali e tempi di permanenza notevoli. Ciò significa che ad una alta qualità di queste acque si contrappone una altissima vulnerabilità agli emungimenti.
Parole chiave: Idrogeologia, Geochimica, Falde freatiche ed artesiane, Pianura Friulana.
Abstract - The constantly increasing of water demand for human consumptions has necessitated a reconstruction of the hydrogeologic properties and isotopic features of the aquifers of the Friuli Venezia Giulia Plain. These aquifers are composed of a phreatic aquifer and numerous confined aquifers containing both shallow and deep confined groundwaters. Four hydrogeological provinces have been recognised based on the distribution of the major ions (Ca, Mg, Cl, Na, K, NO3, SO4, CO3) as well as on electric conductivity data, temperatures and environmental isotopes (δ18O‰ and 14C). The data from this work allows the mapping of these different provinces that are related to the groundwater recharge areas. These provinces have been well recognised for the surface groundwaters but they become less distinguishable with increasing depth. The groundwater resources of the shallow confined and phreatic aquifers are highly vulnerable to contamination. Deeper confined groundwaters contain older waters with very low recharge rates, consequently, they could be severely impacted by over abstraction.
Key words: Hydrogeology, Geochemistry, Groundwaters, Friuli Plain (Italy).
Riassunto breve - In questo articolo vengono descritti i noduli ferrosi presenti nei sedimenti
recenti delle grotte delle Valli del Natisone (Prealpi Giulie, Friuli orientale). Sulla base di osservazioni macroscopiche, microscopiche, mineralogiche e chimiche i noduli sono stati distinti in varie categorie per ognuna delle quali è stata supposta una genesi diversa. Vengono quindi proposti dei modelli per la loro formazione e crescita.
Parole chiave: Noduli ferrosi, Grotte, Pisoliti, Silice, Goethite.
Abstract - In this article ferrous nodules of recent sediments from the Natisone Valley caves
(Friuli, NE Italy) are described. According to macroscopic, microscopic, mineralogical and chemical observations, nodules have been subdivided into different categories. For each category a different origin has been supposed. Then some models for nodules’ genesis and growth have been suggested.
Key words: Ferrous nodules, Caves, Pisolites, Silica, Goethite.
Riassunto breve - In questo articolo vengono presentati i risultati relativi alle analisi archeometriche (diffrattometria delle polveri a raggi X, analisi chimica in fluorescenza a raggi X e osservazione di sezioni sottili al microscopio petrografico a luce polarizzata) effettuate su 41 campioni ceramici provenienti dal sito Neolitico di Sammardenchia (Pozzuolo del Friuli, Udine) e su 20 campioni di suolo raccolti nella zona per definire la scelta delle materie prime necessarie alla produzione ceramica.
Dall’osservazione delle sezioni sottili dei campioni fittili è stata possibile l’identificazione di 5 classi di impasto con caratteristiche micromorfologiche ben distinte e di 2 tipi diversi di trattamento superficiale.
Dall’analisi chimica, in base al contenuto di P2O5 e Ba, si è osservata una chiara distinzione tra i campioni di ceramica riferiti tipologicamente alla Cultura di Fiorano, a quella di Danilo e al Gruppo qui denominato come C, costituito da frammenti ceramici la cui produzione potrebbe essere locale.
Tali differenze possono essere ascritte ad una diversa tecnologia di fabbricazione e più precisamente all’aggiunta di materiale organico (vegetali e ossa) all’interno dell’impasto. Per quanto riguarda la possibilità che i suoli costituiscano la materia prima per la produzione del Gruppo C si è notato che solo un campione ha caratteristiche chimiche affini.
Parole chiave: Analisi archeometriche, Produzione ceramica, Sammardenchia (Udine), Neolitico.
Abstract - Authors present the results of archeometrical analyses (X-ray powder diffraction, X-ray fluorescence spectroscopy chemical analyses and thin section analyses) performed on 41 pottery samples from the Sammardenchia neolitical site (Pozzuolo del Friuli, Udine) and on 20 soil samples collected in the same area to determine which could be the raw materials for the pottery making. According to the observation of thin sections 5 groups have been identified with different micromorphological features and 2 different types of superficial treatment. Chemistry of the pottery allowed to distinguish the “Fiorano” pottery from the “Danilo” and the C Group here defined as “Local” ones. The differences are regarded as consequence of a different technological process of pottery making involving the addition of organic material (bones and plant remains) to matrix. As the supposition that the soils were used as raw material for the “local” pottery making it has been observed that only one soil sample has chemical characteristics similar to local pottery and probably this soil has been used for the “local” pottery making.
Key words: Archeometrical analysis, Pottery making, Sammardenchia (Udine), Neolithic.
Riassunto breve – In questo lavoro vengono riportati i risultati di uno studio di biomonitoraggio condotto tramite l’analisi delle diatomee bentoniche, utilizzate come bioindicatori dello stato di inquinamento ed eutrofizzazione del Fiume Natisone (Friuli Venezia Giulia). Lo studio è stato eseguito attraverso l’applicazione dell’indice EPI-D (Eutrophication/Pollution Index – Diatom based) (DELL’UOMO, 2004). L’analisi della qualità delle acque è stata eseguita su 10 stazioni lungo il corso del fiume attraverso due campagne di rilevamento (Una estiva ed una annuale) nel 2005.
La qualità delle acque è risultata sempre ottima/buona tranne che per la parte finale del corso inferiore del fiume.
Parole chiave: Acque correnti, Diatomee, Qualità delle acque, Indici biologici, Natisone.
Abstract – The results of a biomonitoring study carried out by the analysis of benthic diatoms, used as bioindicators of pollution and eutrophication in the Natisone River (North-eastern Italy), are reported. The EPI-D index (Eutrophication/Pollution Index – Diatom based) (DELL’UOMO, 2004) was applied. Benthic diatoms were sampled in ten stations along the river in summer and autumn 2005. The water quality resulted very good for almost all stations.
Key words: Running waters, Benthic diatoms, Water quality, Biotic indices, Natisone River.
Riassunto breve - Sono stati rideterminati i campioni di sfagni della raccolta di Briofite del Museo Friulano di Storia Naturale di Udine con l’aggiornamento della sistematica e della nomenclatura e l’aggiunta di un primo contributo di nuovi reperti fra cui una specie nuova per il Friuli Venezia Giulia.
Parole chiave: Sfagni, Museo Friulano di Storia Naturale, Revisione, Nuovi reperti, Specie nuova per la Regione Friuli Venezia Giulia.
Abstract - The champions of the genus Sphagnum of the Udine Friulian Museum of Natural History have been reidentified with update of systematics and nomenclature and some new reports in addition, among them a species new to the Friuli Venezia Giulia Region.
Key words: Peat mosses, Friulian Museum of Natural History, Revision, New reports, Species new to the Friuli Venezia Giulia Region.
Riassunto breve – Si comunica il ritrovamento di Prunella x dissecta Wender. e P. x spuria Stapf, entità ibride non segnalate nel recente Nuovo Atlante Corologico delle piante vascolari nel Friuli Venezia Giulia. Di seguito sono brevemente descritti i caratteri distintivi tra le diverse entità ibride includendo P. x intermedia Link, nuova per la Provincia di Udine.
Parole chiave: Friuli Venezia Giulia, Flora, Ibridi, Prunella.
Abstract - Here is reported the founding of Prunella x dissecta Wender. and P. x spuria Stapf, hybrids not included in the recent New Chorological Atlas of vascular plants in Friuli Venezia Giulia. A brief description of critical characters between different hybrids, including P. x intermedia Link, new for Udine province.
Key words: Friuli Venezia Giulia, Flora, Ibridi, Prunella.
Riassunto breve - Durante il 2007 e il 2008 è stata documentata la presenza di Branchipus schaefferi FISCHER, 1834 (Anostraca, Branchipodidae) lungo il medio corso del fume Piave, tra il ponte presso Valdobbiadene e quello di Ponte di Piave (Veneto). Adulti di entrambi i sessi sono stati osservati tra maggio e ottobre in 19 pozze temporanee, distribuite in 13 siti lungo le fasce perifluviali, sia al margine delle aree coltivate sia all’interno dei terreni magredili incolti. Le pozze occupavano depressioni prodotte dal transito di veicoli, con estensione media di pochi metri quadrati, profondità massima inferiore ai 2 dm, fondo argilloso, acqua torbida e vegetazione assente. Il mantenimento delle aree magredili non utilizzate per l’agricoltura appare rilevante per la conservazione locale della specie. L’intensa pratica abusiva del motocross può avere effetti negativi sulle singole popolazioni.
Parole chiave: Branchipus schaefferi, Piave, Veneto, Italia, Distribuzione, Fenologia, Conservazione.
Abstract – The presence of the fairy shrimp Branchipus schaefferi FISCHER, 1834, has been documented in 2007-2008 along the middle course of the river Piave, between the bridge near Valdobbiadene and that at Ponte di Piave (Veneto region, NE Italy). Adult males and females have been found between May and October in 19 temporary rain pools, in 13 localities along the river banks, either at the edge of cultivated lands or well inside uncultivated, stabilized pebble beds. Pools occupied ruts formed by vehicles, with average extent of a few square metres, maximum depth of less than 2 dm, muddy bottom, turbid water and no aquatic plants. Relevant to the conservation of the species is the maintenance of unexploited terrains along the river. Motocross performed illicitly and intensely may affect negatively single popilations.
Kew words: Brachipus schaefferi, River Piave, Veneto, Italy, Distribution, Phenology, Conservation.
Riassunto breve - Sono state indagate le comunità di Ragni epigei presenti nel litorale sabbioso di Valle Vecchia (Caorle, Venezia), confrontando le zoocenosi di diversi ambienti litorali adiacenti: l’avanduna, il primo retroduna, una depressione interdunale umida, una pineta su dune stabilizzate, un fragmiteto e un incolto prossimo ai coltivi dell’entroterra. Sono state complessivamente rinvenute 115 specie di Ragni, appartenenti a 21 famiglie. Vengono analizzate e comparate la composizione e la struttura dell’araneofauna dei diversi ambienti indagati, valutandole dal punto di vista della dominanza e sotto l’aspetto autoecologico. Si sono riscontrati la prevedibile prevalenza di una cospicua componente xerofila nei popolamenti delle stazioni di avanduna e retroduna, dove è risultato dominante Sintula retroversus (O.P.-CAMBRIDGE, 1875), la somiglianza tra i popolamenti delle stazioni più umide (depressione interdunale, fragmiteto e prato incolto) e l’isolamento zoocenotico della pineta rispetto alle altre stazioni.
Viene segnalata per la prima volta per l’Italia Settentrionale Berlandina plumalis (O.P.-CAMBRIDGE, 1872). Sotto il profilo zoogeografico, il corotipo europeo è risultato quello maggiormente rappresentato, accanto ad un significativo contributo dato dal corotipo mediterraneo s.l.
Parole chiave: Arachnida Araneae, Ecologia, Faunistica, Sistemi dunali, Litorale Alto Adriatico.
Abstract: Spider coenoses of the coastal sandy dunes of Valle Vecchia were investigated, comparing different neighbouring habitats: yellow dune, dune heath, humid interdune depression (dune slack), pine-wood on fixed dunes, cane thicket and uncultivated area near the fields. Altogether 115 species of spiders of 21 families were found. Species composition and faunistic structure among the biotopes are analysed and compared, both on species dominance and from the ecological point of view. The expected prevalence of the xerophilic components in the communities of yellow dune and dune heath biotopes is shown, where Sintula retroversus (O.P.-CAMBRIDGE, 1875) is dominant. Further, the affinity between the communities of the most humid stations (humid interdune depression, cane thicket and uncultivated area) and the isolation of the pine-wood community from the other communities are shown. Berlandina plumalis (O.P.-CAMBRIDGE, 1872) is recorded for the first time in Northern Italy. Concerning the zoogeographical aspects, species with European distribution appear dominant, but a remarkable contribution is also given by species with Mediterranean distribution.
Key words: Arachnida Araneae, Ecology, Faunology, Sandy dunes, North Adriatic shore.
Riassunto breve – Il presente lavoro riporta i risultati di raccolte occasionali in varie località del Friuli Venezia Giulia, province di Gorizia e Trieste, effettuate nel periodo 1973- 2005. Nell’ambito di oltre 180 escursioni, che si sono svolte tra marzo e novembre, con cacce diurne e notturne e con l’utilizzo di trappole luminose ed esche, è stato possibile determinare complessivamente 905 specie di Lepidotteri appartenenti a 56 famiglie (numero di records: 2.115). Insieme a diverse nuove segnalazioni per la Regione viene inoltre segnalata come nuova per l’Italia la seguente specie: Peribatodes correptaria ZELLER (Geometridae). Il lavoro comprende infine l’elenco delle specie e la descrizione delle località di raccolta, una carta d’insieme della Regione in cui sono state evidenziate le suddette località, alcune tavole a colori e i commenti su alcune specie particolarmente significative.
Parole chiave: Lepidoptera, Italia, Friuli Venezia Giulia, Carso, Gorizia, Trieste, Adriatico settentrionale, Dati faunistici.
Abstract – This work presents the results of occasional collections in different areas of Friuli Venezia Giulia, Prov. Gorizia and Trieste, in the years 1973-2005. During more than 180 excursions, from March to November, by day and night, with light traps and baits, a total amount of 905 species of Lepidoptera from 56 families was caught (data records: 2.115). Besides new records for the Region, an additional new species for Italy can be recorded: Peribatodes correptaria ZELLER (Geometridae). A full list and description of the localities, a comprehensive map of the Region, some color plates and comments about relevant species are also included.
Key words: Lepidoptera, Italy, Friuli Venezia Giulia, Karst, Gorizia, Trieste, Northern Coast of Adriatic Sea, Faunal data.
Abstract - 684 species of butter! ies and moths are recorded from the area of Valle Vecchia (Caorle, Venezia). The species inventory includes two probably undescribed species: Apatetris sp. n. and a species of the Crambidae subfamily Odontiinae. 9 species are newly recorded from Italy: Phyllonorycter cephalariae, Cosmiotes stabilella, Cosmopterix pararufella, Eulamprotes immaculatella, Scrobipalpa nitentella, Ephysteris insulella, Gynnidomorpha luridana, Clavigesta purdeyi and Assara turciella.
Several species are extremely rare and/or scattered in Italy or even restricted to Valle Vecchia, e.g. Xylomoia stangelmaieri. The importance of the area is furthermore underlined by the occurrence of Lycaena dispar and Euplagia quadripunctaria, two species protected by the Fauna-Flora-Habitat directive of the EU. An ecological analysis underlines the particular importance of the sandy dune system and halophytic depression for Lepidoptera. Bed of reeds and hygrophilous to xerophilous grassland add to the overall diversity. Recent afforestations probably will improve the importance of woody plants. Biogeographically, species which are widely distributed in Eurasia and/or North America or which are even cosmopolitan cover about 72% of the inventory. Furthermore the European and Mediterranean chorotypes are of some importance with 17% and 4% respectively of the species inventory. Finally conservation problems and management are discussed in detail. Suggestions for habitat specific improvements are given.
Key words: Lepidoptera, Faunistics, Conservation, Dune Systems, Italy, Veneto.
Riassunto breve – Sono state rinvenute 684 specie di Lepidotteri nell’area di Valle Vecchia (Caorle, Venezia). L’elenco delle specie include due entità probabilmente non ancora descritte: Apatetris sp. n. e una specie della famiglia Crambidae, sottofamiglia Odontiinae. Nove specie rappresentano nuove segnalazioni per l’Italia: Phyllonorycter cephalariae, Cosmiotes stabilella, Cosmopterix pararufella, Eulamprotes immaculatella, Scrobipalpa nitentella, Ephysteris insulella, Gynnidomorpha luridana, Clavigesta purdeyi e Assara turciella. Diverse specie sono estremamente rare o distribuite localmente a livello italiano, o anche limitate all’area di Valle Vecchia, come nel caso di Xylomoia stangelmaieri. L’importanza dell’area è inoltre sottolineata dalla presenza di Lycaena dispar e Euplagia quadripunctaria, due specie protette dalla Direttiva Comunitaria Habitat (Dir: 92/43 CEE). Un’analisi ecologica evidenzia la particolare importanza del sistema dunale e delle depressioni interdunali per i Lepidotteri. I canneti e le praterie igrofile e xerofile aumentano la diversità complessiva ma sono relativamente meno ricchi di specie rispetto ad altri habitat. I recenti interventi di riforestazione aumenteranno probabilmente l’importanza delle piante forestali sotto il profilo ecologico. Dal punto di vista biogeografico, le specie ampiamente distribuite in Eurasia e/o in Nord America o a distribuzione cosmopolita coprono circa il 72% del totale. Anche i corotipi Europeo e Mediterraneo sono inoltre di rilievo, con rispettivamente il 17% e il 4% del totale. Sono discussi in dettaglio gli aspetti conservazionistici e vengono forniti suggerimenti per interventi migliorativi nei diversi habitat specifici.
Parole chiave: Lepidoptera, Faunistica, Conservazione, Italia, Veneto, Dune litorali.
Riassunto breve - La progressiva espansione del Cormorano (Phalacrocorax carbo) nelle acque interne della Regione e le crescenti lamentele da parte dei gestori degli allevamenti ittici e delle associazioni di pesca sportiva, ha portato l’Ufficio Studi Faunistici della Regione Friuli Venezia Giulia ad elaborare e finanziare nelle stagioni 2005/2006 e 2006/2007 un progetto di monitoraggio della specie nelle acque interne della Regione. Parallelamente, è stata analizzata la dieta del Cormorano, sia a livello qualitativo che quantitativo, al fine di valutare il prelievo delle specie ittiche di maggior pregio.
Parole chiave: Cormorano, Phalacrocorax carbo, Acque interne, Friuli Venezia Giulia.
Abstract - The Great cormorant (Phalacrocorax carbo) progressive colonisation of the inland wetlands and the growing complaint by aquaculture activities managers and recreational anglers, led the Ufficio Studi Faunistici of the Friuli Venezia Giulia Region, to plan and fund a monitoring project in the inland wetlands of the Region during years 2005/2006 and 2006/2007. In parallel, the diet of the species was investigated, both at a quantitative and qualitative level, in order to assess the predation of valuable species.
Key words: Great cormorant, Phalacrocorax carbo, Inland wetlands, Friuli Venezia Giulia.
Riassunto breve - Se da un lato l’antropologia è stata fortemente influenzata dall’evoluzionismo darwiniano, dall’altro è anche vero che Darwin stesso fu piuttosto riluttante ad impegnarsi direttamente sul tema dell’evoluzione umana. Diverse possono essere la ragioni: il desiderio di evitare (ulteriori) confronti accesi; la difficoltà di avere a disposizione reperti “sicuri” ed i dubbi espressi dal suo stesso collega ed amico, Thomas Henry Huxley, sui primi ritrovamenti dell’Uomo di Neanderthal.
Il suo stesso volume “The Descent of Man” viene considerato da molti più un’opera anti-poligenista e anti-schiavista, incentrata sulla selezione sessuale, che un trattato sulle - peraltro all’epoca piuttosto scarse - evidenze relative all’origine del genere umano.
Resta il fatto che in quest’opera Darwin sottolinea temi che ancor’oggi sono determinanti per la paleoantropologia, come la discendenza dell’uomo da una singola specie progenitrice simile alle grandi scimmie, il primato della locomozione eretta nell’evoluzione umana, la nascita degli ominidi nel continente africano e, nel bene e nel male, “la necessaria acquisizione in modo graduale di ciascun potere e capacità mentale”.
Parole chiave: Paleoantropologia, Evoluzione, Darwin.
Abstract - Although the whole sphere of anthropology has been greatly influenced by Darwin’s theory of evolution, it is also true to state that Darwin himself was very reluctant to commit himself directly to the theme of human evolution. There were probably several reasons: the wish to avoid (further) hotly debated arguments; the difficulty of obtaining “reliable” archaeological remains, and the doubts expressed by his colleague and friend, Thomas Henry Huxley, on the early findings of Neanderthal Man. “The Descent of Man” is viewed by many to be more a statement of Darwin’s views on anti-polygeny and anti-slavery - focusing as it does on sexual selection - than a treatise (definitely quite rare in those times) on evidence regarding the origin of the human race.
The fact remains that, in his work, Darwin emphasised topics which are still today fundamental for palaeo-anthropology, such as the descent of man from a single ancestral species similar to the great apes, the unique development of walking upright in human evolution, the rise of hominids in the African continent and, for better or for worse, the necessary and gradual acquisition of all
mental powers and capacities.
Key words: Palaeo-anthropology, Evolution, Darwin.
Riassunto breve - Vengono descritti alcuni nuovi resti di ittiosauri rinvenuti in formazioni del Triassico medio del Friuli settentrionale (Provincia di Udine). Mixosaurus è riportato dalla Formazione di Dont (Anisico, Pelsonico) dei dintorni di Sauris, mentre una vertebra di un taxon indeterminato di dimensioni medie proviene dalle “Torbiditi d’Aupa” (Anisico, Illirico) della
Val Aupa (Moggio Udinese). L’esemplare delle “Torbiditi d’Aupa” è la prima segnalazione di ittiosauri in una unità litostratigrafica che finora ha fornito solo resti di rettili costieri (saurotterigi basali e Tanystropheus) e terrestri (arcosauri).
Parole chiave: Diapsida, Ichthyosauria, Mixosaurus, Triassico, Formazione di Dont, “Torbiditi d’Aupa”, Friuli settentrionale.
Abstract - This paper reports new ichthyosaurian remains found in the Middle Triassic of northern Friuli (Udine Province, Friuli Venezia Giulia, NE Italy). Mixosaurus is reported from the Dont Formation (Anisian, Pelsonian) of Chiaranda Creek near the town of Sauris. A single, isolated vertebra of a medium-sized, indeterminate taxon comes from the “torbiditi d’Aupa” (Anisian,
Illyrian) of the Aupa Valley (Moggio Udinese Municipality). The latter specimen is the first report of an ichthyosaur in the “torbiditi d’Aupa” where only coastal (basal sauropterygian and Tanystropheus) and terrestrial (archosaur) amniotes were found to date.
Key words: Diapsida, Ichthyosauria, Mixosaurus, Triassic, Formazione di Dont, “Torbiditi d’Aupa”, Northern Friuli.
Riassunto breve - Il Monte Cocco è una delle aree delle Alpi Carniche dove i depositi siluriani sono più estesi e il contenuto fossilifero è più abbondante. Si tratta quasi esclusivamente di Calcari a Orthoceras, di età compresa tra il Telychiano e il Pridoli.
Le associazioni fossili sono dominate da cefalopodi nautiloidei, bivalvi e trilobiti; inoltre è significativa la presenza di gasteropodi, coralli solitari e anellidi. Le abbondanti faune a conodonti consentono una precisa datazione degli affioramenti.
Parole chiave: Biostratigrafia, Cefalopodi, Conodonti, Trilobiti, Bivalvi, Siluriano, Alpi Carniche.
Abstract - Among the Carnic Alps, Monte Cocco area presents some of the better outcrops of Silurian rocks, and the more abundant fossil content. These sediments are mainly represented by Orthoceras limestones of Telychian-Pridoli age. Fossil associations are dominated by nautiloid cephalopods, bivalves and trilobites, whereas gastropods, rugosae corals and annelids are also quite abundant. Abundant conodont fauna allows a precise datation of the outcrops.
Key words: Biostratigraphy, Cephalopods, Conodonts, Trilobites, Bivalves, Silurian, Carnic Alps.
Riassunto breve - Questo lavoro si propone di analizzare i dati stratigrafici, sedimentologici e composizionali di un’unità prevalentemente ruditica denominata Conglomerato di Osoppo la cui età, sulla base delle evidenze paleontologiche desunte dalla recente letteratura, è riferibile al Miocene sommitale - ?Pliocene inf. Il litosoma affiora lungo il fronte prealpino friulano, a N di Udine, e ha la sua esposizione massima al Colle di Osoppo e nella estesa fascia ruditica che sovrasta il vicino abitato di Braulìns, alle pendici meridionali del M. Brancot. I due nuclei affioranti, Osoppo e Braulìns, sono oggi separati dal Fiume Tagliamento. In tempi pre-quaternari formavano un litosoma unico sedimentatosi in ambienti alluvionali. L’analisi di facies evidenzia un orizzonte deltizio-lacustre (di potenza pari o superiore a 50 m, paleo-Lago di Osoppo-Braulìns) che s’intercala (Osoppo) o precede (Braulìns) la successione fluviale. è proposta la ricostruzione del perimetro del lago e la derivazione dei suoi apporti ghiaiosi. Le misure di paleo-corrente - riferite in gran parte alle incisioni basali di canali fluviali intrecciati e all’assetto clinostratificato dei frequenti foreset deltizio-lacustri - congiuntamente alle analisi composizionali degli elementi ruditici, hanno consentito di valutare la derivazione degli apporti del Conglomerato di Osoppo suggerendo le direttrici dei drenaggi mio-pliocenici friulani. Le considerazioni conclusive riassumono le modificazioni paleo-ambientali del settore, inserite nel contesto deformativo neoalpino, proponendo, in parallelo, l’evoluzione del coevo reticolo paleo-idrografico nel suo nodo di massima importanza regionale.
Parole chiave: Friuli, Paleo-idrografia, Ambiente fluvio-deltizio-lacustre, Analisi di facies, Miocene sup., Pliocene inf.
Abstract - Aim of this work is to define the sedimentary evolution and the palaeo-drainage pattern of the central Friuli area during the Mio-Pliocene times. The tools are the facies analysis, the composition of the thick ruditic deposits and the lithofacies correlation concerning the Conglomerato di Osoppo (Upper Miocene-Lower Pliocene) in the stratotype area (Colle di Osoppo) and its surroundings (Braulìns). The unit is made of mainly well cemented rudites with scanty mud and sand forming a well defined thin horizon. At present the original continuity of the Conglomerato di Osoppo is interrupted by the wide gravelly river-bed of Tagliamento. The palaeo-environments correspond to fluvial to deltaic-lacustrine conditions. The facies analysis depicts a >50 m deep lake which interrupted the fluvial supremacy. Palaeo-current analyses and compositional data from the rudites (fluvial braided channels and deltaic foresets) contribute to reconstruct the Mio-Pliocene drainage pattern. The conclusive remarks take into account the main evolution steps of the study area.
Key words: Friuli, Palaeo-hydrographical pattern, Fluvial-deltaic-lacustrine environment, Facies analysis, Upper Miocene, Lower Pliocene.
Riassunto breve - Si riportano i risultati di uno studio sull’idrogeologia del gruppo montuoso del M. Verzegnis (Prealpi Carniche Orientali). Sono stati condotti rilevamenti geologici in superficie e nelle principali cavità carsiche al fine di definire la geometria e le caratteristiche idrogeologiche delle formazioni che costituiscono l’idrostruttura e le condizioni di circolazione dell’acqua nell’acquifero. Nell’area indagata sono state individuate 26 sorgenti, le principali delle quali negli anni 2003 e 2004 sono state monitorate con misure mensili di temperatura, conducibilità, portata, chimismo, δ18O e radon disciolto. Il δ18O è stato monitorato anche nelle precipitazioni meteoriche mediante l’installazione di tre pluvioraccoglitori. I dati raccolti hanno consentito di dare una prima caratterizzazione dei reticoli di drenaggio che alimentano le principali sorgenti afferenti all’idrostruttura.
Parole chiave: Idrogeologia, Carsismo, Prealpi Carniche, Monitoraggio di sorgenti, Idrochimica, Geochimica isotopica.
Abstract - The study concerns the hydrogeology of the Verzegnis group Mt. (Western Carnic Prealps). To define the hydrogeological characteristics of the lithology and the water drainage conditions, geological surveys were conduct also in caves. In the studied area 26 springs were identified. The most important of which were investigated for a two years period (2003-2004). Water temperature, water conductivity and discharge measures were monthly performed. To determine hydrochemical characteristics, δ18O and radon concentration, water samples were monthly collected. δ18O values were measured also on precipitations collected during the monitored period in three collection sites. The data obtained permitted to have a preliminary characterization of drainage networks relative to the most important springs fed by Verzegnis Mt. hydrostructure.
Key words: Hydrogeology, Karst, Carnic Pre-Alps, Spring monitoring, Hydrochemistry, Isotope geochemistry.
Riassunto breve - Vengono riportati i primi risultati conseguiti dalla ricostruzione dei percorsi pleistocenici-olocenici dei fiumi Isonzo, Natisone, Torre e Cormor nella bassa pianura friulano- isontina e nella laguna di Grado. È emerso che i paleo-fiumi che disseccavano la piana costiera sono testimoniate da evidenze geomorfologiche (dossi e alvei sepolti), sedimentologiche (depositi via, via più fini), pedologiche (suoli più o meno maturi) messe in evidenza dalla recente cartografia CGT e GeoCGT della Regione Friuli Venezia Giulia e comprovate da indagini geoarcheologiche. La complessa paleo-rete idrografica della piana costiera così ricostruita si prolunga con alcuni bracci anche in laguna e, in parte, in mare. Nella parte emersa i corsi d’acqua palesano una forte instabilità laterale manifestata da frequenti cambiamenti di percorso che hanno portato i paleo-fiumi a giustapporsi, sovrapporsi, erodere e sedimentare le alluvioni precedenti, dando luogo a corpi sedimentari di difficile riconoscimento specifico. Abbinando ai dati di geologia di superficie, quelli ricavati da sondaggi stratigrafici e quelli archeologici si sono ipotizzati alcuni scenari articolati in delta e lagune che ricostruiscono l’assetto della bassa pianura e della costa nell’Olocene.
Parole chiave: Paleo-idrografia, Pianura costiera, Laguna, Olocene, Friuli Venezia Giulia.
Abstract - The preliminary results by the reconstruction of the pleistocene - holocenic waterways of the Isonzo, Natisone, Torre and Cormor Rivers in the Isonzo-Friuli low plain and in the Grado lagoon are reported. The palaeo-rivers that dry up the coastal plain are identified from geomorphological (fluvial ridge and buried river bed), sedimentological (vertical gradation of deposits) and pedological (maturity of soils) evidences illustrated also in the recent CGT and GeoCGT of the Region Friuli Venezia Giulia cartography. These geological data are supported also by geoarchaeological investigations. The complex palaeo-hydrography network reconstructed in the coastal plain continues seaward in lagoon and nearly offshore where palae-channels have been recognized.
The palaeo-channel of the emerged part of the plain shows lateral instability proved by continuous adjustments causing their juxtaposition and overlap, thus producing ubiquitous aggradation and erosion processes on the older alluvial deposits. Thus the architecture resulting of the sedimentary bodies is interpreted with difficulty. By comparing the data from the surface and sub-surface geology (i.e. morphology, pedology, sedimentology and stratigraphy) from the archaeological surveys, some complex sceneries including deltaic and lagoonal environments are hypothesized in the Friuli Venezia Giulia low plain and the Grado lagoon during the Holocene.
Key words: Palaeo-hydrography, Coastal plain, Lagoon, Holocene, Friuli Venetia Giulia.
Riassunto breve - Le Alpi italiane furono una regione nota ai Neandertaliani nelle ultime due migliaia di decadi della loro esistenza.
I dati archeologici provenienti da siti in riparo sottoroccia e all’aperto provano che questi ominidi erano pienamente in grado di approvvigionarsi e sfruttare risorse minerali e animali, mettendo in atto strategie profondamente radicate nei sistemi sociali fin dai periodi più antichi. La presenza umana spazia dal margine delle terre padane ai comprensori prealpini e alpini, gravitando in una fascia caratterizzata da un’elevata e serrata variabilità geo-ambientale. Evidenze cronometriche, ecologiche, economiche e culturali, permettono di identificare forme di adattamento ai cambiamenti climatici e di siti funzionalmente diversificati, oltre ad identificare innovazioni e affinamenti nella tecnologia litica.
Parole chiave: Alpi, Homo neanderthalensis, Paleolitico medio, stadio isotopico 3, sussistenza, insediamento.
Abstract - The Italian Alps were familiar to the Neanderthals during the last twenty thousand years of their existence. The archaeological evidence from several sheltered and open-air sites proves these hominins were totally able to provide for themselves and exploit mineral and animal resources, elaborating strategies that had been deeply rooted in their social system since the earliest periods. Human presence spread from the borders of the Po plain to the pre-alpine and alpine areas, a territory in which the geographical and ecological contexts differ suddenly and markedly. Chronometric, ecological, economic and cultural evidences reveal how they adapted to changes in climate, how they functionally organized their camps for different purposes and also pinpoint innovations and improvements in lithic technology.
Key words: Alps, Homo neanderthalensis, Middle Palaeolithic, isotope stage 3, subsistence, settlement.
Riassunto breve - Gli autori tracciano un quadro della Cultura dei vasi a bocca quadrata dell’Italia nord-orientale alla luce dei risultati emersi dalle nuove ricerche sul campo, che hanno consentito anche una revisione dei dati storici noti per il territorio. Gli esordi di questo nuovo scenario culturale sono stati individuati al momento solo dal punto di vista tipologico nei siti di
Lugo di Grezzana (Verona), Quinzano Veronese (Verona) e Fimon - Pianezze (Vicenza). Evidenze più significative provengono dalla fase piena e finale della Cultura quella che storicamente viene identificata con lo “stile meandro-spiralico” e/o lo “stile ad incisioni ed impressioni”. Le recenti ricerche hanno infatti consentito una migliore definizione cronologica dei due aspetti, che pur esprimendo una profonda differenza culturale, sembrano aver interagito e coesistito. La Cultura dei vasi a bocca quadrata si esaurisce in quest’area del Paese in modi non ancora del tutto chiari.
Per quanto riguarda i dati paleoeconomici, la ridotta presenza di siti analizzati nell’Italia nord-orientale e la difficoltà nell’individuare delle differenze regionali, hanno reso necessario un ampliamento dell’area presa in esame. Le specie vegetali attestate a fini agricoli comprendono un discreto numero di cereali e di leguminose, il lino e il papavero, ovvero sia specie derivate dal “pacchetto neolitico iniziale” proveniente dalla Mezzaluna Fertile, che specie secondariamente acquisite.
Per quanto riguarda invece la fauna, gli aspetti precoci della Cultura sembrano proporre una certa continuità nello sfruttamento delle prede selvatiche, cui si affianca l’allevamento di domestici più o meno rilevante a seconda del sito, a dimostrazione che l’attività di gestione del bestiame domestico non è ancora del tutto affermata. Con il II stile della Cultura sembra realizzarsi un incremento delle attività di allevamento e un apparente declino delle risorse selvatiche. In particolare nella fase successiva sembra evidenziarsi un incremento progressivo della rilevanza dell’allevamento ovicaprino che si affianca a quello dei bovini e dei suini ed indica forse un cambiamento non solo nelle scelte economiche legate allo sfruttamento di altri prodotti precedentemente considerati meno importanti, ma anche nelle caratteristiche dell’ambiente e delle modalità insediative.
Parole chiave: Neolitico, Cultura dei vasi a bocca quadrata, Cronologia, Paleoeconomia, Italia nord-orientale.
Abstract - The authors trace a picture of the Square Mouthed Pottery (SMP) Culture in north-eastern Italy in the light of the results emerging from new excavations, which have also made it possible to review old data regarding the area.
At the moment, typological aspects related to the beginning of this new cultural setting have only been identified at the sites of Lugo di Grezzana (Verona), Quinzano Veronese (Verona) and Fimon - Pianezze (Vicenza). There is more significant evidence relating to the main and final phase of the culture, historically identified as the “meandro-spiralico” style or the “ad incisioni ed impressioni” style. Recent research has indeed allowed better chronological definition of the two aspects, which albeit representing profound cultural differences, would seem to have interacted and coexisted. The SMP culture exhausted itself in this area of the country in a manner which has yet to be fully clarified.
As far as palaeo-economic data is concerned, the limited presence of sites analysed in north-eastern Italy and the difficulties in identifying regional differences have made it necessary to extend the area taken into consideration. The plant species known to have been used for agricultural purposes include a significant number of cereals and pulses, flax and poppy, hence both species deriving from the “initial Neolithic package” coming from the Fertile Crescent, and species acquired subsequently.
As regards fauna on the other hand, the early phases of the culture would seem to suggest a certain continuity in the exploitation of wild animals, combining with the rearing of domestic animals, which was more or less important depending on the site, demonstrating that animal husbandry was not yet fully established. In the style II phase of the culture there would seem to have
been an increase in the rearing of animals and an apparent decline in the use of wild resources. In particular, in the later phase there was apparently a progressive increase in the importance of rearing sheep and goats, alongside the rearing of cattle and pigs, perhaps indicating a change not only in economic choices linked to the exploitation of other products previously considered to be
less important, but also in the characteristics of the environment and settlement patterns.
Keywords: Neolithic, Square Mouthed Pottery Culture, Chronology, Palaeoeconomy, North-Eastern Italy.
Riassunto breve - Le indagini condotte sul territorio comunale di Buttrio (Udine, Friuli Venezia Giulia) a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, hanno portato alla raccolta di numerosi manufatti in selce litica scheggiata, presenti in superficie. Il materiale, oggi in deposito presso il Museo Friulano di Storia Naturale di Udine, è stato oggetto di uno studio tecno-tipologico che ha messo in luce l’esistenza di una pluralità di frequentazioni preistoriche del sito collocabili in diverse fasi cronologiche.
Pochi manufatti, grazie ad alcuni elementi discriminanti (metodo di scheggiatura Levallois, raschiatoi di tipo Quina), sono stati attribuiti al Paleolitico medio mentre i restanti materiali sono da ascrivere ad una frequentazione dell’area durante il Neolitico antico.
La gestione economica delle materie prime vede la predominanza dei litotipi locali sulla selce alpina che, contrariamente, si va diffondendo in maniera estesa nell’area padana e friulana occidentale con l’inizio del Neolitico antico. Questo dato associato alla vicinanza del sito alle aree di reperimento della selce locale, fa propendere per un’interpretazione funzionale di Buttrio quale centro destinato all’approvvigionamento delle materie prime. I dati tecnologici suggeriscono l’utilizzo di schemi operativi semplici, privi di una fase preliminare di messa in forma e caratterizzati da uno sfruttamento progressivo del volume del nucleo, mediante l’arretramento graduale della superficie di estrazione. Per quanto riguarda la struttura tipologica dell’industria, le caratteristiche evidenziate trovano pieno riscontro negli altri complessi litici dell’alta pianura friulana, delineando un quadro sostanzialmente unitario: classi dei grattatoi e delle troncature generalmente numerose, presenza di rari trapezi e di frequenti romboidi (anche di piccole dimensioni), l’uso della tecnica del microbulino, la saltuaria presenza di Bulini di Ripabianca e la presenza di manufatti in pietra levigata. Alcuni nuclei (per lo più discoidali) e tre geometrici trapezoidali potrebbero essere attribuibili al Mesolitico recente, anche se queste tipologie compaiono sporadicamente all’interno di altri siti del primo Neolitico.
Il ritrovamento di alcuni foliati e di pochi strumenti di fattura campignana, sembra invece ricondurre a periodi più recenti, confermando il perdurare dell’occupazione di quest’area attraverso l’intero periodo del Neolitico fino all’avvento delle prime culture delle età dei metalli.
Parole chiave: Paleolitico medio, Neolitico antico, Industria litica, Friuli orientale.
Abstract - The surveys realized on the territory of Buttrio (Udine, NE Italy) from the Nineties, led to the collection of a rich chipped stone assemblage recovered on the surface. The material, now in storage at the Friulan Museum of Natural History, has been the object of a techno-typological study that has revealed the existence of several prehistoric occupations in different historical phases.
Few artefacts, thanks to certain discriminatory factors (Levallois method, Quina-type scrapers), were attributed to the Middle Palaeolithic while the remaining materials could be referred to the Early Neolithic.
The economic management of raw materials is characterized by the predominance of local flint to the prejudice of the “alpine” flint that, in contrast, is spreading extensively in the Po Valley and western Friulan plain with the beginning of the Early Neolithic. This data associated with the proximity of the site to the finding areas of local flint, does suggest Buttrio as a functional centre for the supply of raw materials. The technological data suggest the use of simple project, without a preliminary stage of preparation, and characterized by progressive depletion of the volume of the core through the gradual decline of the area of extraction. Regarding the typological structure, the features highlighted are fully comply to the other lithic complex of the high Friulan plain, outlining a substantially unitary framework: category of endscrapers and truncations usually numerous, presence of rare trapezoids and numerous rhomboids (also frequently small), the use of the micro-burin technique, the occasional presence of Ripabianca Burins and the presence of polished stone. Some cores (mostly discoid) and three trapezoids might be referred to the Recent Mesolithic, even though these types appear sporadically within other sites of the Early Neolithic. The discovery of some arrowhead with flat retouch and few tools of “campignanoide” technique, seems to lead to more recent periods, confirming the continued employment of this area through the entire period of the Neolithic Age until the beginning of the Copper Age.
Key words: Middle Palaeolithic, Early Neolithic, Lithic industry, Eastern Friuli.
Riassunto breve - Sono stati considerati materiali da ricerche di superficie non sistematiche provenienti dall’area delle risorgive tra Orcenico Superiore (comune di Zoppola) e Savorgnano (comune di S. Vito al Tagliamento) e riferibili a diversi momenti di frequentazione dal Mesolitico al Bronzo antico. I rinvenimenti si collocano su un dosso ghiaioso tardoglaciale che ha costituito fino a oggi un’area stabile e al riparo dalle esondazioni del F. Tagliamento e del T. Meduna. In questo lavoro vengono presentate le industrie mesolitiche, principalmente della fase recente di tradizione castelnoviana. La tipologia litica indica lo svolgimento di attività diversificate non specializzate per quanto la natura dei rinvenimenti ostacoli ulteriori interpretazioni.
Varie catene operative sono state applicate per l’ottenimento di lamelle e di schegge. Le materie prime sono in larga misura di provenienza locale, solo alcuni pezzi sono riferibili ad affioramenti delle Prealpi Carniche, indicando una mobilità impostata lungo gli assi fluviali in direzione nord-sud, mentre pochi o nessun elemento sembra giungere dal territorio udinese, ricco di ciottoli silicei di buona qualità. Altre differenze di carattere tecnologico e tipologico mostrano come vi fosse una separazione territoriale piuttosto netta tra i due lati del Tagliamento. Confrontando i dati noti per le frequentazioni mesolitiche del Friuli nel loro contesto morfologico e ambientale emerge un sistema logistico di mobilità incentrato su siti relativamente estesi e ricchi di materiali posti al confine di aree ecologiche differenziate; a questi fanno complemento bivacchi di breve durata caratterizzati da dimensioni ridotte e meno materiali nella media montagna.
Parole chiave: Mesolitico, Castelnoviano, Pianura Friulana, Geomorfologia, Industria litica, Materia prima, Sistema insediativo.
Abstract - The authors present the work undertaken on the lithic material collected in the spring area between Orcenico Superiore and Savorgnano (Pordenone-Italy). The sites are located on an NE-SW elongated Lateglacial gravel ridge, which to the present day is to be considered a stable area (i.e. preserved from alluvial and erosive action of Tagliamento and Meduna rivers).
Different periods are represented in the lithic industries, spanning from the Mesolithic to the Bronze Age. This paper presents the results of the study carried out on the Mesolithic industries, mainly to be ascribed to the Castelnovian tradition. The typological composition of the assemblages shows different activities which could be associated with residential camps, without any particular specialization although this kind of interpretation could be biased by the non systematic nature of the findings. Different operational chains were in place, aiming to produce either bladelets or flakes. Raw materials are mostly of local origin, although few pieces were brought in from the Prealps, showing a North-South mobility along river routes. At the same time, there are scarce lithic materials imported from the upper part of the Udine plain, which is rich in good quality flint pebbles. Further technological and typological differences show a rather neat separation between sites on either sides of Tagliamento river. When we consider the distribution of Mesolithic sites in Friuli, a logistical settlement system seems to emerge: bigger sites are located at the edge of
ecologically differentiated areas in connection with stable water sources such as the spring area between Orcenico and S. Vito al Tagliamento and the piedmont; complementary to those, task-related short-term sites characterised by less materials and fewer lithic types are found in the Prealps at middle altitude.
Key words: Mesolithic, Castelnovian, Friulian Plain, Geomorphology, Lithic industry, Raw material, Settlement system.
Riassunto breve - Contestualmente alla presentazione di un esemplare inedito di ascia a occhio rinvenuto a San Daniele del Friuli, si propone una rassegna dei dati attualmente disponibili sulla presenza e la distribuzione delle asce in rame di età eneolitica nel territorio regionale.
Parole chiave: Asce, Eneolitico, Friuli Venezia Giulia.
Abstract - The evidences of copper age in the territory of Friuli Venezia Giulia are rather scarce. At the present state of the researches we are dealing above all with isolated finds, as metal axes, shaft-hole axes, and flint dagger blades, and flint package finds from the surface of the fields; the stratigraphic available evidence is about two domestic sites and one pit excavated close to a grave structure. In the examined area, the copper age axes are documented by around 10 items, which have been found isolated. In this paper a summary of the results, emerging from study of this materials, is presented, in particular as regards aspects linked exclusively to the typology to which the authors tent to attribute a generic chronological significance on the basis of the letterature. This brief account presented here should open the way - we hope - to re-examine the beginning of the metallurgy in this territory, according to the procurement of raw material, the diffusion of these items and the production tecniques.
Key words: Axes, Copper Age, Friuli Venezia Giulia.
Riassunto breve - Il presente studio, realizzato nell’area planiziale friulana, espone i risultati di due campagne di biomonitoraggio dell’inquinamento dell’aria basato sull’impiego dei licheni come bioindicatori. A distanza di tre anni dal primo biomonitoraggio e in seguito alla messa in funzionamento di un impianto industriale, le differenze riscontrate nella composizione delle comunità licheniche tra le due campagne di monitoraggio non sono state nel complesso significative. Sono tuttavia emerse situazioni di incremento nella Biodiversità Lichenica nelle stazioni con Pioppo, ma non in quelle con Quercia e Tiglio. Le comunità epifite su Pioppo esibiscono un maggior carattere pioniere, presentando un’elevata presenza di specie di Graphidion; il valore di Biodiversità Lichenica è inoltre correlato positivamente al diametro del tronco. I risultati sembrano indicare che le variazioni possono essere ricondotte alla naturale evoluzione delle comunità licheniche su Pioppo, piuttosto che a mutamenti riguardanti i livelli di anidride solforosa e degli ossidi di azoto, peraltro entrambi in leggero decremento.
Parole chiave: Inquinamento dell’aria, Bioindicazione, Licheni corticicoli, Comunità epifite, Friuli Venezia Giulia, Populus x canadensis.
Abstract - The study reports the results of two biomonitoring surveys on air pollution using lichens as bioindicators in the Friulian Low Plain. Three years after the first survey and after an industrial plant had started, compositional differences in lichen communities between the two surveys were not generally recognized. However an increase in Lichen Biodiversity was evident in Poplar sites
but not in those with Oaks and Lindens. The epiphytic communities on Poplar usually revealed a pioneer character and a higher degree of Graphidion species; in addition, Lichen Biodiversity values were positively correlated to tree diameter. The results seem to indicate that the changes were related to the natural evolution of lichen communities on Poplar rather than to variations in the levels of sulphur dioxide and nitrogen oxides, both of which were slightly decreasing.
Key words: Air pollution, Bioindication, Corticicolous lichens, Epiphytic community, Friuli Venezia Giulia, Populus x canadensis.
Riassunto breve - L’Autore dà notizia del ritrovamento di Sphagnum auriculatum Schimp. in una schiarita umida del Bosco Sacile (Carlino, UD, Italia nordorientale), a circa 800 metri dalla Laguna di Marano (Alto Adriatico) e sul livello del mare.
Sphagnum auriculatum Schimp. è la prima specie di sfagno ritrovata in un Querco-Carpineto della Bassa Pianura Friulana.
Parole chiave: Sphagnum auriculatum, Bosco Sacile, Carlino, Bassa Pianura Friulana, Italia nordorientale.
Abstract - The Author reports the finding of Sphagnum auriculatum Schimp. in a moist clearing of the Sacile Wood (Carlino, UD, Northeastern Italy), at about 800 m from the Marano lagoon (Upper Adriatic) and on the sea level. Sphagnum auriculatum Schimp. is the first Sphagnum species reported from a Querco-Carpinetum of the Friulian Low Plane.
Key words: Sphagnum auriculatum, Sacile wood, Carlino, Friulian Low Plane, Northeastern Italy.
Riassunto breve - Quattro popolazioni di Arum italicum e tre di A. maculatum del Friuli collinare, scelte in base alla somiglianza ecologica della stazione di crescita, sono state sottoposte a uno studio fenologico e morfologico. Dai dati raccolti emerge che il ciclo fenologico delle due specie risulta sfasato, sia per quanto riguarda le fasi di emissione delle foglie che per la rimozione delle riserve dal tubero, mentre si sovrappone durante la fioritura e la maturazione dei frutti.
Inoltre, diversamente da quanto riportato in letteratura, è stato osservato che la fase vegetativa di A. maculatum inizia già in fase tardo-autunnale. Il comportamento fenologico descritto, è discusso in relazione al geoelemento specifico e alle caratteristiche ecologiche delle due specie.
Parole chiave: Friuli, Fenologia, Arum italicum, Arum maculatum.
Abstract - Four populations of Arum italicum and three of A. maculatum of Friuli hills chosen on the basis of the ecological similarity among growing sites, were examined for phenologycal and morphological studies. From the analysis of data it emerges that, in Friuli hills, the phenological cycle of the two species is not synchronized in the phases of leaf emission and tuber reserve mobilization, while it overlaps during flowering and fruit maturation. The described phenologycal behaviour is discussed in relation to the chorological element and the ecological characteristics of the two species.
Key words: Friuli, Phenology, Arum italicum, Arum maculatum.
Riassunto breve - Nell’ambito del ciclo di studi sulle flore dei principali centri urbani della regione, viene presentata l’indagine condotta sulla flora vascolare spontanea di Cividale del Friuli (UD). Nel complesso sono state censite 507 entità fra specie, sottospecie e varietà. Vengono commentate alcune specie di particolare interesse e discussi la composizione per famiglie, gli spettri biologico e corologico, nonchè la provenienza delle avventizie.
Parole chiave: Flora urbana, Cividale del Friuli, Italia NE.
Abstract - The check-list of the spontaneous vascular flora of the town of Cividale del Friuli (507 species, subspecies and varieties) is presented. Some new or interesting floristical findings are annotated. The family composition, biological and chorological spectra and the origin of the anthropochores are discussed.
Key words: Urban flora, Cividale del Friuli, NE Italy.
Riassunto breve - Le ridescrizioni di Chthonius (Globochthonius) globifer SIMON, 1879 e di C. (G.) spelaeophilus HADŽI, 1930, basate sull’esame di numeroso materiale rispettivamente delle Alpi occidentali e del Friuli Venezia Giulia e Slovenia, consentono di definire la variabilità di entrambe le specie, di delinearne gli areali e di proporre la sinonimia Chthonius (Globochthonius) histricus BEIER, 1931 = Chthonius spelaeophilus HADŽI, 1930 (n. syn.).
Parole chiave: Globochthonius, Italia, Slovenia, Faunistica, Nuova sinonimia.
Abstract - Chthonius (Globochthonius) globifer SIMON, 1879 and C. (G.) spelaeophilus HADŽI, 1930 are redescribed on the basis of several specimens coming from Western Alps, from Friuli Venezia Giulia (North-eastern Italy) and from Slovenia. The range of morphological variability and the geographical distribution of both species are pointed out. Chthonius (Globochthonius) histricus BEIER, 1931 is considered junior subjective synonym of Chthonius spelaeophilus HADŽI, 1930 (n. syn.).
Key words: Globochthonius, Italy, Slovenia, Faunistics, New synonymy.
Riassunto breve - In un precedente lavoro sono stati riportati i risultati delle ricerche effettuate dall’Autore in 12 località del medio corso del Fiume Tagliamento negli anni 1987 e dal 1995 al 2001, riguardanti i Coleotteri di alveo e di ambienti ripariali. I risultati sono stati pubblicati come primo contributo nel 2003 (KAHLEN 2003): con 633 specie appartenenti a 59 Famiglie è emersa già allora una notevole biodiversità. A completamento, è stata condotta tra il 2002 e il 2008 una cospicua raccolta in un territorio compreso tra l’alto corso e il basso corso del fiume fino alla foce nell’Alto Adriatico, a cui sono stati aggiunti, per completezza, i dati relativi ai Coleotteri rinvenuti nell’ambito del progetto di ricerca dell’Istituto EAWAG di Zurigo e le determinazioni dell’Autore riguardanti gli esemplari della raccolta del dott. Simone Langhans. Altri dati, purtroppo sporadici, sono stati desunti da elenchi forniti anche da colleghi. Scarsi sono risultati anche i dati bibliografici a carattere faunistico-ecologico che si sono potuti aggiungere al lavoro. Come nel primo contributo le specie sono state analizzate attraverso un approccio sia sistematico sia ecologico. Questa impostazione permette una valutazione dei singoli habitat: emergono per importanza quei biotopi che rientrano in genere nella naturale dinamica fluviale come gli alvei, le sponde o gli stadi pionieri dei boschi ripariali. I risultati emersi dal punto di vista ecologico hanno consentito di definire il grado di preferenza delle specie nei confronti dei diversi biotopi. Il numero di specie rinvenute è risultato più del doppio rispetto al precedente contributo: vengono qui segnalate 1.376 specie, di cui 617 specie stenotope (44,8%), esclusive di specifici habitat, mentre 759 (55,2%) euritope, ben diffuse in ambienti diversi. Il rapporto percentuale rimane comunque nel complesso analogo a quello riscontrato nel lavoro pubblicato nel 2003, che risultava rispettivamente del 45,2% e del 54,8%. Questo rapporto si discosta però anche in modo significativo nell’ambito di ciascun biotopo indagato tanto da poter caratterizzare in modo preciso i vari ambienti. A conclusione vengono discussi i risultati e suggeriti dei criteri per una valutazione a fini protezionistici dell’area presa in esame. I risultati ottenuti si basano su dati raccolti fino alla fine del 2008.
Parole chiave: Coleoptera, Aspetti faunistici ed ecologici, Friuli, Veneto, Fiume Tagliamento.
Abstract - In the years 1987 and 1995-2001, the beetle fauna of the middle Tagliamento flood plains was studied. Twelve sample plots were selected. The results, including records of as many as 633 species in 59 families, were published in 2003 (KAHLEN 2003).
From 2002 to 2008, sampling was continued and additional plots were studied in the upper and the lower reaches of the river. Also, the beetles collected by Dr. Simone Langhans in the context of the research project EAWAG/Zürich were identified and, together with unpublished data made available by several colleagues, included in the study. Despite an extensive search, practically no suitable literature data were found. All the recorded species were categorised based on ecological criteria, thus allowing an evaluation of the different biotopes. Those that a subject to the natural river dynamics (running and standing waters, banks, pioneer stages of riparian forests) were found to be of special significance. Based on the ecology and habitat preferences of the species, the relationships between the habitats and the individual species were studied. The number of recorded species more than doubled compared to the first contribution. Altogether, 1.376 species were found. 617 (44,8%) of these species are stenotopic, whereas 759 species (55.2%) are eurytopic. In the first contribution, nearly the same percentage was observed. However, the proportion of stenotopic species, an important criterion in the evaluation of the habitats, strongly varied between the sampling plots. The results are discussed and conclusions for nature conservation are presented. The survey was terminated at the end of 2008.
Key words: Coleoptera, Faunal and ecological parameters, Friuli, Veneto, Tagliamento River.
Abstract - Argyresthia friulii sp. n. is described from the Julian Pre-Alps (Friuli Venezia Giulia, Northern Italy). The new species is compared with several related taxa of Argyresthia with trophic linkage to Juniperus. Diagnostic characters are found in the colour and pattern elements of the forewings and particular in the female genitalia structures. Argyresthia marmorata FREY, 1880 is synonymised with Argyresthia reticulata STAUDINGER, 1877.
Key words: Lepidoptera, Yponomeutidae, Argyresthiinae, Argyresthia friulii sp. n., New species, New synonymy, Julian Pre-Alps, Italy.
Riassunto breve - Viene descritta la nuova specie Argyresthia friulii delle Prealpi Giulie (Friuli Venezia Giulia, Italia Settentrionale). La nuova specie viene confrontata con diverse specie affini di Argyresthia legate dal punto di vista trofico a Juniperus. Sono stati trovati caratteri diagnostici nei disegni e nella colorazione delle ali anteriori, ma in particolare nelle strutture genitali femminili. Argyresthia marmorata FREY, 1880 viene messa in sinonimia con Argyresthia reticulata STAUDINGER, 1877.
Parole chiave: Lepidoptera, Yponomeutidae, Argyresthiinae, Argyresthia friulii sp. n., Nuova specie, Nuova sinonimia, Prealpi Giulie, Italia.
Riassunto breve - La comunità di micromammiferi della Riserva Naturale Regionale del Lago di Cornino (Forgaria nel Friuli, Udine, Italia nord-orientale) è stata studiata per due anni utilizzando trappole a caduta (100 cone-traps). Nonostante l’esiguo numero di dati raccolti (110 catture in 63.904 notti-trappola), la locale cenosi di micromammiferi è risultata essere particolarmente varia. Alcune specie di ambienti rupestri mediterranei (Suncus etruscus) sono localmente mescolate con
elementi per lo più legati alle rigide condizioni ecologiche della Catena Alpina (Sorex minutus, Sorex alpinus e Chionomys nivalis), vivendo assieme a vari taxa generalmente tipici di zone umide della Pianura Padana (Arvicola amphibius italicus, Micromys minutus e in minor misura Apodemus agrarius). Questa situazione è dovuta da un lato alla grande diversità degli habitat inclusi nella Riserva, dall’altro alla sua particolare posizione geografica, situata fra le Prealpi Carniche e l’Alta Pianura Friulana. L’integrazione di questi dati con informazioni dovute alla raccolta di esemplari investiti e ad avvistamenti ha infine consentito di redigere una completa Checklist ragionata dei micromammiferi che vivono nella Riserva (23 specie).
Parole chiave: Micromammiferi, Riserva Naturale del Lago di Cornino, Italia nord-orientale.
Abstract - A two-years pit-falls (100 cone traps) survey was performed on the small mammal community of the Regional Natural Reserve of the Lake of Cornino (Forgaria nel Friuli, Udine, North-eastern Italy). Despite the small number of data (110 captures with 63.904 trap-night), the community of small mammal seemed to be particularly various. Some species of mediterranean rocky environment (Suncus etruscus) were locally ad-mixed with elements more or less linked to the ecological constraints of the Alpine Mountain-Chain (Sorex minutus, Sorex alpinus and Chionomys nivalis), living together with various taxa generally typical of wet areas of the Po Plain (Arvicola amphibius italicus, Micromys minutus and to a lesser extent Apodemus agrarius). This situation was surely due both to the environmental variety of the habitats actually included in the
Reserve and to its peculiar geographic position, located between Carnian Pre-Alps and high friulian plain. The integration of these information with data from road-mortality and sightings allowed to redact an annotated Checklist of the small mammals dwelling in the Reserve (23 species).
Key words: Small mammals, Natural Reserve of the Lake of Cornino, North-eastern Italy.
Riassunto breve - La sezione de La Valute, potente circa 8 metri, e costituita da calcari del Devoniano Inferiore ed espone il limite tra il calcare de La Valute e il calcare del Findenig. Si tratta di depositi pelagici con ricche associazioni di dacryoconaridi, nautiloidi, ostracodi, trilobiti, brachiopodi, articoli di crinoidi e conodonti. Per datare il limite formazionale sono stati studiati quindici campioni a conodonti, che hanno fornito una fauna abbastanza ricca e differenziata; sono stati riconosciuti i generi Ancyrodelloides, Belodella, Dvorakia, Flajsella, Lanea, Oulodus, Pedavis, Pseudooneotodus, Wurmiella e Zieglerodina.
L’associazione consente il riconoscimento di due biozone a conodonti del Lochkoviano medio-superiore: la Biozona a trigonicus (parte alta del calcare de La Valute) e la Biozona a pandora β (base del calcare del Findenig): il limite formazionale e situato nella parte inferiore della Biozona a pandora β.
Parole chiave: Conodonti, Devoniano Inferiore, Lochkoviano, Alpi Carniche, Italia.
Abstract - The Lower Devonian sequence at La Valute cave is about 8 meters thick and includes the boundary of La Valute limestone and Findenig limestone. It is represented by pelagic deposits yielding dacryoconarids, nautiloids, ostracods, trilobites, brachiopods, some crinoid stem-plates and conodonts. In order to give an age constrain for the formation-boundary fifteen conodont samples were collected and processed. Apart from some barren samples, a quite diverse Lochkovian fauna is obtained.
Conodont genera like Ancyrodelloides, Belodella, Dvorakia, Flajsella, Lanea, Oulodus, Pedavis, Pseudooneotodus, Wurmiella and Zieglerodina have been identified. Distinctive conodont-assemblages belong to two middle-late Lochkovian biozones, the trigonicus Zone (upper part of La Valute limestone) and the pandora β Zone (base of Findenig limestone), which allow the allocation of the formation-boundary near the base of the pandora β Zone.
Key words: Conodonts, Lower Devonian, Lochkovian, Carnic Alps, Italy.
Riassunto breve - Dopo oltre un secolo dalla loro prima segnalazione (1905), vengono descritti e illustrati i graptoliti siluriani della biozona triangulatus, provenienti dalla localita storica di Casera Meledis (Alpi Carniche). Sui 96 reperti raccolti, sono stati descritti 83 campioni, ascrivibili a 7 generi e 6 specie, tutte riferibili alla biozona a triangulatus dell’Aeroniano.
Parole chiave: Graptoliti, Biozona a triangulatus, Siluriano, Alpi Carniche.
Abstract - After one century of oblivion from discovery (1905), the Silurian graptolites from the historical locality of “Casera Meledis” (Carnic Alps, NE Italy) are here described; 96 specimens were collected and analyzed, reporting 7 genus and 6 species, all refer to the triangulatus Biozone of the Aeronian age.
Key words: Graptolites, triangulatus Biozone, Silurian, Carnic Alps.
Riassunto breve - Vengono descritti e illustrati cefalopodi nautiloidei appartenenti alle collezioni del Museo Friulano di Storia Naturale di Udine. Tutti gli esemplari studiati provengono dal Siluriano del versante italiano delle Alpi Carniche; appartengono alle Famiglie Sphooceratidae, Geisonoceratidae, Armenoceratidae, Huroniidae e Ormoceratidae. Complessivamente vengono descritte 13 specie appartenenti a 10 generi. In particolare della specie Serpaglioceras forojuliense, di recente istituzione, l’attribuzione supregenerica e ancora oggetto di studio e dibattito.
Parole chiave: Cefalopodi Nautiloidei, Sphooceratidae, Geisonoceratidae, Armenoceratidae, Huroniidae, Ormoceratidae, Tassonomia, Siluriano, Alpi Carniche.
Abstract - Nautiloid cephalopods stored at the Museo Friulano di Storia Natuale in Udine are here described and illustrated.
All specimens came from Silurian rocks of the Italian side of the Carnic Alps, and belong to the families Sphooceratidae, Geisonoceratidae, Armenoceratidae, Huroniidae and Ormoceratidae. 13 species belongint to 10 genera are here described. The species Serpaglioceras forojuliense, recently described is still under study for his suprageneric attribution.
Key words: Nautiloid Cephalopods, Sphooceratidae, Geisonoceratidae, Armenoceratidae, Huroniidae, Ormoceratidae, Taxonomy, Silurian, Carnic Alps.
Riassunto breve - Alcune nuove specie di un neotterigio basale molto specializzato sono state recentemente descritte a partire da materiale cinese e italiano e per questo inserite in un genere che ricorda lo storico rapporto culturale italo-cinese, Marcopoloichthys.
La conservazione ottimale degli esemplari cinesi ha anche permesso di gettare luce anche su un pesce fossile friulano, descritto piu di un secolo fa da Gortani (1907) come Pholidophorus faccii, e di attribuirlo al genere Marcopoloichthys.
La peculiare forma della mandibola, associata alla presenza di un premascellare, posto ventralmente al mascellare quando la bocca e chiusa, e l’allungamento della regione preorbitale, fa di queste specie un probabile “suction-feeder”, forma di nutrizione molto rara in tutto il Mesozoico. Il corpo nudo (solo un paio di piccole scaglie ganoidi sono presenti nel ridottissimo lobo dorsale della coda) e alcune modifiche anche a livello dell’endoscheletro delle pinne dorsali e anali, vengono interpretati come convergenze con i teleostei basali, in quanto in Marcopoloichthys vi e la completa assenza di centri vertebrali che ne preclude l’attribuzione ai Teleotei stessi. Marcopoloichthys e molto diffuso nel Triassico Medio-Superiore di tutta la Tetide (altre specie sia cinesi che italiane sono in corso di descrizione).
Parole chiave: Neotterigi, Triassico, Tetide, Italia, Cina.
Abstract - The genus Marcopoloichthys has been recently erected on the basis of Triassic species from both Italy and China.
This genus shows very specialized characters such as a peculiar lower jaw with a very high anterior area, a long premaxilla ventral to the maxillary, the naked body apart from large circumanal scales and two very small urodermals that cover the very small body lobe in the tail. Also, hypurals are reduced in number, being no more than six. Median fin endoskeletons are modified in first and last elements, the latter supporting more than one lepidotrichium. Lack of vertebral centra and epineurals, among others, makes Marcopoloichthys quite distinct from Teleosts, even if some characters may recall the corresponding in Teleosts themselves. The genus has a very wide geographical and stratigraphical distributions, being quite common in most of the Middle and Late Triassic and along the whole Tethys.
The well preserved material from southern China allowed also to give a new systematic position for “Pholidophorus” faccii Gortani, 1907, a small fish from the Carnian of Carnic Alps (Friuli, NE Italy), that is now considered as belonging to Marcopoloichthys.
Key words: Neopterygians, Triassic, Tethys, Italy, China.
Riassunto breve - Sulla base di un rilevamento geologico-strutturale di dettaglio, vengono analizzati i condizionamenti delle forme di dissoluzione da parte delle famiglie di discontinuita di un’area carsica presso Mezzana (San Pietro al Natisone, Ud).
Viene analizzata la relazione esistente tra le famiglie e la geomorfologia, con particolare attenzione alle cavita naturali e alle forme carsiche di superficie, le quali mostrano evidenti allineamenti lungo direzioni preferenziali. Alcune microforme carsiche superficiali vengono descritte in dettaglio e vengono proposte alcune considerazioni sulla loro genesi.
Key words: Carsismo superficiale, Discontinuita tettoniche, Dissoluzione selettiva, Forme di dissoluzione sottocutanea.
Abstract - In a karst area near Mezzana (San Pietro al Natisone, Ud, NE Italy) different discontinuity families are analyzed through a detailed structural-geological survey. The correlation between these families and the geomorphology of karst features is described, with particular attention to natural caves and surface karst phenomena, that show evident alignments on preferential directions. Some surface karst micro-features are described in detail, and some considerations on their genesis are here proposed.
Key words: Surface karst, Tectonic discontinuities, Selective dissolution, Subsoil rock forms.
Riassunto breve - Lo studio del Neolitico ed Eneolitico in Slovenia ha una lunga tradizione che risale alla fine del XIX secolo, ma possono essere ancora considerati periodi archeologici scarsamente studiati in questa nazione. Ci sono varie ragioni che giustificano questa situazione: fra queste il relativamente basso numero di siti neolitici identificati e studiati in maniera completa, la mancanza di prospezioni o ricerche sistematiche, di datazioni assolute e la carenza di pubblicazioni edite. Negli ultimi anni vi e stato un certo miglioramento dello stato delle conoscenze in questi settori. In questa nota vengono prese in considerazione le datazioni assolute relative a siti neolitici della Slovenia centrale. Sebbene la prima datazione assoluta (Resnikov prekop) fosse disponibile gia oltre trent’anni fa, solo in quest’ultimo decennio e stato sviluppato un programma sistematico di datazione assoluta di alcuni dei siti neolitici oggetto di scavo consentendo cosi una significativa crescita della mole di datazioni disponibili.
Parole chiave: Neolitico, Slovenia continentale, Datazioni al radiocarbonio.
Abstract - The study of the Neolithic and Eneolithic periods in central Slovenia has a long tradition, which began around the end of 19th century, although it is still to be considered a poorly studied archaeological period. This is due to several reasons, one of which is the relatively small number of discovered and excavated Neolithic sites, the absence of systematic surveys and researches, the low number of absolute dating programs and monographic publications. During last decades the situation has greatly improved from every point of view. The paper considers radiocarbon dates from several Neolithic sites, located in continental Slovenia. Although the first radiocarbon date from Resnikov prekop was obtained more than thirty years ago, only during the last decade programs of systematic radiocarbon dating from a few excavated sites improved considerably our knowledge of the absolute chronology of the Neolithic period in the study region.
Key words: Neolithic, Continental Slovenia, Radiocarbon dates.
Riassunto breve - Le prime attestazioni epigravettiane in Friuli Venezia Giulia sono evidenti a partire dall’Interstadiale in siti chiave situati tra il fondovalle (le valli del Natisone nelle prealpi Giulie) e gli altopiani carsici del Piancavallo e di Pradis. A Grotta del Clusantin (Clauzetto-PN), nelle Prealpi Carniche a 520 m s.l.m, si sono conservate le prove scientifiche di un’interazione umana attorno ai 14ka Cal 14C BP. L’abbondante presenza di armature e strumenti di piccole dimensioni tra l’industria litica e i numerosi resti di marmotta con evidenti tracce di sfruttamento antropico fanno presumere che si tratti di un sito specializzato alla caccia di questo sciuride. Questo rappresenta un unicum eccezionale in Italia, confrontabile oltre confine solamente in Francia nel massiccio del Vercors e nelle Alpi svizzere della Jura. Le vicine Grotte Verdi di Pradis, a 650 m s.l.m., confermano l’esistenza di contatti con territori limitrofi ponendo l’altopiano come uno dei bacini di caccia prealpini sfruttato attorno alla meta dell’Interstadiale Tardoglaciale, anche in tempi successivi quando la colonizzazione epigravettiana investe l’altopiano del Cansiglio e il Piancavallo. Il Riparo di Biarzo si trova alla base di un terrazzo alluvionale lungo la sponda sinistra del Fiume Natisone a 160 m s.l.m nel Friuli orientale. Il deposito scavato dal prof. A. Guerreschi tra il 1982 e il 1984 comprende livelli contenenti manufatti attribuibili all’Epigravettiano finale, Mesolitico e Neolitico. Vengono presentati in questo lavoro i risultati dello studio dei reperti faunistici recuperati nel livello epigravettiano, datati 11.100±125 uncal BP. La predominanza del cinghiale tra gli ungulati rendono e una caratteristica peculiare tra i siti epigravettiani dell’Italia Nordorientale. Tracce antropiche sono state identificate sulla maggior parte dei resti di ungulati, tra i carnivori solo alcuni reperti di Ursus arctos presentano strie da strumento litico. L’abbondante presenza tra i resti del cinghiale di denti a vario stadio di eruzione ed usura permette di ipotizzare un’occupazione del sito tra l’inizio dell’autunno e la fine della primavera.
Parole chiave: Riparo di Biarzo, Strategie economiche, Epigravettiano Finale, Tardoglaciale, Friuli Venezia Giulia.
Abstract - The former Epigravettian occupations in the Friuli Venezia-Giulia are evident since the beginning of the Allerod Interstadial in some keys sites located between the valley bottom (Natisone valleys-Julian Prealps) and the karst plateaus of Piancavallo and Pradis. In the Clusantin cave (Clauzetto-PN), in the Carnic Prealps at 520 a.s.l., evidences of human presence at 14ka Cal 14C BP have been discovered. The abundance of lithic industry and marmots remains bearing butchery marks suggests a specialized hunting and processing of this small game. This is an exceptional unicum in Italy, and it can be compared only to the evidences discovered in the Vercors Massif (France) and in the Swiss Alps of the Jura. The anthropic evidences coming from the Grotte Verdi, in the Pradis plateau at 650 a.s.l., allow to confirm the existence of contacts with the nearest territories, putting the Pradis Plateau as one of the hunting basin of the Prealps during the second part of the Late Glacial Interstadial, and subsequently when the Epigravettian groups colonized the Cansiglio and Piancavallo plateaus.
Biarzo shelter is located at the base of an alluvial terrace on the left side of the Natisone river at 160 m a.s.l. in eastern Friuli. The deposit excavated from 1982 to 1984 by Prof. A. Guerreschi contains several anthropic levels dated to the final Epigravettian, the Mesolithic and the Neolithic. Our contribution presents the results of the study carried out on the faunal remains recovered in the single epigravettian layer, dated 11.100±125 uncal BP. The predominance of wild boar among the ungulates is a particular feature with reference to the epigravettian sites of Northeastern Italy. Traces of anthropic actions have been identified on the most ungulates bones, whereas among the carnivores only a few bear bones show cutmarks. The high number of wild boar teeth at various eruption stages suggests that site occupation occurred from the beginning of autumn to the end of spring.
Key words: Biarzo rockshelter, Economic strategies, Late Epigravettian, Late Glacial, Friuli Venezia Giulia.
Riassunto breve - Il presente contributo riguarda lo studio delle tracce d’uso su un campione di manufatti litici provenienti dagli scavi degli anni 1985 e 1986 nel sito neolitico di Sammardenchia, in localita Pozzuolo del Friuli (UD). L’analisi mette in evidenza, a fronte di una varieta limitata di azioni, uno spettro funzionale sicuramente legato alle attivita agricole e produttive, ma anche ad un significativo sfruttamento delle risorse animali con il trattamento delle carcasse e la concia della pelle.
Parole chiave: Analisi funzionale, Tracce d’uso, Industria litica, Neolitico antico, Friuli.
Abstract - This contribution concerns the use-wear study of a sample of lithic tools excavated in the years 1985 and 1986 from the neolithic site of Sammardenchia, near Pozzuolo del Friuli (UD). Despite of a limited range of activities, this analysis highlighted a functional spectrum certainly related to agricultural production, but also an important exploitation of animal resources through carcass and skin processing.
Key words: Functional analysis, Use-wear traces, Lithic assemblage, Ancient Neolithic, Friuli.
Riassunto breve - Si presenta in questa sede un’ampia scelta di campioni ceramici provenienti da uno scarico (Trincea C, US 61) esteso su una superficie di circa 9 mq, indagato nelle campagne di scavo 2005-2006 nell’abitato arginato (castelliere) della Gradiscje di Codroipo (UD). Si tratta di un complesso che testimonia il passaggio dal Bronzo recente 2 al Bronzo finale 1 (cioe dalla prima alla seconda meta del XII sec. a. C.), e che ci permette di riconoscere una rete di rapporti con le culture centroeuropee e mediodanubiane da una parte, e l’area padano-veneta dall’altra. Si delinea quindi un quadro di una comunita di frontiera ricettiva e aperta agli impulsi esterni. Questi materiali aggiungono un tassello importante allo studio di una fase ancora poco nota della Protostoria regionale. Collegando inoltre i dati con quelli che provengono dalle ricerche ancora inedite
svolte in alcuni siti veneti, emerge sempre piu la necessita di codificare l’esistenza di una fase intermedia tra BR2 e BF1, in cui vengono progressivamente meno gli elementi riconducibili al Bronzo recente ormai evoluto ed iniziano a comparire forme e sintassi decorative nuove che saranno caratteristiche del Protovillanoviano.
Parole chiave: Codroipo, Medio Friuli, Bronzo recente-Bronzo finale 1, ceramica, Protostoria
Abstract - It is presented here a wide range of ceramic samples from a drainage extended over a total area of about 9 square meters (trench C, U.S. 61) and investigated in 2005-2006 in the site of Gradiscje of Codroipo (Udine), a Bronze Age village originally defended on the edges by large embankments. This complex attests the transition from the late Bronze to the final Bronze Age (transition BR2-BF1, ie from first to second half of the twelfth century B.C.), and shows wide relationships with Central Europe and Middle Danube cultures, on one side, and with the Po and Venetian Plain on the other, revealing then the image of a border community receptive and open to external impulses. These materials add an important element to the study of this still little known phase of the Friuli Protohistory. Furthermore, linking these data with those coming from still unpublished researches conducted in some sites of the Venetian plain, becomes even more urgent the definition of an intermediate stage between BR2 and BF1, characterized by the coexistence of the most advanced elements of the evolved Late Bronze Age with some new forms and decorative syntaxes typical of Protovillanoviano.
Key words: Codroipo, Middle Friuli Plain, Late Bronze Age - Final Bronze Age 1, pottery, Protohistory
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